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Delle cinque banche italiane più esposte per i crediti in sofferenza, tre sono le venete BPVi, Veneto Banca e Banco Popolare

Di Rassegna Stampa Sabato 9 Luglio 2016 alle 10:40 | 0 commenti

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Npl, banche venete fra le più sofferenti «Atlante 2 per smaltire la spazzatura»
di Gianni Favero, da Il Corriere del Veneto
Delle cinque banche italiane maggiormente esposte al problema dei crediti in sofferenza, tre sono venete. Secondo la classifica stilata da Forex Info sui cosiddetti Npl (Non performing loans), Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Banco Popolare seguono infatti a ruota il Monte dei Paschi di Siena, finito in queste ore al centro dell'agenda economica e politica nazionale. I crediti deteriorati sono soldi che negli anni gli istituti hanno prestato e che non sono tornati indietro, con possibilità di recupero nel complesso non più che frazionali. È il male dentro la pancia delle banche, costrette a ricapitalizzare per poter continuare a fare il loro mestiere, in pratica a cercare altrove tutto quel denaro venuto meno. È un passo toccato sia alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca, alla fine diventate di proprietà del Fondo Atlante, sia al Banco Popolare, diretto al matrimonio con Bpm.

«Certamente gli Npl sono il centro dei problemi - riflette Fabio Buttignon, docente di Finanza aziendale all'Università di Padova - e nei mercati spesso si formano storie condivise come questa che poi si autorapportano. La questione non è tanto averli, gli Npl, ma la capacità di avere accantonamenti idonei». Nella massima sintesi, di aver messo da parte del denaro che possa coprire il vuoto di quello affidato e non rientrato.

Stando ai dati di Forex Info, espressi in termini lordi, Bpvi è seconda alle spalle di Mps e avrebbe 9 miliardi di crediti deteriorati lordi su 29,2 complessivi, dunque con una quota di sofferenze del 31,6%. Segue la cugina di Montebelluna, con 7 miliardi su 26,7, ossia il 29%, mentre il Banco Popolare somma 25 miliardi, con un'incidenza del 27,9% sui crediti complessivi. Intervenire sugli Npl è un tema che richiede una precisione chirurgica in quanto, in prima battuta, necessita di una classificazione interna fra crediti in sofferenza, incagliati, esposizioni ristrutturate ed esposizioni scadute, con la rispettiva graduatoria di possibilità di un rientro in tempi ragionevoli. Poi occorre esplorare la loro natura. Si può ad esempio parlare di Npl collegati al credito al consumo, ossia prestiti di piccola dimensione erogati per le spese delle famiglie, i quali rappresentano il segmento forse più interessante per gli operatori disposti ad acquistarli. Un certosino lavoro di recupero di somme limitate, per chi abbia una competenza speciale (ad esempio, in Veneto, Banca Ifis), pare produrre risultati interessanti.

Non è così se i crediti hanno garanzie immobiliari o industriali. Entrare in possesso di case o strutture aziendali, per una banca, significa intraprendere un percorso molto complicato per poter valorizzare l'asset. «Credo - prosegue Buttignon - che uno dei problemi centrali delle banche venete sia stato quello di aver preferito rinviare certe questioni anziché cercare di trovare da subito una soluzione ragionevole, per quanto a lungo periodo. A volte sarebbe certamente stato meglio aver dato un taglio netto e non aver trascinato dei rapporti che con il tempo sono peggiorati».

Ad aver intrapreso con energia un percorso di cessione di crediti deteriorati è il Banco, che alla fine di giugno ha ceduto crediti leasing in sofferenza per 53,7 milioni di euro. La settimana prima l'istituto scaligero aveva perfezionato la cessione pro soluto a Banca Ifis di crediti problematici per 152 milioni che riguardavano circa 9 mila debitori, in gran parte attribuibili a scoperti di conto corrente. Queste ed altre operazioni avevano portato il Banco a liberarsi di circa 239 milioni, con un impatto sul conto economico definito «insignificante». Ma ieri il titolo ha guadagnato oltre il 18%, segno secondo gli analisti che gli investitori credono ad una soluzione del caso dei crediti deteriorati. «Se ci sarà un Atlante 2 dedicato alle sofferenze, lo sfrutteremo per la cessione degli Npl», ha dichiarato l'amministratore delegato Pier Francesco Saviotti, il quale a margine dell'assemblea dell'Abi ha anche annunciato che fra oggi e lunedì presenterà «un esposto alla Consob contro Morgan Stanley», che nei giorni scorsi aveva ipotizzato un fallimento degli stress test da parte dell'istituto veronese (««hanno scritto stupidaggini», ha aggiunto il manager). Tornando ai crediti non performanti, pure per Francesco Iorio, ad di Bpvi, per smaltire questa «spazzatura» è «meglio Altante 2» di un intervento pubblico.


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