Giuseppe Mussari non ha dunque colpe nel disastro del Monte dei Paschi di Siena? Non esageriamo. La sentenza della Corte d'appello di Firenze che l'ha assolto dall'accusa di ostacolo alla vigilanza va presa per quello che dice. Visto che la Commissione parlamentare d'inchiesta, inquinata dalle strumentalizzazioni politiche, non aiuta quanto potrebbe, chi vuol capire deve tenere il timone fermo sulla rotta indicata dai fatti. I quali pongono tre questioni. La prima è che dieci anni fa Mussari ha investito 17 miliardi per comprare la banca Antonveneta che ne valeva 3.
Continua a leggere
Egregio direttore, nella vicenda delle banche popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, pensavamo di aver visto di tutto, ma non è così. Dopo la surreale farsa della liquidazione coatta amministrativa quale scelta obbligata ed improvvisa (con complicatissimi contratti di moltissime pagine già pronti nei cassetti) arriva la nomina, da parte di Banca di Italia, di Fabrizio Viola quale liquidatore nella liquidazione coatta amministrativa. Si, quel dott. Fabrizio Viola già A.D. di Banca Popolare di Vicenza ed imputato eccellente nel processo di Milano per false comunicazioni sociali e manipolazioni del mercato, fatti commessi in veste di amministratore di Monte dei Paschi di Siena, dove Banca d'Italia si è dichiarata parte offesa (anche se per alcuni non fu indenne dal "generare" l'offesa, ndr).
Continua a leggere
Ricordate la commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche? Quella che avrebbe dovuto fare luce sulla gestione disastrosa del sistema creditizio italiano negli ultimi lustri? Quella che avrebbe dovuto spiegare cosa è andato storto, dal Monte dei Paschi di Siena fino a Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza? O che avrebbe potuto sciogliere i residui dubbi riguardo le pressioni di Maria Elena Boschi sull'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni per salvare Banca Etruria?
Continua a leggere
Ventiquattro miliardi e e 411 milioni. È l'ammontare a carico di Stato e privati (senza contare vecchi soci risparmiatori e obbligazionisti, ndr) per i salvataggi del settore bancario in Italia, dalle good banks a Mps alle venete. La stima tiene conto degli investimenti andati definitivamente in fumo e delle somme anticipate, comparate con i valori medi che oggi il mercato riconoscerebbe agli asset sottostanti (azioni e Npl) nel caso in cui si dovessero chiudere immediatamente tutte le partite: del conto finale, oltre la metà (13,2 miliardi) sarebbe a carico dei contribuenti, ma altri 11,2 miliardi dei privati.
Viste le partite tuttora aperte, il conto è provvisorio. Ma fa comunque una certa impressione: 24 miliardi e 411 milioni. È l'ammontare a carico dello Stato e dei privati per i grandi salvataggi del settore bancario in Italia, dalle good banks a Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Quaestio Holding SA ("Quaestio") e Cerved Group SpA ("Cerved"), società controllata da Cerved Information Solutions SpA, hanno siglato un'intesa per una partnership industriale nelle attività di special servicing ("Partnership") ed hanno contestualmente raggiunto un accordo con Banca Monte dei Paschi di Siena SpA ("BMPS") per l'acquisto della piattaforma di recupero crediti deteriorati di BMPS. La Partnership prevede, inter alia, la costituzione di una società ("Newco") che sarà detenuta per il 50,1% da Quaestio e per il 49,9% da Cerved.
Continua a leggere
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il governatore della Banca d'ItaliaIgnazio Visco sono molto contenti. Il crac della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, lasciate marcire per anni da una Vigilanza bancaria distratta se non complice, è stato risolto impegnando 17 miliardi dei contribuenti, ma era "l'unica soluzione, comunque la migliore". E adesso, soprattutto, ci assicurano che la crisi bancaria è finita, che è tutto a posto, non ci sono altre minacce in vista. È vero, lo avevano già detto il 22 novembre 2015, dopo il come sempre frettoloso e sgarruppato bail-in all'italiana di Banca Marche, Etruria, Cassa Ferrara e Carichieti.
Continua a leggere
La crisi delle due banche popolari venete rischia di trascinare a picco, oltre a un pezzo dell'economia nazionale, anche il governo e i vertici della Banca d'Italia. La situazione è disperata al tal punto che da ieri si contano due novità di rilievo. Stando a quanto risulta al Fatto, Paolo Gentiloni ha deciso di intervenire e ha parlato della sorte di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con Angela Merkel durante i colloqui del G7 a Taormina. In sintesi, il premier avrebbe chiesto alla cancelliera di ammorbidire la posizione tedesca - che a Bruxelles conta più di qualunque altra cosa - sulla vicenda nella speranza così di ammorbidire anche la Commissione europea.
Continua a leggere
In questo periodo è massima l'attenzione sul salvataggio delle due ex Popolari venete intrapreso dal suo nuovo management che ruota intorno a Fabrizio Viola, scelto dal socio di fatto unico, il Fondo Atlante, che lo ha nominato ad di Banca Popolare di Vicenza e presidente del comitato esecutivo di Veneto Banca, salvataggio per il quale è preliminare ai previsti consistenti tagli dei costi e all'immissione altrettanto pesante di nuovi capitali, almeno 3.5 miliardi, il successo della proposta di transazione avanzata a 94.000 soci della banca vicentina e a 75.000 di quella montebellunese. Ci arrivano in quest'ambito due note, una da Riccardo Federico Rocca dell'omonimo studio milanese e l'altra da un lettore affidabile che preferisce mantenere pubblicamente l'anonimato ma che ci gira, facendolo suo, il commento che circola in ambienti vicentini qualificati su un articolo di Lettera 43.