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Banca Popolare di Bari, titoli invendibili come quelli di BPVi e Veneto Banca: arriveranno sanzioni postume di Bankitalia e Consob?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 29 Agosto 2017 alle 13:13 | 0 commenti

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Non possiamo non premettere una nostra considerazione alla pubblicazione della nota a firma dell'avvocato Anna D'Antuono, consulente Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), sulla domanda di fatto inesistente per le azioni della Banca Popolare di Bari (nella foto la filiale di Vicenza in Corso SS. Felice e Fortunato a Vicenza, ndr) sfuggita, grazie alla sentenza che ha dichiarato nulli alcuni suoi passaggi, alla trasformazione in Spa della Popolari al di sopra di un certo attivo, trasformazione che ha innescato i passi poi mortali per la Banca Popolare di Vicenza e per Veneto Banca.

Le sue azioni sono, teoricamente, negoziabili dal 30 giugno sul mercato Hi-Mtf, un sistema multilaterale di negoziazione che fa capo all'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, Iccrea, Aletti, Banco Popolare e Banca Sella.

Come ha deliberato il Cda dell'istituto il prezzo di avvio degli scambi era di 7,5 euro ma il "fenomeno" dei titoli, che non trovano compratori, come spiega Aduc, appare propedeutico a un crollo di fatto della quotazione.

L'assenza di richieste col periodico e inesorabile abbassamento della soglia a cui possono essere proposte le azioni baresi porta alla evidenziazione di un calcolo, diciamo, non corretto del loro valore che richiama tanto quanto successo a Vicenza e Montebelluna con conseguente dramma per i soci e con le relative sanzioni che arrivano solo ora da Banca d'Italia e Consob.  

Qualcuno intende muoversi ora?

Errare è (dis)umano, ma perseverare sarebbe viscoso...

Il direttore

 

Si è concluso il primo bimestre di scambi all'Hi-Mtf delle azioni Banca Popolare di Bari, scriev quindi l'Aduc. Come abbondantemente prevedibile, si tratta di scambi per modo di dire.

Il regolamento Hi-Mtf prevede, in assenza di un controvalore minimo di scambi, l'ampliamento della banda di oscillazione consentita. Ed è quanto ora accade alla Popolare di Bari col passaggio da 8% a 12%. rispetto al prezzo di riferimento di 7.50 Tradotto in cifre, il prezzo minimo consentito per le vendite del bimestre appena iniziato passa da 6.90 a 6.60. Una variazione perfettamente inutile.

Cosa attende gli azionisti della Banca Popolare di Bari? Altri due mesi perduti, altri due mesi di scambi assenti o quasi. Come se non bastasse, almeno secondo i piani degli amministratori della banca, ne trascorreranno poi altri otto.

I successivi passaggi del regolamento prevedono infatti, di bimestre in bimestre, l'allargamento della banda a:

- 16%, che corrisponde ad un prezzo minimo in vendita di 6.30 euro;
- 20%, che corrisponde ad un prezzo minimo in vendita di 6.00 euro;
- 24%, che corrisponde ad un prezzo minimo in vendita di 5.70 euro;
- 28%, che corrisponde ad un prezzo minimo in vendita di 5.40 euro.

Anche un prezzo minimo di vendita per le azioni a 5.40, data una banda di oscillazione al 28%, rappresenta un valore ancora molto alto rispetto alle altre banche quotate comparabili con la Popolare di Bari. Non ci sarebbero scambi nemmeno a tale livello, pertanto.

L'unico effetto di tutto ciò è che, di bimestre in bimestre, gli amministratori della Banca Popolare di Bari avranno nel complesso guadagnato un anno di tempo. Magari sperano in un forte rialzo delle altre banche quotate, rialzo che interesserebbe anche la valutazione della Popolare di Bari e renderebbe meno clamoroso il tracollo del prezzo.

Nel mentre, migliaia di azionisti dovranno di volta in volta tornare in agenzia per impartire una nuova e perfettamente inutile disposizione di vendita ad un prezzo, ribassato, inutile come il precedente. Il tutto imprecando contro i dipendenti, anche loro costretti ad un enorme aggravio di lavoro e di stress.

Ci rivolgiamo al presidente della Banca Popolare di Bari, Dott. Marco Jacobini, e lo invitiamo a raccontare la realtà riguardo i titoli dell'Istituto, come Aduc ha fatto da tempo, e ad assumere gli opportuni provvedimenti necessari ad una vera quotazione delle azioni e -non dimentichiamole- delle obbligazioni subordinate dell'istituto.

Anna D'Antuono
Avvocato, consulente Aduc

 


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