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Casini su La7: "elenco primi 100 debitori di Veneto Banca non proviene da commissione d'inchiesta...". Dettagliamo qui l'ipotesi da noi fatta che ci siano debitori post Consoli. Ancora due pesi e due misure con Zonin

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 30 Novembre 2017 alle 00:15 | 0 commenti

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Venerdì 24 novembre il nostro corrispondente da Roma Angelo Di Natale, in un articolo titolato "Processo Veneto Banca, l'udienza preliminare e le rivelazioni simultanee dei primi 100 debitori, dell'era di Consoli ma anche no", scriveva: "...Il Corriere della Sera in perfetta contemporanea  almeno con La Stampa, Il Messaggero e Il Gazzettino..., ha svelato i nomi dei primi cento debitori dell'istituto per entità delle esposizioni... in perfetta sincronia con la prima udienza" del processo contro i vertici della banca all'epoca in cui sarebbe maturato il suo crac.  E stasera su La7 a Lilly Gruber durante Otto e Mezzo Pier Ferdinando Casini ha dichiarato: "Sono convinto che gli elenchi pubblicati dalla stampa non provengano dalla commissione d'inchiesta...!".

Se i documenti della Procura di Roma non sono stati "diffusi" da uno dei 45 componenti della Commissione e se provengano dalla stessa Procura o da chissà chi sarà compito sempre della magistratura accertarlo dopo la denunica fatta il giorno stesso della loro pubblicazione, il 24 novembre, il primo giorno del processo contro Vincenzo Consoli & c., dal presidente Casini.

"Ma... c'è un ma - scriveva il nostro Angelo Di Natale - : proprio le più forti esposizioni rivelate dai quotidiani di oggi (24 novembre, ndr) in perfetta sincronia con la prima udienza attengono (che siano relative a rinnovi di affidamenti o a nuovi fidi, ndd) ad un periodo recente nel quale non erano più in carica i vertici di Veneto Banca sotto processo: l'ex ad Vincenzo Consoli cessato dalla carica nel 2014 e rimasto con il ruolo di direttore generale fino a luglio 2015; e l'ex presidente Flavio Trinca uscito di scena tre anni fa insieme a tutto il Cda...

Se la pubblicazone dell'elenco, subito ripreso dalla nostra stampa locale, secondo il presidente Casini è un giallo, il colore del dubbio diventerebbe ancora più intenso (di male odore) se fossero riscontrati da chi di dovere i dubbi che abbiamo anticipato il 24 stesso sulle date di competenza di alcuni "debiti" che sarebbero in buona parte post Consoli, tanto per intenderci, mentre la lettura dell'elenco nel giorno del processo induceva ad associare i "debiti" esclusivamente con l'accusato principe dei fatti Veneto Banca.

Oggi riusciamo a dettagliare alcune ipotesi su questi debiti e sulle date relative, ad altri il compito di verificare mentre, magari, verifica le fonti della fuga sospetta di notizie.

Dopo aver segnalato che, se sommiamo quei debiti, non sono di certo quelli ad aver portato in Liquidazione Coatta Amministrativa Veneto Banca e che ad oggi che non abbiamo letto sulla nostra stampa locale l'analogo elenco, già noto, dei primi 100 debitori della Banca Popolare di Vicenza, ebbene ecco le ipotesi (?) sui debiti che certa stampa voleva associare a responsabilità che dovrebbe essere solo la magistratura a dover stabilire.

Ebbene, ricordato che Vincenzo Consoli esce definitivamente da Veneto Banca il 31 luglio 2015,

1 - Swim Fashion del gruppo Statuto  avrebbe (usiamo e useremo il condizionale per rispetto degli inqirenti) un mutuo ipotecario su negozi a S. Babila (di recente, circa 2 mesi fa, ha rimborsato 200 milioni di euro a BPM)

2 - la catena alberghiera Boscolo sarebbe rientrata completamente con la cessione di immobili
3 - Maritalia avrebbe avuto il fido a novembre 2015

4 - il Gruppo Bialetti ha ottenuto i rinnovi dei fidi dopo l'uscita di Consoli
5 - stesso discorso varrebbe per le 5 aziende del Gruppo Ferrarini, operante nel settore alimentare

6 - Lotto sport, azienda storica del territorio e brand importante nel mondo sportivo, avrebbe un debito in ristrutturazione ma avrebbe sempre pagato i relativi ratei .

7 - il gruppo Bettega, facente capo all'ex calciatore della Juventus e della nazionale Roberto, avrebbe un mutuo ipotecario per la costruzione di appartamenti di lusso in via Moscova a Milano

8 - Stefanel è un'azienda che aveva circa 90 milioni di € di affidamenti dal sistema tra cui le Intesa Sanpaolo, Banco Popolare (ora BPM), Mps mentre i 16,3 milioni di cui all'elenco sono stati concessi a dicembre 2015

9 - Sipi è un'azienda del ben noto e attivo gruppo Marchi

...
C'è da sperare, comunque, che la Procura di Roma, particolarmente rapida nel perquisire i colleghi  giornalisti de Il Sole 24 Ore e de La Verità, colpevoli di aver rivelato la vicenda dei conti dei servizi segreti (Sisde) gestiti dal gruppo della Banca Popolare di Vicenza, sia altrettanto rapida ed efficiente nell'agire sulla diffusione di un documento, come l'elenco dei debitori, dichiarato come secretato.

A noi piacerebbe che non ci fossero secretazioni in questi casi, anche se capiamo che le informazioni contenute in certi elenchi, se non accompagnate da opportuni commenti fattuali dei creditori, sono di per se stesse non sufficienti a giudicarel' esigibilità o meno di un credito e, quindi, della correttezza o meno di un debitore.

Ma come in passato scrivemmo sotto il titolo "Io sto con Vincenzo Consoli, purchè si scrolli di dosso la cacca dei piccioni viaggiatori"  che "rimane giusto che paghi equamente chiunque sia veramente colpevole e responsabile (Visco e Barbagallo inclusi)", io umanamente continuo a stare con Vincenzo Consoli finchè verrà descritto sempre come l'unico Belzebù del crac della due popolari venete uccise anche dalla rivalità profonda tra lui e Gianni Zonin ma i cui dati complessivi, certificati anche dallo stress test della Bce comunicato sabato 25 ottobre 2014, ancora oggi documentano, fino a prova contraria e fino all'arrivo delle nuove gestioni, che una, Veneto Banca, era  ancora in carreggiata, mentre, l'altra, la Banca Popolare di Zonin, fu rimessa sui binari, col consenso "proattivo" di Banca d'Italia, solo convertendo d'imperio un prestito obbligazionario di 250 milioni sottoscritto da ignari risparmiatori, i primi ufficialmente di fatto "truffati" dalla Popolare e dal suo controllore centrale.

Questo avvenne il 26 ottobre 2014, di domenica, quando Dio riposa e solo i diavoli lavorano.


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