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Alle proteste a Roma dei truffati dalle banche seguono le promesse dei politici: le solite? Da domani le riflessioni per BPVi e Veneto Banca

Di Paolo Dal Dosso Mercoledi 4 Ottobre 2017 alle 23:48 | 0 commenti

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Roma. Nostro servizio. Le centinaia di risparmiatori truffati che oggi sono venuti a Roma per la Giornata nazionale del risparmio tradito, che abbiamo seguito passo passo, non hanno ottenuto risultati tangibili - leggasi soldi in ristoro della truffa subita - ma hanno indubbiamente mosso le acque. In un Parlamento preoccupato principalmente di portare a casa il DEF - documento di economia e finanza, la finanziaria in pratica - l'attenzione ai cittadini truffati dalle banche è stata significativa anche grazie ai molti presenti in piazza, armati di fischietti, coperchi e megafono. Si sono fatti sentire dal Palazzo inalberando striscioni e cartelli significativi.

Li ha voluti incontrare anche il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche, Pierferdinando Casini, che ha ricevuto tre membri delle associazioni dei risparmiatori, di cui almeno due (Casa del Consumatore e Ezzelino III da Onara) molto note ai "truffati" dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca.

"Da parte del presidente e della commissione c‘è stata la massima disponibilità - ci ha detto Patrizio Miatello (domani pubblicheremo un'altra intervista dopo l'incontro, ndr) dell'associazione Ezzelino III da Onara - hanno capito che non c'è tempo. Già da lunedì manderemo avanti i documenti, ci saranno sicuramente delle udienze, nel giro di qualche decina di giorni vogliamo che la commissione lavori per certificare le vittime da reato, che è quello che a noi interessa. Perché se ci sono le vittime si può creare un fondo per farli rientrare dei soldi perduti".
Il Movimento 5 Stelle è sceso in piazza coi risparmiatori truffati e non ha perso l'occasione per protestare contro la presidenza della commissione d'inchiesta. "E' la più grande vergogna di questi 5 anni in parlamento - ha detto Federico D'Incà (domani il nostro video con le sue dichiarazioni, ndr) - rispecchia l'incapacità di questo governo di dare delle risposte a chi è qui in piazza. Questa commissione nasce già morta".
I pentastellati promettono già ora per la prossima legislatura una nuova commissione d'inchiesta proprio sulle banche, ma senza Casini al comando: per loro il pericolo maggiore è la prescrizione. "Sarebbe l'ennesima volta - conclude D'Incà - che tutti quelli che hanno perso i soldi sarebbero stati presi in giro, l'ennesima sconfitta di questo stato che è lontanissimo dai cittadini. Perché la prescrizione è la sconfitta dello stato".
Subito dopo la manifestazione sono iniziati gli incontri con la maggioranza; le associazioni hanno incontrato onorevoli e senatori mentre il governo ha rimandato l'incontro e vedrà le associazioni venerdì prossimo.

Con i parlamentari si è parlato proprio del fondo di conciliazione - o come altro verrà chiamato, comunque una forma di rimborso per i truffati - insieme alla possibilità di far partire a novembre i 60 giorni di tempo per presentare la domanda di insinuazione al passivo (chi vanta un credito nei confronti di un'impresa fallita, per sperare di ricevere il pagamento, deve presentare una domanda di insinuazione al passivo fallimentare). 
"C'è la volontà di inserire nel bilancio una risorsa per il fondo di conciliazione per le vittime delle banche - riferisce Patrizio Miatello - non si sa però quanti soldi possano essere, lo stanno decidendo oggi, non ci hanno dato importi. Abbiamo chiesto i due miliardi dei conti dormienti ma sembra non ce ne sia traccia".
Le associazioni, dopo le ennesime promesse seguite alle proteste, promettono pressing a tutta fascia su governo e parlamento e annunciano per domani sera un progetto comune per far pressioni sulla politica. "Devono fare più presto che possono - conclude Miatello - altrimenti ci penseremo noi; ma speriamo facciano tutto loro, per noi sarebbe più difficile e costoso".

Una frase, questa, da soppesare: è un vero ultimatum o l'ultimo, stanco sospiro di speranza?


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