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Zonin ha salassato i soci, la BPVi di Iorio li irride: sprechi, secretazioni legali, Investor relator a spasso e doppie auto aziendali

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 14 Maggio 2016 alle 23:58 | 0 commenti

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L'incarico ai legali sull'azione di responsabilità, comunicato dopo mille, penosi tentativi di rinviarlo ma secretato nelle sue possibili azioni nei confronti di Zonin e di chi l'ha aiutato o non frenato nei suoi disastri, pagati da 118.000 soci della fu Banca Popolare di Vicenza, è l'ultimo evento sconcertante della gestione Iorio, non colpevole, però, almeno di questo fatto al 100% solo perchè affiancato da un presidente, Stefano Dolcetta, che, anche per le vicende della quasi ex sua Fiamm, è la perfetta icona della decadenza di Vicenza e della sua classe imprenditoriale, e da un Cda, che per più della metà è targato ancora Gianni Zonin per rappresentare plasticamente che nulla è ancora sostanzialmente cambiato nello stile di gestione senza trasparenza della BPVi.

Trasparente è la garanzia che sarebbe stata offerta da Unicredit per l'aumento di capitale ed esibita da Iorio in mille incontri con i soci per convincerli dell'opportunità di sottoscrivere nuove azioni, garanzia definita, invece, ridotta al rango di "preaccordo" (underwriting) addirittura nei documenti pubblici della banca e poi sfociata nell'intervento salvifico in zona Cesarini e a prezzi da saldo del Fondo Atlante?

Trasparente è la definizione della forbice di una quotazione, poi mai avvenuta, così larga, tra i 10 centesimi minimi (e poi reali) e i 3 euro massimi giustificabili solo con un raptus di follia di un Cda che solo per aver stabilito questo record mondiale assoluto non dovrebbe avere più suoi membri presenti neanche tra gli studenti di una classe del primo anno di un qualunque Istituto di ragioneria?

Ma Francesco Iorio è stato veramente al "top" per l'enormità delle certezze da lui sbandierate e mai realizzatesi (una, riassuntiva, su tutte: "in Borsa ci saremo eccome con una banca che vale... ecccome!") riuscendo ad essere addirittura superiore anche al suo "nobile" collega nel board della BPVi Matteo Marzotto, il "prezzemolo" dei Cda vicentini: oltre che Consigliere (?) della banca è presidente del Cuoa ed è stato appena confermato in questo stesso ruolo da Achile Variati per la Fiera di Vicenza, istituzioni tutte incuranti anche della sua recente condanna, sia pure in primo grado, per la mega evasione fiscale della vendita estero vestita della Valentino Fashion Group di cui era... presidente.

Ma se Matteo si è fatto le ossa in Enit spendendo per staff e spese di personale e di rappresentanza (fonte l'Espresso) più di quanto investisse per la promozione istituzionale del turismo italiano fino a meritare di portare ora la Fiera di Vicenza nelle braccia di quella di Rimini dopo aver promesso risultati fantasmagorici, a Vicenza il top player (chi più di tutti "gioca", ndr) è Franceso Iorio.

Per il suo stipendio di un anno con buona entrata già incassata e buona uscita da mettere ancora in tasca, per gli ingaggi del suo staff a livello del recordman del gol, fatti, Higuain, per gli emolumenti dell'Investor relator assunto per i rapporti con gli ora inesistenti investitori istituzionali e per i costi di una quotazione in Borsa mai realizzatasi, Iorio ha pesato sulle casse societarie per una cifra non lontana dal valore dei 105 milioni di azioni rimaste in mano a 10 centesimi l'una ai 118.000 soci beffati da Zonin & c. che ha firmato contratto e condizioni del successore del suo fido Samuele Sorato.

E a questo punto cosa volete che siano i costi della BMW serie 5 aziendale del salvatore annunciato della Banca e dell'ulteriore "cadeau" del benefit ad uso personale di una Mini, la Countryman (contadina, concittadina, fate voi) in foto accanto alla BMW serie 7 di proprietà di Dolcetta?

Cambi di olio e pieni inclusi in fondo le due auto costeranno, sì e no, solo una milionata di azioni da 10 centesimi. Che, tranquilli, lo disse Francesco Iorio, poi varranno molto di più.

Quanto "poi" è meglio non chiederglielo, perchè dovrebbe mettere mano al portafoglio chi gli chiedesse questo "forecast", visto che il Fondo Atlante potrebbe non pagargli quest'ulteriore impegno previsionale dopo avergli già fatto risparmiare i 300.000 euro in azioni che l'Ad ancora in carica aveva prenotato.

Ma che poi, ennesimo impegno che non ha potuto mantenere, ha dovuto sottoscrivere per lui il pool di investitori messo su in fretta e furia da Quaestio per salvare, la Sgr di Penati e non Iorio, la fu Popolare di Vicenza.


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