Categorie: Economia&Aziende
Domenica 16 Luglio 2017 alle 13:45
Carlo Di Foggia affronta su
Il Fatto Quotidiano un tema che varrebbe la pena di approfondire anche per
Confindustria Vicenza ha visto un "calo" continuo di peso imprenditoriale dei suoi vertici e oggi ha come presidente
Luciano Vescovi (a dx nella foto), per carità ex vice presidente della zoniniana
Banca Nuova ma la cui
Impresa Vescovi Antonio Srl di Ing. Gildo Vescovi e C. ha, lo leggiamo dai dati dell'associazione stessa, un capitale sociale di euro 47.000, una classe dimensionale da 11 a 20 dipendenti e una classe di fatturato (in milioni di euro) da 2,5 a 5,0. Non è automatico che essere più grandi significhi essere più "bravi", ma è certo che essere "piccoli" denota una insufficiente capacità , manageriale e/o economica, o una non volontà di crescita.
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Categorie: Politica, Fatti, Economia&Aziende
Martedi 17 Gennaio 2017 alle 23:10
Il sistema politico imprenditoriale ha toccato il fondo da cui risollevarsi? Amen
«Confindustria Vicenza conta più di 2.000 imprese associate (comprese le aggregate estere), per un totale di oltre 82.000 addetti»: così si legge sul "chi siamo" del sito degli industriali di Vicenza. Con questa premessa appare sorprendente annoverare tra chi è iscritto e versa una quota annuale una serie di Comuni del Vicentino. Noi nell'elenco, letto rapidamente, abbiamo trovato quelli di Montecchio Maggiore, Bressanvido, Grumolo delle Abbadesse e Creazzo e a loro, nelle persone dei relativi sindaci e dei segretari comunali in carica, il 16 dicembre 2016 abbiamo inviato via Pec una richiesta in cui chiedevamo di «sapere per quale ragione tecnica o di altro tipo e a quale costo il suo comune sia iscritto a Confindustria Vicenza». Nessuna risposta, solleciti vari ma l'ultimo, inviato il 7 gennaio, ha sortito l'effetto finale di farci ricevere le cortesi risposte di due dei "comuni confindustriali", Grumolo delle Abbadesse e Creazzo, e di confermarci i silenzi, perchè?, di Montecchio Maggiore e Bressanvido.
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Domenica 1 Gennaio 2017 alle 20:23
«
Il 2 febbraio a palazzo Trissino viene recapitata una lettera di Icomos, organizzazione non governativa che è il braccio operativo dell'Unesco e che alla luce di una serie di denunce partite da alcune associazioni del territorio, chiede lumi al Comune rispetto all'impatto di tre opere: la base Del Din, il complesso di Borgo Berga e il futuro passaggio dell'alta velocità », è così che sul
GdV del 22 dicembre 2016 ci ricorda il "caso" della possibile "espulsione" di Vicenza dalla lista dei beni "
Patrimonio dell'umanità " della stessa Unesco
Nicola Negrin, che riferisce nello stesso giornoi della reazione virgolettata e, a dir poco, infastidita del vice sindaco "competente" al problema
Jacopo Bulgarini d'Elci: «
Taluni esponenti del comitati agiscono come dei menagramo. Alcuni si augurano apertamente che Vicenza finisca fuori dall'Unesco. Ecco, chi dice una cosa del genere ai miei occhi è un criminale».
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