Flop BPVi, per Renzi è "originato da comportamenti scorretti dei vertici degli istituti a lungo sottovalutati o tollerati, anche a livello locale". Leggasi Variati, Zigliotto...
Giovedi 9 Marzo 2017 alle 19:55 | 6 commenti
Il 7 marzo scorso Il Sole 24 Ore ha pubblicato una lettera che l'ex premier ed ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha scritto sulla situazione critica delle banche italiane più "discusse", tra cui, oltre alle 4 "risolte", MPS e le due ex Popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Fatta al tara al fatto che Renzi sta percorrendo, anche con queste opinioni, la sua marcia di avvicinamento alle primarie dem, nella lettera intitolata "Banche, sì alla commissione d'inchiesta" sembra aver fatto tesoro di quanto scritto e documentato in "Vicenza. La città sbancata", il libro testimonianza che raccoglie i nostri warning solitari iniziati il 13 agosto 2010 e del cui omaggio l'allora presidente del Consiglio ci ringraziò ufficialmente. Tra i vari passaggi sulle BPVi, e sulla consorella di sventura montebellunese, prima di riproporvi a seguire tutte le dichiarazioni "venete" di Renzi e dopo avervi rimandato a uno scritto critico del nostro Giancarlo Marcotti che lo analizza punto punto, segnaliamo in particolare un passaggio.
Questo: "... Il dissesto delle due popolari venete... è originato principalmente da comportamenti scorretti dei vertici degli istituti per troppo tempo sottovalutati o, peggio, tollerati, anche a livello locale...".
Come non dar ragione a Renzi in questo caso, e non solo per l'orgoglio di poter dire che noi lo avevamo capito e, soprattutto, scritto, circa sette prima?
E come non invitare di nuovo le decine di migliaia di risparmiatori soci azzerati dalla BPVi a mandare a casa con somma ignominia tutti i "tolleratori" locali del sistema Zonin, dagli imprenditori alla Giuseppe Zigliotto ai polici alla Achille Variati?
E se c'è qualcuno che pensa che alcuni non basti mandarli a casa ma che occorra, pur in ritardo, "accoglierli" in una casa circondariale, beh Matteo Renzi si guardi bene dallo scegliere i suoi alleati a Vicenza nella corsa alle primarie tra chi ha "sottovalutato" o "tollerato" i comportamenti "scorretti dei vertici dell'Istituto", scrive lui, oppure, come sosteniamo noi e i fatti, tra chi se ne è anche, praticamente o politicamente, giovato (nella foto Matteo Renzi e Achillle Variati con Matteo Quero al centro).
Renzi, se prima non avevi visto e capito e se non vuoi essere aggiunto all'elenco del "complici", rileggiti il nostro libro e rottama definitivamente le ferraglie locali, per giunta più pericolose di prima perchè ancora più arrugginite!
Ecco l'estratto della lettera di cui vi abbiamo già dato il link per il testo completo:
... Nei casi di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca è emerso a poco a poco un vero e proprio scandalo finanziario che è stato "scoperchiato" proprio grazie alla accelerazione impressa dalla riforma delle Popolari e alla contemporanea azione della vigilanza europea. Il dissesto delle due popolari venete, infatti, è originato principalmente da comportamenti scorretti dei vertici degli istituti per troppo tempo sottovalutati o, peggio, tollerati, anche a livello locale, mentre il regime del voto capitario e l'abuso delle deleghe contribuivano a mantenere lo status quo in un quadro di assoluta mancanza di trasparenza nei riguardi dei piccoli azionisti e dei risparmiatori. Sollevato il velo che copriva i reali conti patrimoniali dei due istituti, i valori delle azioni di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, fissati dai vertici delle due banche senza alcun reale riferimento di mercato, si sono pressoché azzerati. E senza il deciso intervento del Governo e la riforma delle banche popolari da esso voluta è facile immaginare quali maggiori perdite si sarebbero potute produrre tra i risparmiatori se le due banche avessero continuato a operare con i vecchi vertici e con la vecchia strategia (magari anche con qualche nuovo disastroso aumento di capitale a prezzi fuori mercato) fino al definitivo e inesorabile fallimento, con il coinvolgimento anche dei depositi non garantiti...
di Matteo Renzi, da Il Sole 24 Ore
Però finché si portava a casa il dividendo nulla da ridire.
Ma che facciano il bail in è che sia finita, altro che aumentarci Iva a noi...
Tutti uguali gli "onesti risparmiatori" che si lamentano di essere stati scavalcati e che avrebbero fatto carte false per smollare a qualcun altro la fregatura...
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Se il datore di lavoro mi manda a rubare troppo comodo dire che non è colpa mia perché rubavo conto terzi. Eh no amico, la responsabilità penale è sempre personale, e si può rubare tanto col passamontagna quanto in giacca e cravatta.
Non mi risulta che neppure i mascalzoni più responsabili (e ci sono fior di email) siano stati privati di uno stipendio. Basta un gran piagnisteo generale e passa tutto in cavalleria.