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Bankitalia, Elio Lannutti: "due pesi e due misure, favorevole con amici di UBI Banca, spietata con CariChieti e Bene Banca". VicenzaPiù: come con BPVi e Veneto Banca?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 14 Settembre 2017 alle 23:00 | 0 commenti

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Pubblicato alle 21.37, aggiornato alle 23.00. Oggi ci ha scritto Silvano Trucco, l'ex dg di Bene Banca, che sta ricostruendo per noi la storia dello strano commissariamento della piccola BCC di Vagienna nel cuneese e vari incroci con la longa manus di Banca Popolare di Vicenza, coccolata da Banca d'Italia, ormai è molto più che un'ipotesi, almeno tanto quanto Ignazio Visco alla sua guida si è accanito contro Veneto Banca e, denuncia Trucco, contro lui, il suo presidente e, di fatto, 70.000 tra soci e correntisti della banca commissariata... "precauzionalmente". Stavamo pubblicando proprio oggi la settima puntata della ricostruzione del dg "commissariato" delle vicende addebitategli da Palazzo Koch ma che lo vedono sempre di più estraneo a loro, anche per la loro inconsistenza fattuale.

Ma la sua prefazione al post di Elio Lannutti, oltre che l'ulteriore denuncia del presidente di Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari) tra i primi accusatori fin dai primi anni del 2000 di Gianni Zonin e delle sue operazioni, giustifica il rinvio a domani della settima puntata.

Il direttore

 

Con ogni probabilità, ci scrive, infatti, Silvano Trucco il post in oggetto verrà ripreso da qualche giornale italiano. In ogni caso dalla lettura traspare una disparità di trattamento disarmante. Ad Ubi Banca neanche le sanzioni, a Bene Vagienna addirittura il commissariamento! Ma i questionari mancanti per Bene Banca erano la bellezza di 131 a far data dall'entrata in vigore del D.Lgs 231/07 (ossia primi mesi del 2008) fino alla chiusura degli accertamenti del 15.2.2013 dell'ultima visita ispettiva. Ossia in 5 anni aperte ben 131 anagrafiche (e non è detto che i rapporti continuativi aperti fossero di pari numero, dovendo eliminare dal computo gli eventuali cointestatari di rapporti pluri-intestati) su circa 70.000 clienti, una percentuale dello 0,18%, degna per Visco di un commissariamento.

Questa disparità di trattamento grida vendetta se qualche giorno fa Giorgio Meletti su Il Fatto Quotidiano titolava un grande articolo "Bankitalia coccola gli indagati" riferendosi proprio ai vertici di UBI ...

Spero che quanto sopra possa essere utile ai miei legali per la prossima udienza del 26.10.2017 nella causa avanti la Corte di Appello di Roma contro il procedimento sanzionatorio nei miei confronti (mi è stata comminata una sanzione di ben € 61.500, oltre a venire licenziato il 4.7.2013 ad opera del Commissario Duso per giustificato motivo soggettivo - non trattandosi di giusta causa mi è stato liquidato il preavviso - per culpa in vigilando proprio sull'antiriciclaggio ...)

Peccato che la culpa in vigilando contestata era relativa all'operato di un dipendente che per normativa di vigilanza deve essere totalmente autonomo e completamente indipendente... Come potessi vigilare, poi, è un mistero, come un mistero appare, ogni giorno che passa sempre di più, tutta l'azione di... vigilanza di Bankitalia .

Grazie dell'attenzione.

A disposizione per ogni evenienza.

Silvano Trucco

 

Ecco il post di Elio Lannutti

Rileggendo in modo analitico gli atti della Magistratura (Avviso di garanzia Procura di Brescia ai responsabili antiriciclaggio di Ubi Banca + altri, Avviso di conclusione delle indagini Procura di Milano a vertici ed ex vertici di IW Bank (Banca del gruppo Ubi Banca specializzata nella gestione degli investimenti con prodotti e servizi di Consulenza, Pianificazione Finanziaria, Banking e Trading, ndr)e informazioni contenute nel documento di registrazione depositato da Ubi Banca in data 09 giugno 2017, in occasione dell'aumento di capitale) emerge una situazione definibile a dir poco inquietante circa il rapporto tra vigilanza e vigilati.

