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Alternanza scuola-lavoro, Marina Bergamin del dipartimento "mercato del lavoro" CGIL: bisogna crederci, e poi c'è la parte pratica

Di Sara Todisco Venerdi 23 Settembre 2016 alle 12:55 | 0 commenti

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E' da poco ricominciata la scuola e dopo aver approcciato alcune questioni degli studenti più piccoli con il sempre dibattuto tema del "pranzo da casa o servizio mensa?", passiamo alle novità per i più grandi. Le scuole secondarie di secondo grado (le vecchie scuole superiori) riservano infatti per i propri alunni una novità non indifferente: l'alternanza scuola-lavoro. Si tratta della legge 107/2015 che prevede, oltre al normale decorso di formazione tra i banchi di scuola, un periodo di contatto diretto degli alunni con le aziende inerenti al loro percorso di studi. Un progetto che sarà attivo proprio da questo anno scolastico e sarà attuato negli istituti tecnici e professionali nel secondo biennio e nell'ultimo anno del  percorso di studi con un durata di almeno 400 ore e, nei licei per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio.

Si potrà svolgere durante la sospensione delle attività didattiche nonché all'estero. L'intenzione nell'innovazione è anche quella di non concentrare quest'esperienza nel periodo primaverile come accadeva in passato con gli stage, per i quali tra marzo e aprile si verificava una migrazione massiccia degli studenti nelle aziende, ma creando una razionale spalmatura temporale. L'investimento complessivo è di 100 milioni annui a decorrere dall'anno 2016. Come faranno le scuole a mettersi in contatto con le aziende? È stato istituito un registro nazionale d'intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentiti il Ministero del lavoro  e delle politiche sociali e il Ministero dello sviluppo economico. Non mancherà anche la valutazione finale attraverso una scheda per il percorso svolto. 

Contestualizzando la legge che interessa gli studenti non bisogna ignorare il periodo di difficoltà economica nel quale l'Italia e ancora di più Vicenza, anche per i riflessi del caso BPVi, stanno vivendo. E', infatti, infatti importante far avvicinare i giovani al mondo del lavoro per far cogliere l'importanza di avere un lavoro (ormai è diventato un privilegio di pochi) e la relativa responsabilità e, per far ciò, si richiede anche l'impegno da parte delle aziende di formare giovani fino che fino a poco prima hanno avuto a che fare solo con libri e verifiche. Pensando dunque alla concretezza, che fa di una legge qualcosa di utile e non solo scritto, per la realtà vicentina abbiamo ascoltato l'opinione di Marina Bergamin, del dipartimento mercato del lavoro Cgil Vicenza, che prima di tutto pone la fiducia: "Bisogna crederci, progettare insieme e partire". "L'ispirazione è buona" continua l'ex segretaria provinciale "nel voler collegare le scuole e il mondo del lavoro e nel dare consapevolezza di sé ai ragazzi con l'illustrazione diretta di quale sia, oggi, il mondo del lavoro e quale il contesto territoriale. Poi c'è la parte pratica. Bisogna vigilare perché l'esperienza sia positiva e non si trasformi né in sfruttamento né in ‘vacanza'".
Le Organizazzioni Sindacali regionali  insieme alle Istituzioni preposte (Regione Veneto e Ufficio scolastico regionale in primis) e alle Associazioni datoriali regionali, in merito all'argomento hanno firmato in data 1 giugno un accordo che esplicita valore, modalità e ruoli per rendere lo strumento il più efficace possibile. Il sindacato inoltre - a titolo gratuito - si propone di collaborare in tutti i territori sulle materie che gli competono: salute e sicurezza sul lavoro, diritti e doveri contrattuali, relazioni industriali.

"E' nostra convinzione" conclude Bergamin "che un buon lavoratore sia imprescindibile per fare un buon lavoro. E che, quindi, siano essenziali non solo addestramento e capacità tecnico/intellettuali ma anche consapevolezza dei propri doveri e dei propri diritti, del mondo che cambia. Deve essere a tutti chiaro che, a fronte di trasformazioni tecniche e economiche velocissime, non si potrà mai smettere di studiare. Infine crediamo che la crisi così pesante come quella ancora in corso, si debba affrontare anche migliorando la qualità del lavoro. Investendo, innovando".

Amen.


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