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Codacons Veneto: considerazioni e consigli sul paracadute dello Stato su MPS e sulle banche in crisi tra cui BPVi e Veneto Banca

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 22 Dicembre 2016 alle 18:50 | 0 commenti

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Riceviamo da Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, e pubblichiamo

Sulla stampa è stata data notizia in primo piano dell'intervento del Governo per 20 miliardi di paracadute per le banche e la fase terminale di MPS. Molti domandano se le popolari venete Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ne traggono vantaggio. Richiamo la fine che hanno fatto prima gli azionisti delle 4 banche fallite nel novembre 2015 e la spremitura che hanno subito gli azionisti di MPS. Pur messe male le due banche sono ancora nella categoria delle banche "solide" e quindi non necessitano di aiuto pubblico... quando risultasse necessario allora dovremo cambiare strategia e puntare, come anticipato nel precedente report a chiamare in causa Bankitalia, società di revisione e Consob. Per ora molto più importanti sono le notizie che riporto di seguito.

A) Se non è un aumento di capitale poco ci manca

Oggi a Vicenza si è svolto un Cda della Banca Popolare di Vicenza, ieri è stata la volta di Veneto Banca. L'ad Fabrizio Viola lavora alla fusione che la Bce ha chiesto entro il 31 gennaio, sono intanto arrivate le cifre per le nuove patrimonializzazioni: 628 milioni a capitale di Veneto banca e 310 milioni per Vicenza: i denari sono stanziati da Quaestio Capital Management, in qualità di gestore del fondo Atlante. , Tale liquidità è in previsione di un futuro aumento di capitale. Anche se ciò non dovesse accadere, le somme resteranno comunque acquisite al patrimonio delle due banche venete. Le operazioni sono soggette ai medesimi termini. "Nell'ipotesi in cui non si dovesse dare corso per una qualunque ragione all'aumento di capitale", ha specificato Quaestio, "il versamento resterà comunque definitivamente acquisito al patrimonio" di ciascuna banca. Inoltre, ha aggiunto, "il sostegno finanziario dell'azionista di controllo è finalizzato a rafforzare i coefficienti patrimoniali" dei due gruppi creditizi "alla luce degli impatti che potrebbero generarsi dai complessi processi valutativi di fine esercizio attualmente in corso".

B) I ristori agli ex soci sono stati rimandati al nuovo anno

I tavoli di conciliazione si allontanano. Prende più consistenza un a proposta secca: prendere o lasciare a tutti gli azionisti da una certa data in poi, esclusi parenti o connessioni con la cupola che ha fatto il disastro.

Resterebbe ancora la prospettiva di ricostruire l'elenco esatto delle domande di vendita e recuperare in qualche maniera gli scavalcati

Profili sui quali riflettere e sui quali attendo vostre indicazioni per maturare una strategia condivisa:

1) Se la banca non fallisce nessun dubbio per una resistenza stile bond argentna (ricordo che i più preoccupati si sono accontentati di circa il 12%, livello a cui precipitò al mercato grigio l'obbligazione...ma quelli che hanno resistito ad aprile di quest'anno (dopo 16 anni) hanno portato a casa il 150%....
2) Se la risolution o altro sinonimo di fallimento diventasse concreto, non c'è trippa per gatti in capo alla Banca (sia per speculatori sia per risparmiatori), Resterebbe solo il risarcimento del danno come parte lesa nel processo penale....
3) Se la natura di risparmiatore è evidente proseguirei ad oltranza. Bankitalia, Consob e società di revisione ne hanno a iosa di soldi per risarcire i danni effetto della loro "distrazione"

Sapremo di più nella prima decade di gennaio, non per amore dei risparmiatori ma per interesse Atlante deve avere chiari i termini della "litigation" cioè a quanto ammonta il contenzioso degli azionisti e a quanto si può chiudere subito.

Certo l'arrivo di nuove risorse conferma che vogliono ricostruire i parametri perché la banca possa essere operativa, ma noi abbiamo ribadito, anche nell'ultimo intervento in assemblea, che se non recuperano la fiducia dei risparmiatori....i parametri - anche se ricostituiti - non reggono a lungo.


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