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Banca Popolare di Vicenza, Rolando: discontinuità nei fatti per favore

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 27 Aprile 2016 alle 16:36 | 0 commenti

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Riceviamo da Giovanni Rolando, Pd Vicenza e socio BPVi, e pubblichiamo
A Vicenza decine di migliaia cittadini soci risparmiatori e famiglie, artigiani e imprenditori, il sistema economico e il territorio stanno vivendo un momento drammatico a causa del disastro della Banca Popolare. Vero disastro di cui anche solo poche settimane e giorni fa non se ne prevedevamo la dimensione e la profondità. La pubblicazione del “prospetto informativo” emesso dalla Popolare in questi giorni lascia pochi margini alla speranza di poter risalire la china.

Se si pensa poi agli stipendi attribuiti al presidente Zonin, ai consiglieri del cda e ai dirigenti per una decina di milioni di euro annui, allo scoramento si aggiunge la rabbia. Ora si vede con ancor più chiarezza la situazione e tutte le difficoltà del processo di aumento di capitale. E’ sufficiente leggere, con una certa angoscia, la “scheda prodotto” relativa alle azioni oggetto dell’aumento di capitale. Dieci centesimi sono un “numerone” dichiara Iorio in un albergo milanese all’atto di presentare l’offerta pubblica e “la Popolare andrà in borsa”. La speranza è pur sempre l’ultima a morire. Perso per perso tanto varrebbe rischiare un’ultimissima volta. Senza esagerare naturalmente. Per chi volesse aderire all’aumento di capitale deve farlo entro giovedì 28 prossimo alle ore 13. Salvo proroghe. Tenendo conto che l’operazione di collocamento sta risentendo delle difficoltà oggettive. Cui si aggiungono, per i vecchi soci, le complicazioni della procedura e il limite dei sette giorni di tempo, tra cui due di festa, per consentire la sottoscrizione delle nuove azioni; e la liquidità da trovare subito dove “hai il deposito delle azioni”.
Ho seguito le esposizioni/ relazioni / conclusioni di Iorio all’assemblea “informale” dei soci al teatro comunale di Vicenza (8/02/2016), alla successiva assemblea a Gambellara (26 marzo) votando sì alla trasformazione in spa e sì alla richiesta dell’azione di responsabilità nei confronti dell’ex vertice all’assemblea in sala Palladio in Fiera ad inizio aprile. Bocciata. Con una procedura a dir poco originale: i non votanti e assenti sono stati conteggiati come contrari.  Ma l’azione di responsabilità si potrebbe riprendere. Si deve riprendere. Per dare effettivo carattere di discontinuità nella gestione. Francesco Iorio chiede le dimissioni di Zonin dalla presidenza della Fondazione Roi. Bene. In tal senso penso che sarebbe utile un’espressione pubblica ufficiale, urgente, votata anche dal consiglio comunale di Vicenza, dopo che il vice sindaco Bulgarini ha chiarito e chiesto scusa per le risposte all’interrogazione di alcuni consiglieri presentate sulla gestione della Fondazione Roi, settimo azionista della Popolare con lo 0,51% che ha votato no all’azione di responsabilità.
C’è bisogno di discontinuità. Radicale. Nei fatti e non solo a parole. Anche dalle piccole cose, si fa per dire, si vede se si imbocca la strada giusta. Unicredit ha firmato l’impegno per la garanzia dell’intero miliardo e mezzo di euro necessario alla ricapitalizzazione, e ai tentennamenti è entrato in campo il fondo Atlante. E’ la risposta che il “sistema” dà a tutta questa vicenda. Vedremo come nei prossimi giorni andrà il collocamento. Sarebbe importante che tutto avvenisse, in discontinuità col passato di opacità, nella totale trasparenza. Per il bene della banca e dei risparmiatori.


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