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Avvelenamenti da Pfas o danni da BPVi sulle prime pagine della stampa locale? Risponde il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 24 Maggio 2016 alle 13:03 | 0 commenti

Il 9 maggio scorso abbiamo intervistato in esclusiva per VicenzaPiu.Tv il dr. Antonino Cappelleri, Procuratore capo di Vicenza, perchè ci aggiornasse, per quanto possibile, sulle indagini così ciclopiche sugli eventuali responsabili dello scandalo, che si è consumato ai danni di 118.000 risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza, da fare quasi da contraltare giudiziario all'intervento del fondo... Atlante per salvare l'Istituto arrivato dov'è sotto la conduzione dell'ex presidente Gianni Zonin e dei suoi fidi consiglieri, tra cui gli altri indagati Giuseppe Zigliotto e Samuele Sorato.

In occasione dell'intervista e colpiti dalla crescente attenzione che la carta stampata locale, in contemporanea con la diminuita focalizzazione sull'evoluzione del caso BPVi, stava ponendo su un fenomeno, quello dell'inquinamento da Pfas, un'altra sigla in un periodo in cui le sigle sono spesso sinonimi di "pericoli", prima sistematicamente messo in secondo piano se non completamente ignorato, abbiamo approfittato per parlarne col dr. Cappelleri.

Visto che anche esponenti della cosiddetta "società civile" (l'altra è incivile e chi e come ne decide i componenti?), come alcuni sindacalisti presenti nel gazebo della Cgil in cui si invitavano i cittadini a firmare per abrogare il lavoro accessorio (voucher, ndr), si sono cominciati a porre delle domande, ci è parso utile "estrarre" la parte dell'intervista al procuratore capo di Vicenza che non si sottrae, così come per l'altra "malefica" sigla, la BPVi, alle nostre domande pur col naturale riserbo che gli è e gli deve essere proprio. 

In questi giorni e da un po’ di tempo si sta parlando a livello locale essenzialmente di un problema, quello del Pfas. Fino a qualche tempo fa sul nostro mezzo ne parlavamo ma la richiesta di attenzione pubblica a questo eventuale problema cadeva nel vuoto. Ultimamente c’è stata un’esplosione di attenzione, e ben venga, al Pfas ed anche leggendo la stampa locale si legge di 60.000 persone a rischio tumore, di 250000 avvelenati... Viene un dubbio ad una persona come me che poi fa il giornalista quasi per passione: lanciare messaggi tipo “250000 avvelenati, 60000 a rischio tumori” in questo momento non può essere un classico tentativo di deviare l’attenzione da un problema che oggi comunque sta creando povertà sul territorio grazie a un altro problema che nasce da eventuali infrazioni di leggi esistenti quando la questione Pfas per quanto delicata non aveva ancora dei riferimenti tecnici, legali e scientifici al riguardo. A me viene  questo dubbio.

I numeri di 250.000, 60.000 che lei dice forse corrispondono agli abitanti delle zone interessate, quindi solo in questo senso e in maniera estremamente indiretta possono essere presi come elemento di rischio. Certamente non sarebbe realistico che tutti gli abitanti di una determinata zona patissero danno anche da un eventuale inquinamento pesante.

Ed infatti la mia domanda era in questi termini: siccome non vedo questo rischio per centinaia di migliaia di persone mi sembra un classico sistema per deviare l’attenzione dal problema Banca Popolare di Vicenza.

Il fatto dell’inquinamento derivante dal materiale di scarico di questa azienda (la Miteni, dr) costituisce di per sé un gravissimo episodio di inquinamento perché in sostanza l’inquinamento interessa sia acque superficiali sia la falda per una zona che si è andata estremamente dilatando. C’è una specie di corridoio sostanzialmente, che gira intorno ai monti berici e poi devia verso l’Adriatico, che registra la presenza di queste sostanze. Quindi in sé è un fatto di inquinamento estremamente grave ed estremamente vasto, ma non sembra in questo momento accertato che ci sia e che ci sia stato o che ci possa essere un danno effettivo alla salute di chi consuma questa acqua in maniera diretta o in maniera mediata. Ovviamente le autorità hanno preso già una serie di precauzioni. Per esempio i pozzi che fornivano l’acquedotto hanno dovuto essere chiusi, l’acqua per la potabilità ha dovuto essere prelevata da diverse zone. Questo significa che la struttura pubblica ha sopportato dei costi monetari importanti. Quindi  non è che il fatto sia trascurabile, l’importante è non fare allarmismo quale è quello che possono portare con sé queste cifre che in sé non hanno un vero riferimento.

Mi ha risposto in maniera compiuta, mi rendo conto che non può esprimere giudizi definitivi su sensazioni ma questa conferma che mi dà, che non c’è ancora una evidenza di corrispondenza tra un danno alla saluta possibile e un danno riscontrato in decine di migliaia di persone, può lasciare aperta una ipotesi di manipolazione mediatica di un fenomeno ma questo non lo sto mettendo in bocca a lei sto facendo una mia valutazione su quello che ha detto.

Può essere una manipolazione, può essere una ingenuità, può essere una cattiva ricezione della notizia.

O può essere magari un’attenzione maggiore ad un problema fino a poco tempo fa trascurato…


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