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Carmelo Barbagallo oggi in audizione presso la Commissione d'inchiesta sulle banche: il 28 agosto 2015 e a maggio 2016 si occupava ancora di Veneto Banca quando toccava alla Vigilanza della BCE dal 2014...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 2 Novembre 2017 alle 09:32 | 0 commenti

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Oggi, giovedì 2 novembre, è il giorno dell'audizione in Commisssione d'inchiesta sulle banche di un protagonsita assoluto, da qualunque parte e comuqnue la si guardi, della crisi delle banche italiane, una decina delle quali, tra cui la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, sono "saltate" sia pure con formule diverse. Oltre al direttore generale della Consob, Angelo Apponi, il presidente Pier Ferdinando Casini darà la parola, infatti, al cinquantanovenne catanese Carmelo Barbagallo, omonimo del nove anni più anziano segretario generale della Uil ma Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d'Italia.

È al suo dipartimento, che di fatto gestisce dal 2009, è demandato il compito di "vigilare" sulla corretta gestione del sistema bancario, anche se da fine 2014, quando però il virus delle crisi era già dilagato, sono sottratte alla sua competenza le banche maggiori passate sotto quella degli organi della BCE

Ma è proprio di un "episodio" di questo, ipotetico e almeno lungissimo, passaggio di consegne che oggi vogliamo parlare, prima ancora che venga sottoposto all"«audito» da qualcuno dei 45 membri della commissione tra presidente, due vice, due segretari, 20 deputati e 20 senatori che di domande ne faranno oggi un bel po' sperando che arrivino anche delle risposte concrete e veritiere.

Infatti, ad oggi, è ancora fuori da quelle stanze, sui media cioè, che vengono rese note le "verità vere" lasciando quelle paludate, di maniera e di "sistema", all'ascolto dei componenti della Commissione che hanno, tutti, poco tempo ( fra poco camere e commissione chiuderanno i battenti per le elezioni politiche del 2018) e, molti, scarsa competenza sulla materia per altro difficile da affrontare visto che i documenti che arrivano sono quelli, troppi, che spesso scelgono gli «auditi» quando magari ne basterebbero molti di meno ma più fattuali.

E su un fatto inedito tra quelli anche da noi portati alla luce ci soffermiamo ora prima che tocchi a Barbagallo oggi e a Ignazio Visco domani spiegarlo.

Ebbene ancora nel Cda di Veneto Banca del 28 agosto 2015, quando Bankitalia non aveva più poteri sulla Popolare di Montebelluna, il consigliere Maurizio Benvenuto e l'allora dg Cristiano Carrus (il presidente era Francesco Favotto) fanno mettere a verbale un fatto rilevante a pagina 9 e 10 dche corrispondono a pagina 10 e 11 del documento che premette il frontespizio con la giusta fonte, "Banca Centrale Europea settore Vigilanza", e su cui cui torneremo in dettaglio perchè fa chiarezza sulla questione delle baciate imputate alla ex Popoalre di Montebelluna.

Ebbene Benvenuto riferisce al Cda di un incontro a Roma con Carmelo Barbagallo che li invita a "un atteggiamento proattivo" sulla questione delle "baciate" contestate per un valore di euro 157.119.553 (a fronte degli oltre 900 milioni evidenziati per BPVI).

Ecco il testo relativo a quelle che, in assenza di precisazioni, possono apparire come indebite pressioni di Barballo, Bankitalia, su Veneto Banca e, indirettamente, su BCE:

"Il dott. Barbagallo ha invitato la Banca ad avere un rapporto pienamente collaborativo con gli ispettori (di BCE, ndr!) per una corretta valutazione del fenomeno, e che sarebbe molto apprezzato un atteggiamento proattivo, invitando quindi ad una collaborazione intelligente, spontanea e in buona fede. Il direttore Generalo Carrus precisa che, dal punto di vista tecnico, il dott. Barbagallo ha chiarito che l'interpretazione dell'assistenza finanziaria deve considerare non tanto la mera consecutio temporis, tra Il finanziamento e l'acquisizione delle azioni, ma più in generale l'acquisizione a leva con l'utilizzo quindi di fondi non propri. Il dott. Barbagallo afferma che Banca d'Italia guarderà molto attentamente la nostra Banca, anche per la singolare situazione verificatasi nella concentrazione di questa problematica in due banche della stessa Regione. Il dott. Barbagallo ha tenuto a sottolineare quindi che, pur accordando a Veneto Banca una posizione di particolare frammentazione di questi finanziamenti, non avendo trovato nell'ispezione particolari importi significativi, ha chiesto la continuazione dell'ispezione da parte del team del dott. Nardone (team della BCE, ndr!), ovviamente chiedendo ancora una volta che vi sia la nostra massima collaborazione..."

Il dr. Barbagallo sembra, quindi, avere un'attenzione particolare nei confronti di Veneto Banca.

Infatti, dopo aver presenziato alla consegna del rapporto ispettivo del 6 novembre 2013, quello che, immediatamente successivo all'altro del 23 luglio 2013 in cui gli stessi ispettori, pochi mesi prima, non riferivano certo di una situazione "letale",  "condanna" la banca a fondersi "in" (e non "con") quella di "elevato standing" proposta o supposta, la BPVi, quando ne aveva i poteri, non solo il 27 agosto 2015 incontra a Roma il consigliere Benvenuto ma a maggio 2016 il nuovo Cda di Ambrosini si presenta a Francoforte alla BCE (sono presenti Ambrosini, de Franceschi e Carrus) e a presenziare all'incontro a sorpresa c'è anche Barbagallo. Dal 4 novembre 2014 Veneto Banca come altre 13 banche italiane era passata alla vigilanza Bce. In che veste quindi è per incarico di chi 19 mesi dopo il passaggio di Veneto Banca alla vigilanza europea agiva ancora Barbagallo?
Barbagallo ha presenziato anche per le altre banche italiane in situazioni analoghe? Per la Banca Popolare di Vicenza è stato altrettanto assiduo di persona?

Tra le molte, altre domande ci piacerebbe che ci fossero anche queste ma ancora di più servirebbe che Barbagallo e/o Visco rispondessero.


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