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Fabrizio Viola: l'accordo con Vestager per MPS potrebbe dare più spazio a trattative per BPVi e Veneto Banca. Ue impone tagli e l'8% di remunerazione del denaro pubblico ma consente rimborsi a soci "truffati"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 1 Giugno 2017 alle 22:20 | 0 commenti

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Sull'accordo di fatto raggiunto con la Commissione per la Concorrenza della Ue per la "ricapitalizazione precauzionale" da parte dello Stato di Mps riferisce Radiocor precisando che il ministro Pier Carlo Padoan ha affermato che «formalmente ci saranno altri passaggi nelle prossime settimane ma quanto concordato avrà almeno due conseguenze positive: metterà sul mercato una banca forte e stabile, sostenibile che darà una mano allo sviluppo italiano nei prossimi anni e darà ulteriormente di fiducia alla soluzione dei problemi bancari che molto spesso sono stati esagerati e che gli accordi di oggi ridimensionano ulteriormente». Se la commissaria Margrethe Vestager ha dichiarato che l'accordo con Padoan «è un passo avanti per Mps e il settore bancario italiano», la notizia, arrivata mentre era in corso la riunione del consiglio di amministrazione di Banca Popolare di Vicenza, ha parzialmente rinfrancato l'Ad Fabrizio Viola.

Interpellato sulla questione l'amministratore delegato della BPVi ha risposto, come riferisce NordEst Economia, che la chiusura dell'accordo con la Ue su Mps potrebbe facilitare il lavoro per il salvataggio delle banche venete: «Nella misura in cui dossier si chiude, probabilmente c'è più spazio per lavorare sul nostro». In tema di rafforzamento patrimoniale, chiesto dalla Ue come condizione per dare via libera alla ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, l'intervento di fondi di private equity nelle banche venete «è un'ipotesi», ha confermato Viola, che sulle dichiarazioni dei vertici di Poste Italiane, che sembravano di apertura almeno alla possibilità di valutare un intervento, Viola si è limitato a dire: «Non ho avuto modo di verificarlo».

Dalla chiusura della trattativa per MPS emergono alcuni punti qualificanti che interesseranno non solo i dipendenti e i soci MPS ma anche quelli di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca nel caso che anche per le due banche venete si arrivasse in fondo alla trattativa in corso. Questi punti sono i tagli dei costi, leggasi soprattutto personale, la remunerazione elevata del capitale investito dallo Stato ma anche i rimborsi agli azionisti e agli obbligazionisti junior (subordinati) «vittime di miss selling» (vendita fraudolenta).

Gli impegni presi dalla banca autorizzata ad accedere alla "ricapitalizzazione precauzionale" servono a compensare l'alterazione delle condizioni di concorrenza in seguito all'immissione di denaro pubblico. Tra le condizioni per il riconoscimento che l'ingresso nel capitale dello Stato è giustificato, c'è quella che la banca "salvata" (nel caso Montepaschi) durante i cinque anni non potrà procedere ad acquisizioni La ristrutturazione, ha indicato la Commissione, dovrà essere «profonda» e garantire che la banca «sia gestibile nel lungo termine». E lo Stato «deve essere remunerato in misura sufficiente».

Non ci sono cifre su questo, ma a quanto risulta l'Antitrust europeo ha come riferimento un "return on equity", cioè il tasso di remunerazione del capitale conferito all'azienda dai soci, attorno all'8% a scadenza del piano di ristrutturazione.

Quanto alla partecipazione di azionisti e obbligazionisti junior al salvataggio della banca, la Commissione ritiene percorribile la strada della compensazione di questi ultimi «vittime di miss-selling» (vendita fraudolenta). Ma si tratta di una questione che spetterà alla banca trattare Un fiduciario indipendente vigilerà sul rispetto di quanto concordato e dei termini dell'intera operazione.


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