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Azione collettiva di 120 friulani contro la BPVi con Tlc Lawyers: risarcimento di 62,50 euro ad azione! Intanto l'aumento costa 60 milioni

Di Gianfri Bogart Domenica 24 Aprile 2016 alle 12:39 | 0 commenti

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Un esempio in più di come muoversi per cercare di recuperare i soldi persi con le azioni della banca Popolare di Vicenza, ora in via di quotazione in Borsa a 10 centesimi mentre erano state vendute fino a poco tempo fa ai soci ignari fino a 62,50 euro, arriva dal Friuli dove lo studio legale Tlc Lawyers con un team di una ventina di avvocati e grazie ad un'azione promossa dal Movimento difesa del cittadino, ha iniziato i passi per la richiesta di un risarcimento collettivo e integrale chiesto da 120 azionisti ora in lastrico. L'azione "friulana" si affianca (a seguire l'articolo su Il Messaggero Veneto) ad altre analoghe a Udine e Prato oltre che a quella di circa 3.000 soci sul piede di guerra a Vicenza e dintorni, un numero, però, ancora piccolo rispetto agli oltre 118.000 soci complessivi e da incrementare "con coraggio e determinazione" come ci ha detto l'avvocato Franco Conte, presidente di Codacons Veneto nella sua intervista video.

Risarcimento collettivo, firmano 120 friulani
di Maurizio Cescon, da Il Messaggero Veneto
L'esercito dei risparmiatori, dei soci beffati da BpVi e da Veneto Banca, si mobilita. Sono già 120 le sottoscrizioni per l'azione collettiva di risarcimento contro la banca promossa dallo studio legale di Treviso Tlc Lawyers (con un team di una ventina di avvocati) e avallata dal Movimento difesa del cittadino, che ieri ha chiamato in assemblea, all'auditorium Zanon di Udine, circa 150 persone. «Chiediamo il ristoro integrale del prezzo pagato per l'azione di Popolare di Vicenza, cioè 62,50 euro come certificato dal bilancio del 31 dicembre 2013 - spiega il battagliero avvocato Sergio Calvetti di Tlc - non un centesimo di meno. L'azione collettiva parte da una querela in procura, ma è come se fosse una causa individuale. Ognuno ha il suo specifico fascicolo. Ne abbiamo già raccolte 2, 3 mila tra Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia. Le possibilità di vincere? Il 100 per cento».

La gente presente in sala ascolta in silenzio. Facce tirate, preoccupate. E non potrebbe essere diversamente: il loro futuro, almeno dal punto di vista economico, non è rassicurante se hanno investito in titoli di BpVi o Veneto Banca. Molti gli anziani, tutti a digiuno di finanza. Una socia di BpVi, Barbara Venuti, presente alla drammatica assemblea di Gambellara dove fu sancito il via libera alla quotazione in Borsa e all'aumento di capitale, invita all'unità: «Se non mettiamo insieme le forze non otterremo nulla. Siamo 119 mila i soci di questa banca, ma ancora in pochi abbiamo avanzato reclami. Dobbiamo svegliarci».

Eppure c'è, tra i presenti, anche chi ha posizioni a dir poco "timide", nonostante tutta l'acqua che è passata sotto i ponti in questi mesi. «Ma se io faccio la causa - obietta una donna sui 60 anni dall'ultima fila dell'auditorium - è possibile che la banca possa rivalersi su di me? In fondo io quelle carte, quei documenti per comperare azioni, le ho firmate. Non so, vorrei essere sicura di non pagare ancora, più di quanto ho fatto». La risposta è stata dell'avvocato Moschini, anche lui dello studio Tlc. «Mi scusi - ha affermato - è vero che lei ha firmato. Ma lo ha fatto sulla base di un castello di bugie che le hanno raccontato. Se va in una galleria d'arte, vede un bel quadro e glielo vendono per un Picasso e lei sborsa fior di quattrini, poi chi ha torto quando si scopre che quel quadro non è un Picasso, ma una crosta? Non deve temere assolutamente nulla».

L'analisi di Calvetti è stata spietata. «Voi soci siete stati vittime di una manovra di rastrellamento in stile nazista - ha dichiarato il legale dei consumatori -: invece di aprire il gas, vi aprivano letteralmente le tasche quando vi vendevano le azioni. Cosa dobbiamo fare? Pressing sulla magistratura affinchè vengano bloccati i beni di chi ha sbagliato, a partire da Zonin, per arrivare al vecchio Cda, del collegio sindacale, della Consob, di Bankitalia e del Ministero dell'Economia che non hanno vigilato. La cosa che mi ha avvilito di più è accaduta a Vinitaly, due settimane fa. Lo stand di Zonin (è un noto produttore di vino, ndr) era tra i più frequentati, perchè tutti volevano vederlo, anche se lui non è mai arrivato. Fuori c'erano 5 pensionati, dico 5, non un esercito, con dei cartelli di protesta: non li hanno nemmeno lasciati entrare. E poi un'altra cosa è sconcertante: il road show per l'ingresso in Borsa è costato 60 milioni di euro. Vi pare poco?». Il presidente di Mdc Fvg Raimondo Gabriele Englaro è soddisfatto della partecipazione e della coesione. «La gente ci contatta - ha spiegato -, ormai si è rotto il muro del silenzio, della vergogna che tanti provano per quelli che considerano dissesti personali. Chi ha bisogno di assistenza può rivolgersi al nostro sportello di viale Tricesimo a Udine, oppure visitare il sito Internet mdc.fvg.it, o telefonare allo 0432-490180».

Intanto è spianata la strada per l'ingresso in Borsa di BpVi. «Pur avendo letto che preoccupa molto questo tema, sono abbastanza sereno che la tematica del flottante non ci sarà e che la banca avrà moltissime probabilità, se non la quasi certezza di essere quotata». E di farlo il 3 maggio. Lo ha detto l'amministratore delegato della Banca Popolare di Vicenza, Francesco Iorio nella conferenza stampa di venerdì a Milano. BpVi «piace al mercato», ha detto Iorio nel corso della presentazione dell'aumento di capitale e la quotazione. Sul prezzo minimo per le azioni, fissato a 0,10 euro, il banchiere ha invitato a «guardare ai multipli». «Se si andasse sul mercato a 0,10 euro - ha detto - equivarrebbe a un multiplo di 0,38 volte e questo sarebbe un ottimo risultato, un bellissimo valore. Dieci centesimi sono un numerone rispetto ai valori del sistema»"...


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