Da Bankitalia alla Commissione oltre 4200 fascicoli, una mole sterminata di pagine: le prime anomalie della Vigilanza su BPVi
Sabato 21 Ottobre 2017 alle 12:51 | 0 commenti
L'elenco definitivo dei documenti di Bankitalia, scrive Gianluca Paolucci su la Stampa che riprendiamo parzialmente per i contenuti ceh riportava sempre ieri anche CorSera a firma di Fiorenza Sarzanini, arriverà (alla Commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche, ndr) solo lunedì. Poi passerà ancora qualche giorno prima che i tutti i documenti arrivino a palazzo San Macuto, sede della commissione d'inchiesta sul sistema bancario. Giorni necessari per catalogare, in via Nazionale la grande mole di documenti - oltre 4200 fascicoli, una mole sterminata di pagine - che saranno messi a disposizione dei parlamentari.
I documenti, si spiega, saranno classificati secondo tre categorie: consultabili, riservati (protetti dal segreto bancario) e secretati (perché riguardanti indagini in corso e dunque coperti da segreto istruttorio).
Questi ultimi saranno consultabili dai componenti della commissione secondo una procedura di sicurezza e alla presenza degli uomini della Guardia di finanza. Solo una volta terminata la consultazione dei documenti ci sarà l'audizione del governatore, Ignazio Visco.
I fascicoli conterranno tutta la corrispondenza intrattenuta con le sette banche oggetto dell'esame della commissione, le segnalazioni alle procure competenti, la corrispondenza con Bce e la Consob. Una mole sterminata, che dovrebbe dimostrare come Banca d'Italia ha fatto sempre il proprio dovere, mentre le eventuali mancanze sono avvenute da altre parti...
Ma con il clima attuale, con le critiche nei confronti dell'operato di via Nazionale che arrivano praticamente dall'intero arco costituzionale, non è escluso che qualcosa possa ritorcersi contro la stessa Bankitalia (e la sua... Vigilanza gestita da Carmelo Barbagallo - nella foto -, ndr).
Ad esempio, le comunicazioni con la Banca Popolare di Vicenza della primavera del 2013, relative all'operazione di aumento di capitale da oltre 500 milioni di euro che l'istituto guidato da Gianni Zonin si apprestava a lanciare. Bankitalia approva l'operazione, in parte destinata dichiaratamente ad «ampliare la base sociale» anche finanziando i promessi soci con soldi della banca. Via Nazionale ricorda però che le azioni comprate con i soldi della banca vanno scomputate dal patrimonio. Esattamente quello che Vicenza non farà , che non aveva fatto per anni e che è alla base del disastro dell'istituto. Controllerà Bankitalia che a Vicenza abbiano seguito le sue indicazioni? Sì certo. Due anni dopo, quando il cappello del controllare passa alla Bce ed esplode il bubbone. Solo che ormai è troppo tardi.
Sempre nel 2013, Bankitalia segnala a Vicenza come il fondo per l'acquisto di azioni proprie fosse troppo «pieno», malgrado le regole imponessero l'autorizzazione di via Nazionale per superare il 5% del capitale e questo limite fosse superato. Cosa succede poi non si sa. Si sa solo che il fondo azioni proprie veniva riempito con gli acquisti dai soci che chiedevano sempre più numerosi di uscire e svuotato per comunicare i dati a Bankitalia. Una pratica talmente consolidata da avere anche un nome commerciale nelle mail interne dei manager: «Campagna svuotafondo». Ma anche questo si saprà solo due anni dopo quella lettera di Bankitalia.
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