In estrema sintesi:

04 settembre 2015 Banca d'Italia dispone accertamenti sul Gruppo UBI Banca in tema di rispetto della normativa in materia di trasparenza delle operazioni e correttezza delle relazioni con la clientela e di contrasto del riciclaggio;

03 dicembre 2015 la procura di Milano manda la GdF in IW Bank contestando i seguenti reati: con riferimento ad IW Bank, il 3 dicembre 2015 è stato notificato ad alcuni consiglieri ed ex consiglieri e dirigenti ed ex dirigenti di IW Bank un "decreto di perquisizione locale e sequestro" contenente anche un "avviso di garanzia" in qualità di persone sottoposte ad indagini ai sensi degli artt. 369 e 369-bis del c.p.p., emesso nei loro confronti dalla Procura di Milano. I reati dei quali viene supposta l'infrazione e quindi contestati sono l'associazione a delinquere ex art. 416 c.p., il riciclaggio e il concorso in riciclaggio ex artt. 110 e 648-bis c.p., l'autoriciclaggio e il concorso in autoriciclaggio ex artt. 110 e 648.1-ter c.p. nonché il reato penale tributario (e relativo concorso ai sensi dell'art. 110 c.p.) di "sottrazione fraudolenta dei beni al pagamento delle imposte" ex art. 11 D.Lgs. n. 74/2000. È infine anche contestata la supposta violazione degli obblighi, sanzionati penalmente, di adeguata verifica ex art. 55 D.Lgs. n. 231/2007.

Il 22 marzo 2016 Banca d'Italia ha reso noti alla Capogruppo gli esiti di detti accertamenti, che si sono conclusi con un giudizio parzialmente sfavorevole a motivo della contenuta ampiezza e scarsa incisività dell'azione di governo, gestione e controllo dei rischi di non conformità. In particolare, con riguardo ai profili di trasparenza e correttezza nelle relazioni con la clientela nell'ambito dell'operatività assoggettata alla disciplina del TUB, sono state rilevate debolezze negli assetti interni, nei processi operativi e nei controlli, non sempre in grado di garantire il contenimento dell'esposizione ad alee di natura legale e reputazionale. Inoltre sono emerse carenze nel governo dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo e anomalie in materia di adeguata verifica. In relazione alle suddette carenze, limitatamente all'ambito antiriciclaggio, è stata avviata nei confronti di UBI Banca, ai sensi dell'art. 56 del D.Lgs. n. 231/2007, una procedura sanzionatoria amministrativa per carenze nell'organizzazione e nei controlli di settore e per anomalie nelle attività di adeguata verifica, alcune delle quali hanno influito anche sull'alimentazione dell'archivio unico informatico. N.B. il giudizio "parzialmente sfavorevole" è il penultimo gradino nella scala delle valutazioni di Banca d'Italia.

18 gennaio 2017 il fondo di risoluzione (di Banca d'Italia) vende le tre banche risolte ad Ubi per un euro.

31 gennaio 2017, Banca d'Italia informa - valutate le controdeduzioni presentate e tenuto conto del complesso delle informazioni disponibili, anche con riguardo alle iniziative correttive assunte - di aver ritenuto di non dare seguito all'iter sanzionatorio.

25 maggio 2017 la Procura di Brescia consegna avvisi di garanzia ai massimi vertici dell'antiriciclaggio di Ubi Banca.

18 luglio 2017 La Procura di Milano consegna avviso di conclusione indagini a vertici ed ex vertici di IW Bank con accuse gravissime. Il tutto condito dalla seguente irritante affermazione (datata 14 giugno 2017) del governatore della Banca d'Italia "Su Ubi non abbiamo informazioni, leggiamo i giornali come lei, se ci saranno fatti gravi sarà la Bce che interverrà'".


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