Don Enrico Torta ai soci fedeli alle fu BPVi e Veneto Banca: preghiamo perchè per voi ci sia giustizia e perchè gli uomini di governo siano "uomini" capendo che anche i loro cari un giorno potrebbero trovarsi in difficoltà
Sabato 1 Luglio 2017 alle 12:49 | 1 commenti
All'inizio dell'intensa e partecipata manifestazioni dei soci che hanno affollato venerdì 30 giugno con rabbia e mestizia Piazza dei Signori in rappresentanza delle decine di migliaia di piccoli e medi risparmiatori traditi dalla fiducia, che era diventata fede, nella Banca Popolare di Vicenza, ormai defunta insieme a Veneto Banca, che ogni giorno di più ci appare però come il vano agnello sacrificale al dio denaro mal gestito da Bankitalia, Consob e residui poteri politici, locali e nazionali, Luigi Ugone, presidente di "Noi che credevamo nella BPVi", e Andrea Arman, il suo omologo del "Coordinamento banche di don Enrico Torta", hanno lasciato la parola al prete.
E lui, don Enrico Torta, che si sta spendendo da tempo apparentemente per una causa di giustizia a difesa di gran parte dei 200.000 soci cascati nella rete della piovra finanziaria essendo stati convinti di far parte di una cooperativa a tutela del risparmio, ma con maggior impegno, pensateci su un attimo, per provare a dare l'occasione di un reale e concreto pentimento ad affaristi e a politici servi loro e del dio denaro, ha recitato "con credenti e meno credenti" il Padre Nostro pronunciando prima e dopo delle parole che vi inviatiamo ad ascoltare perchè ogni loro sintesi non ne trasmetterebbe completamente il significato.
Una frase di don Enrico Torta, quella finale, però la riportiamo: "Uomini del governo siate uomini. Abbiate un cuore e cercate di capire che anche i vostri figli, i vostri nipoti e le vostre famiglie potrebbero trovarsi in questa difficoltà mentre voi molte volte sguazzate nel benessere e nel denaro. Il denaro serve solo per l'uomo. Grazie a tutti".
Grazie a te don Enrico sperando che quegli uomini capiscano e possano ringraziarti anche loro. Concretamente,
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