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Casa Vinicola Zonin con 39.486 azioni BPVi in meno nel 2015, la Fondazione Roi con 39.175 in più: è un caso ma serve chiarezza. Ecco l'elenco dei "soci top 999" dal 349° al 482°

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 25 Marzo 2016 alle 00:01 | 0 commenti

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Nell'articolo di ieri, 24 marzo, a firma DI Roberto Iotti su Il Sole 24 Ore da noi riportato in Rassegna stampa ("Cambio ai vertici di Casa vinicola Zonin: ora comandano Domenico Zonin, figlio di Gianni, e Massimo Tuzzi") e che riferiva del nuovo assetto dei vertici della Casa Vinicola Zonin (CVZ), dopo che Gianni Zonin ha ceduto i gradi del comando, e non solo quelli, si legge: "«In carico a Cvz - spiega ancora l'amministratore delegato del gruppo Zonin (l'ex direttore generale, Massimo Tuzzi, ndr) - c'erano azioni della Banca popolare (di Vicenza, ndr) per un controvalore di 3,7 milioni. Nel corso del 2015 sono stati ceduti i due terzi di questo pacchetto titoli, generando una minusvalenza di 471mila euro...». Un'inezia, a dire il vero, visto che ben pochi dei circa 118.00 soci della BPVi nell'anno domini 2015 hanno avuto il privilegio di monetizzare le proprie azioni.

Anche se avessero voluto perderci ben più del misero 12,7% che ci ha perso la Cantina di Gambellara a fronte di una svalutazione che già ha toccato per tutti gli altri il 90% sui famosi e truffaldini 62,50 euro, chi è stato, infatti, così bravo da trovare acquirenti per la propria "carta"?.

Abbiamo, comunque, dato una controllata, così tanto per scrupolo di umili cronisti web, non certo scriba confindustriali... di paese, ai dati di Cantina Vinicola Zonin sui tabulati dei soci top 999 BPVi, che stiamo pubblicando a blocchi, e sulla lista dal 349° al 482°"posto" che trovate qui in posizione n. 358 con 21.852 titoli c'è la società del nuovo presidente Domenico, che all'assemblea di approvazione del bilancio 2014 della Banca Popolare di Vicenza aveva votato con 61.228 azioni nel suo patrimonio.

Quindi umilmente confermiamo che nel 2015 e dalla data di approvazione del bilancio 2014 sono stati venduti 39.486 azioni dalla Cantina Zonin.

Colpisce una, pura, coincidenza, però, tra i faldoni di dati che stiamo digerendo giorno dopo giorno e, lo confessiamo, con crescente amarezza: la Fondazione Roi, che ormai è più nota per le sue deca milionarie e perdenti scommesse finanziarie e immobiliari che per i due milioni di contributi in tutto e per "statuto" versati al Chiericati, e che ha ancora come presidente il non più presidente oltre che della banca anche della sua società o, meglio, di quella, produttiva e agricola, con sede a Gambellara, all'assemblea di approvazione del bilancio 2014 ha votato avendo con sè 471.026 azioni della BPVi.

E allora?

Sull'elenco dei soci top 999 della BPVi datato "ora", cioè 2016, la Fondazione del marchese Giuseppe Roi, che per statuto dovrebbe occuaparsi di preoccuparsi solo del futuro del Chiericati, detiene 510.201 azioni.

Proprio 39.175 in più ora, dopo un anno e dopo che la CVz nello stesso anno ne ha 39.486 in meno...

Cosa vuol dire questa coincidenza?

Nulla, perchè altri passaggi ci sono tra le innumerevoli società riconducibili a Zonin o a lui vicine, e questi vanno letti con cura perchè potrebbero spiegare tutto e diversamente per una conicidenza che se non fosse tale deporrebbe a sfavore dell'intelligenza, sia pure apparentemente non a buoni fini, di chi l'avesse resa una realtà.

Ma anche perchè a studiare questi dati non siamo solo noi ma soprattutto c'è, per valutarli con maggiore competenza e con più armi, alias documenti e tstimonianze, lo staff del Procuratore Capo Antonino Cappelleri.

Le azioni che mancano alla Cantina Zonin (Cappelleri di certo già lo sapeva che erano 39.486) hanno fatto perdere, ricordiamolo, 471.000 euro a Gambellara e ai suoi vigneti che si estendono dal Veneto alla Sicilia.

Quelle, più meno nello stesso numero, 39.175, acquistate o immesse comunque nel suo patrimonio dalla Roi, la cui cassa ora è vuota dopo averci comprato durante la gestione Zonin poco meno di mezzo milone di titoli di una sola società, sempre presieduta da Giannuzzo, alla quotazione, fasulla, del 2015, cioè 62,50 euro, ammontavano a 2.448.437 euro: un importo superiore ai 2.000.000 versati al Chiericati dal 2009 ad oggi, durante il regno del decaduto Roi... Zonin.

Certo, verrebbe da dire, se la Roi, quella nata per la cultura nobilmente e che rischia di agonizzare miseramente, le avesse comprate da CVZ con uno sconto pari alla sua minus valenza dichiarata di 471.000 euro, almeno la Fondazione avrebbe risparmiato quella cifra sul totale e, almeno per questo, avrebbe potuto ringraziare Gianni Zonin.

Se gliele avesse vendute con lo sconto proprio lui quelle azioni che lui stesso aveva deciso di fargliele comprare.

Ma no, non può essere così, potrebbe configurarsi essere un qualche altro tipo di reato....

Vero Cappelleri? Vero Zonin? Vero Francesco Ioro che ancora non fai trasparenza sulle nostre dieci domande tra cui le vecchie due su Gianni Zonin che qui ricordiamo e che sono sempre più di attualità?

 

Le domande di VicenzaPiù a Iorio su Gianni Zonin
1 - Gianni Zonin e i suoi "possedimenti" non sono ancora "aggrediti" dalla Popolare di Vicenza per gli affidamenti concessi e garantiti dalle sue proprietà, che svanirebbero se dovesse con quelle risarcire i danni?
2 - vuole chiarire le decisioni, tra cui quelle sulla gestione di 29.000.000 di euro di azioni della Popolare di Vicenza e sull'acquisto dell'ex Cinema Corso, prese dal Cda della Fondazione Roi i cui membri di maggioranza, incluso il presidenze Gianni Zonin, sono nominati dalla BPVi?

 


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