Bond subordinati in calo, Il Sole 24 Ore: BPVi e Veneto Banca ai minimi
Sabato 11 Febbraio 2017 alle 10:22 | 0 commenti
 
				
		
di Nicola Borzi, da Il Sole 24 Ore
I bond subordinati restano l'indicatore principale per capire cosa pensa il mercato della situazione delle banche in difficoltà . Se si guarda ai valori segnati sui mercati dai titoli quotati, la prognosi resta riservata per Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, i due istituti salvati dal Fondo Atlante che ne è ora proprietario. Anche perché nei giorni scorsi Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr che gestisce Atlante, azionista unico di Popolare Vicenza e Veneto Banca, non ha escluso in alcune dichiarazioni pubbliche un intervento dello Stato nelle due banche venete. Intervento che potrebbe prendere la forma di una ricapitalizzazione precauzionale di minoranza, coinvolgendo però, come successo a dicembre in Banca Mps, anche i bond subordinati sui quali finirebbe parte dell'onere del "burden sharing". Si tratterebbe in sostanza di una replica, pur con alcune differenze, di quanto avvenuto a fine dicembre con Monte dei Paschi di Siena.
Il mercato, sul quale i titoli già scontavano valutazioni  severissime, ha reagito immediatamente. Le vendite sui titoli junior  delle due ex Popolari sono tornate e i corsi si sono ulteriormente  inabissati, mentre i rendimenti sono ormai vicinissimi ai massimi  toccati a fine dicembre, quando gli investitori temevano per la  situazione del comparto in attesa del provvedimento a sostegno del  settore da parte del Governo. Se si guarda ai dati registrati dal  database di Skipper Informatica a fine seduta del 7 febbraio, nella  classifica dei rendimenti di un centinaio di bond subordinati bancari  trattati sui mercati italiani svettano ai primi posti quattro titoli con  scadenze superiori a un anno dei due istituti controllati da Atlante.
Al  primo posto di questa classifica "inversa", con un rendimento effettivo  netto annuo del 65,1% e un prezzo di 56,11 segnato sul mercato EuroTlx  c'è il titolo Vicenza scadenza 28 dicembre 2018 cedola 8,5% e codice  Isin IT0004781073. Lo segue con un rendimento del 42,67% e un prezzo di  66,19 il subordinato della Vicenza scadenza 24 giugno 2018, Isin  IT0004724214. C'è poi l'obbligazione subordinata scadenza primo dicembre  2025 call di Veneto Banca Isin XS1327514045, con un rendimento del  25,39% e un prezzo di 40,53.
Ma i problemi non si fermano ai bond  subordinati delle due banche venete. Nei giorni scorsi il Tesoro ha  varato il provvedimento che estende anche a Veneto Banca e Popolare di  Vicenza la garanzia di Stato sulle emissioni obbligazionarie. La mossa  fa seguito a quella identica che nelle settimane precedenti aveva  riguardato Monte dei Paschi di Siena. Il motivo è semplice: entro fine  anno i tre gruppi creditizi hanno in scadenza in complesso 139 titoli  obbligazionari (45 Mps, 44 Popolare di Vicenza, altri 49 Veneto Banca)  per un controvalore combinato di poco più di 10,2 miliardi (7,8 Mps, 1  la Vicenza e 1,43 Veneto Banca). Tornare sul mercato in queste  condizioni sarebbe difficilissimo: il collocamento di bond richiederebbe  cedole altissime. La garanzia pubblica ha così consentito sino a oggi a  queste tre banche di piazzare cinque titoli garantiti per garantirsi  l'accesso al mercato e tenere sotto controllo la situazione della  liquidità, uno dei principali fronti di criticità.
 Mps ha  così collocato un annuale da tre miliardi cedola fissa 0,5% e un  triennale da 4 miliardi al tasso fisso dello 0,75%; Popolare di Vicenza  ha collocato un bond garantito triennale da tre miliardi al tasso fisso  dello 0,5%; Veneto Banca infine ha realizzato due emissioni: una  biennale e una triennale, entrambe da 1,75 miliardi, con tasso annuo  dello 0,4 e 0,5%; infine, sottoscritte integralmente dall'emittente che  "verranno vendute sul mercato o utilizzate come collaterale a garanzia  di operazioni di finanziamento". Queste operazioni sono sostenute dal  decreto «Salva risparmio» di fine dicembre, che consente al Tesoro di  intervenire con aiuti nel capitale delle banche in difficoltà fino a 20  miliardi.
Così come il decreto «Salva risparmio», però, è da fine  dicembre che sono sospesi dalle contrattazioni su decisione dalla Consob  tutti i titoli quotati sui mercati regolamentati e sugli  internalizzatori sistematici di Monte dei Paschi di Siena. Una misura  che non riguarda solo le azioni e i bond subordinati ma anche tutti i  titoli obbligazionari senior di Rocca Salimbeni, oltre un centinaio di  emissioni che valgono complessivamente una trentina di miliardi. La  Consob ha prorogato la sospensione «fino a quando, anche in esito alla  definizione e approvazione del programma di rafforzamento patrimoniale  di Banca Mps da parte delle competenti autorità, non sarà ripristinato  un corretto quadro informativo sui titoli». Sono centinaia di migliaia i  risparmiatori coinvolti che da fine 2016 attendono di sapere quando  saranno in condizione di poter smobilizzare i propri investimenti.
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