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Caso BPVi, i lettori: "Variati, Manildo & dove eravate? E perchè rimpallo tra procure?... VicenzaPiù: impiegare i soldi del salvataggio inutile direttamente per soci, dipendenti e clienti e indagare facile... su Fondazione Roi!

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 10 Giugno 2017 alle 10:12 | 0 commenti

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Gentile direttore, ci scrive un lettore, sono belle le parole sul disastro, per i soci e il territorio, della Banca Popolare di Vicenza. Le esternazioni si susseguono sulle bocche dei politici, buoni ultimi Achille Variati e Giovanni Manildo, che fanno appelli a destra e a manca! Ma dove erano quando chiedevamo noi azionisti l'aiuto della politica? Ora hanno l'occasione di esortare, alcuni, o sparare contro il governo, altri, ma noi non crediamo a nessuno di questi signori che intervengono solo per i loro calcoli politici. Come diceva un patriota del risorgimento: "maledetti quelli che gridano in piazza e non scendono sul campo". E intanto caro direttore, dice un altro lettore, il GIP di Vicenza trasferisce gli atti di una parte dell'inchiesta a Milano motivando il fatto che quella è la sede competente dopo aver avuto per quattro mesi, così leggiamo, le carte sulla scrivania e dopo quasi due anni dall'inizio delle indagini da parte della procura di Vicenza.

Mentre Milano chiede alla Cassazione chi debba procedere, intanto il sequestro per 106 milioni di euro, pochi rispetto al danno per carità, ma almeno un segnale di equità, torna nel cassetto perché sono decaduti i termini per eseguirlo ed ora siamo di nuovo al punto di partenza.

Gentile direttore questa è una situazione poco chiara che fa nascere molti sospetti ed alcune banali domande:

- perchè questo trasferimento degli atti con così pochi giorni per (non) eseguire il sequestro? Perché non prima? 
- il GIP sapeva che con questo atto tutto sarebbe stato azzerato
- il GIP di MIlano rimanda la decisione alla Cassazione...
Ma scusate non si poteva verificare prima di trasferire gli atti?
Direttore, qui c'è qualcosa che non torna.
Sscluse per carità di patria una incapacità conclamata della magistratura in tutte le sue componenti o un pilatesco lavarsi le mani, ad un risparmiatore incazzato verrebbe da pensare che tutta questa sia stata una macchinazione preordinata  e che ci sia stata una pressione dall'alto per prevenire un atto che certamente avrebbe avuto un impatto economico sulla BPVi attuale e sulla trattativa in corso per il buon esito della quale tifano anche la CGIA di Mestre ricordando la crescita degli impieghi delle ex Popolare ai tempi di Gianni Zonin. Ma quegli impieghi direttore comprendono i miliardi di finti impieghi delle abciate e quegli maldestria gli specualtori del quartierino?

Lei che ne dice di tutto questo direttore?
Grazie per la sua cortese risposta
Lettere firmate

 

Cosa dire ai lettori sul flop della BPVi se non che tutto era già scritto. E che noi l'abbiamno scritto, da sempre, per chi volesse leggerlo in tempo e non a giochi fatti sulla pelle di oltre 118.000 soci e di tutti quei clienti che ancora oggi rischiano di vedersi azzerati patrimoni e crediti per tanti motivi tra cui uno essenziale: salvare oggi le due banche appare indispensabile, ma sarà un buco clamoroso che dovremo pagare tutti perchè le due banche sono morte e non si chiamano Lazzaro... E tutti pensano a salvare l'insalvabile mentre nessuno studia o prova a studiare come impiegare direttamente le decine di miliardi che serviranno per tutelare direttamente, e senza intermediari che costanoun fottio di soldi, soci, clienti e dipendenti! E per il rimpallo tra le procure? Senza neanche scomodare le dietrologiei passi del gambero di Vicenza e Milano non sposteranno l'esito della vicenda giudiziaria gurdando alle lentezze, quando fanno comodo, del nostro sistema se non gli attuali reati ipotizzati e "palliativi" (si prescrivono i sette anni  e mezzo e due sono già passati) non sfoceranno in altri capi diversi e più pesanti, oltre che, per lo meno eticamente, più corretti. Ma non incoraggia a tal riguardo la volontà chiara di non indagare fatti e misfatti gravi ma più semplici, più facilmente verificabili e, quindi, più rapidamente giudicabili come la conclamata mala gestio della Fondazione Roi da parte del clan Zonin, che comprende anche una parte dei politici e degli imprenditori che oggi fanno appelli da sepolcri imbiancati. Al Capone andò in galera non le le centinaia di delitti commessi ma per le irregolarità dei suoi libri contabili... Pensate gente, pensate!

Il direttore

 


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