Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

Due mld e 300.000 euro di danni per Veneto Banca o due mld per BPVi, la differenza fa "danno spaventoso". E danni d'immagine di Consoli & c. per un mld? #denicolastaisereno, tutti recuperati da Iorio e Carrus made in BCE

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 18 Giugno 2017 alle 00:58 | 1 commenti

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Continuano a stupire dei dietrologhi come noi le disparità di trattamento, bankitaliota, giuridico e mediatico, tra la Banca Popolare di Vicenza di Gianni Zonin, l'ingenua vittima di infidi collaboratori da lui scelti per aiutare la povera gente, e Veneto Banca di Vincenzo Consoli, il figlio diretto di Belzebù che i suoi soci li ha scuoiati. Un altro indizio del nostro retro pensiero? Parte l'azione di responsabilità contro amministratori e sindaci di BPVi per due miliardi, cifra di cui si viene a sapere con una certa... calma, e pare che nessuno se ne accorga o se ne meravigli. Parte l'analoga azione di Montebelluna e un decimo di secondo dopo quantifica il danno "in circa 2 miliardi e 300 milioni di euro" Alessandro De Nicola, senior partner dello studio Orrick, il rappresentante nelle assemblee di Quaestio sgr che gestisce il Fondo Atlante e uno dei consulenti di cui si è avvalsa Veneto Banca nel mettere a punto l'atto di citazione. 

Ma non finisce qui l'esternazione di De Nicola. Specificando, infatti, che il conto che risulta è a "tutt'oggi provvisorio e potenziale", il mega professionista definisce "spaventoso" il danno.

Se De Nicola o chi per lui nulla disse sul danno supposto di due miliardi per BPVi ci viene da calcolare che sono i trecento milioni in più a fare la differenza per lo "spavento".

Se sarà per questo che Gentiloni, Padoan & c. hanno deciso di rinviare il rimborso del bond subordinato da 150 milioni in scadenza il 21 giugno (per ridurre a metà lo spavento?), c'è un altro elemento positivo che ci verrebbe da sottoporre, per tranquillizzarlo un po', allo stressatissimo De Nicola, uno dei volti dei consulenti economici che più spesso appaiono sulle reti nazionali a spiegare, senza conflitti di interessi?, che cosa fare in Borsa e in ogni dove girino soldi.

Il collega del Gazzettino Maurizio Crema, riportando sabato 17 giugno le cifre del danno (lui dice "in dettaglio" ma noi per i dettagli aspettiamo le pagine della citazione dopo aver avuto quelle di BPVi, che a breve vi racconteremo magari per confronto con quella montebellunese), scrive testualmente: "Nel mirino degli avvocati i casi di capitale finanziato (finanziamenti baciati per 157 milioni secondo il rapporto ispettivo della Banca d'Italia della fine del 2013, molti di meno per alcuni dei protagonisti in campo che parlano di 10 milioni) ma anche «danni d'immagine» per 988,9 milioni...".

Bene, detto che abbiamo letto su quelle e altre pagine di testate nazionali, tutte ovviamente fortemente indipendenti dal "sistema", che le "baciate" di Zonin & c. non erano "solo" i 157 milioni made in Consoli ma qualcosa come 1.3 miliardi di euro, ci sarebbero proprio quei "989,9 milioni" di euro di danni di immagine  a rendere più sereno De Nicola e il suo datore di lavoro specifico, il mago della finanza Alessandro Penati, l'inventore del 6% di rendimento dei soldi impegnati nel "veicolo" Atlante, fondi ora passati da 3.5 miliardi a un "euro zero" di un veicolo a cui è interdetta ogni circolazione per non fare altri danni nell'ecosistema... economico.

Allora #denicolastaisereno perchè se l'immagine al tempo dei vivi conta, e non poco visto che ne segnarono la sorte le notizie diffuse da Bankitalia nel 2013 sulla inaffidabilità della ex Popolare di Montebelluna e sulla necessità che si "donasse" anima e corpo alla invece perfetta BPVi, è anche vero che nel regno dei morti, i due Istituti attuali, i danni di immagine hanno di sicuro avuto un peso nella loro morte ma non sappiamo se peseranno per un miliardo reale nei conti di un tribunale e, soprattutto, in quelli di un ragioniere, di Montebelluna o di Vicenza che sia, ammesso che quest'ultimo sappia quale danno di immagine abbia fatto la gestione Zonin.

Se, infatti, sono esatti i dati di Crema (a cui vanno, comunque, i nostri complimenti non solo per averlo ricevuto prima dei citati e solo un giorno dopo la notizia ma soprattutto per aver letto e capito tutto "l'atto di citazione di 500 pagine più 700 di allegati stilato dall'avvocato Alessandro De Nicola e dallo studio Orrick con i professori Michele Tombari e Michele Bertani"), per un qualunque ragioniere non sarebbero soldi che mancano alla cassa quei 988,9 milioni di euro di danni d'immagine... (veri e dimostrabili come dovrebbe esserli in un atto legale o... immaginati per e con il "sistema"?).

Questa buona notizia di un miliardo circa di danni subiti, ma contabilmente virtuali, dall'immagine di Veneto Banca potrebbe poi essere utilizzata da Padoan & c. nelle finora efficacissime trattative con l'Europa per detrarre tutta la cifra o una parte dai miliardi chiesti per la "ricapitalizazione precauzionale".

O, almeno, per spiegare alla "cattiva" Margrethe Vestager che i danni di immagine (certi quelli di Consoli per De Nicola, ignoti a tutti quelli di Zonin) da quando il presidente di Vicenza e l'Ad di Montebelluna sono stati allontanati con la benedizione della BCE dovrebbero per lo meno essere stati pareggiati dal lustro portato alle due banche dalle gestioni dei presidenti e degli Ad successivi, voluti sempre dalla BCE, Francesco Iorio e Cristiano Carrus col "povero" Fabrizio Viola, ora di fatto guida unica per entrambe, preso in ostaggio dal sistema...

Tutti, anche loro, così apprezzati da Ignazio Visco che al Quirinale e a Palazzo Chigi è di moda l'hashtag #ignaziostaisereno...

Parola di Carmelo Barbagallo. E come non credere a lui, il signore della Vigilanza...?


Commenti

Inviato Lunedi 19 Giugno 2017 alle 17:31

Buongiorno Direttore
Prendo in prestito le sue parole e lancio un hastag #iostoconvincenzoconsoli.
Sveglia Italia! Sei genuflessa ad uno Stato che ti chiede di pagare le sue colpe.
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