Quotidiano | Rassegna stampa | Categorie: Banche, Economia&Aziende

BPVi e Veneto Banca, Righi su CorSera: transazione, prendere o... si chiude. Sette in corsa per dieci miliardi di sofferenze

Di Rassegna Stampa Lunedi 6 Marzo 2017 alle 19:43 | 0 commenti

ArticleImage

Due date, tre miliardi di perdite e una montagna di sofferenze a cui trovare un prezzo. La primavera per le due ex popolari venete è ancora lontana. Sulla loro strada il primo nodo si scioglierà la prossima settimana, il secondo otto giorni dopo. Mercoledì 15 marzo scadrà il termine per le adesioni alla Opt di Veneto Banca, l'Offerta pubblica di transazione. Il 22 arriverà a termine l'offerta della Banca Popolare di Vicenza. Solo allora, contando le adesioni, sarà possibile capire quanti soci avranno deciso di rinunciare a ogni possibile azione legale in cambio di 9 euro (6 per la Veneto), mantenendo però il possesso azionario. Sarà un dato chiave per stimare l'impatto delle possibili cause civili residuali e il loro peso sui bilanci futuri. Non ci saranno, è il caso di sottolinearlo, offerte al rialzo all'ultimo minuto, non ci sarà un intervento salvifico dello Stato per i 170 mila soci oggetto dell'offerta. Prendere o lasciare. Dare fiducia ancora un volta, recuperando il 15 per cento di quanto venne investito, o indicare la strada della chiusura.

Difficile pensare che il target dell'80 per cento fissato dal presidente della Vicenza, Gianni Mion, possa essere raggiunto. Ma forse basterebbe avvicinarsi per dare una speranza di continuità a un progetto a cui stanno venendo meno i fondamentali.

Crediti dubbi BPVi  e Veneto Banca al 30 giugno 2016Infatti, l'esercizio 2016 dovrebbe chiudersi, per le due banche nel loro complesso, con perdite attorno ai 3 miliardi di euro. Ma soprattutto, considerando gli ultimi dati di bilancio disponibili, risalenti al 30 giugno 2016, è evidente - si nota nella tabella in pagina - lo svuotamento delle casse e l'impoverimento dei margini che derivano da una profonda crisi di fiducia nella clientela, dopo la ventennale gestione che ha fatto capo a Gianni Zonin (per un ventennio presidente oltre che 16 anni nel cda, ndr) e (negli ultimi tempi, ndr) Samuele Sorato a Vicenza e a Vincenzo Consoli e Flavio Trinca a Montebelluna. La situazione è estremamente complessa e fragile. La Vicenza ha accantonato 94,38 milioni per il contenzioso azioni e Veneto 101,972 milioni. In entrambi i casi cifre inadeguate per far fronte ai 210 mila azionisti complessivamente truffati dalle precedenti gestioni e a un capitale azzerato dai precedenti 11 miliardi. Ed è questo che allarma il socio di controllo Fondo Atlante, che ha già versato nelle casse delle due banche 3,5 miliardi di euro negli ultimi nove mesi senza vedere effetti di sostanziale inversione della tendenza.
Questione di prezzo

Sul piano operativo, se le adesioni alla Opt dovessero essere in numero confortante, si aprirebbe la partita dei Non performing loans (NPL, ndr), ovvero dei prestiti erogati e non restituiti alle banche. Complessivamente sono 17,285 i miliardi di euro non rientrati e di questi 10,165 miliardi non sono ancora stati spesati a bilancio. È una partita particolarmente ricca che ha attirato l'attenzione di sette operatori: Fonspa, Prelios, Fortress attraverso Italfondiario, Cerved, Lone Star, Pimco e Banca Ifis.

In un recente intervento, il governatore della Banca d'Italia ha evidenziato come, storicamente, i Non performing loans valgano in Italia il 41 per cento del valore facciale e che solo la crisi degli ultimi anni ha compresso questo valore di sistema al 36 per cento. A quanto verranno cedute le sofferenze delle due ex popolari venete? Se, come sembra, gli acquirenti intendono muoversi con le loro offerte attorno al 20 per cento, sono evidenti le proiezioni sui possibili ricavi. Sulla partita che andrà ad aprirsi c'è molto interesse. Dal lato della banca la cessione necessaria dei prestiti non performanti aprirà un buco a bilancio tanto più grande quanto sarà ampio lo scostamento del prezzo di vendita dal prezzo caricato a libro. Un vuoto che andrà successivamente colmato da ulteriori aumenti di capitale che dovranno ricostituire una solidità patrimoniale venuta meno. E su questo si è anche acceso il faro della Vigilanza europea, che sta analizzando i progetti di bilancio considerando le due banche stand alone, perché sono ancora troppe le variabili sul tavolo. Ad iniziare, appunto, dalle adesioni alla Opt.

Sullo sfondo, al pari di quanto sta accadendo a Siena con il Monte dei Paschi, l'entrata dello Stato nel capitale. Ipotesi non remota, che apre a scenari di rara complessità: entrambi gli istituti hanno una struttura ridondante del personale, soprattutto nell'ipotesi di creazione di una banca unica, ipotesi che renderebbe pleonastica almeno una delle due strutture centrali. Come interverrebbe in quel caso lo Stato?
Il rientro del mattone

Intanto, operativamente, il consiglio di amministrazione della Vicenza, che si è riunito martedì scorso nel capoluogo berico, ha sospeso la procedura di vendita del proprio portafoglio immobiliare inizialmente affidata a Equita. I sondaggi di mercato aprivano un delta troppo ampio tra i prezzi di carico e di possibile realizzo, anche in presenza di palazzi storici, nel centro di Milano e Roma.

Procede invece, con un mandato agli inglesi di Elm, l'alienazione delle attività di Nem, ovvero Nord Est Merchant, la cassaforte in cui in passato sono state racchiuse le partecipazioni. La società ha registrato interesse di alcuni fondi per le partecipazioni in portafoglio, al momento una quindicina, tra cui Corvallis, Doreca, Braccialini, Polynt, Manutencoop, Forexchange e Sirti. L'obiettivo è noto: fare cassa e alleggerire una struttura sovradimensionata per le esigenze future dell'istituto di credito.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Lunedi 26 Novembre 2018 alle 10:21 da Luciano Parolin (Luciano)
In Per Colombara troppi supermercati in apertura a Vicenza: ad approvarli fu l'amministrazione di cui faceva parte

Sabato 17 Novembre 2018 alle 00:12 da Kaiser
In IEG, dimissioni anticipate di Matteo Marzotto: scoperta la rappresentanza sia pur minima di Vicenza a Rimini a poco da sbarco in Borsa

Martedi 13 Novembre 2018 alle 23:55 da Kaiser
In Fare i conti con l’Europa o per l’Europa, l'ex ministro Padoan a Vicenza: "l'Italia è un paese bancocentrico e ha un problema di credibilità"
Gli altri siti del nostro network