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Gianni Zonin è... "troppo forte": la sua ex azienda annuncia successi il giorno dell'azione di responsabilità e lui fa shopping a Milano dopo la messa in liquidazione della ex BPVi. Ma Bankitalia controlla tutto, ora. O no...?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 2 Luglio 2017 alle 11:35 | 0 commenti

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Gianni Zonin così ingenuo da farsi vedere in Via Montenapoleone a fare acquisti con la moglie Silvana due giorni dopo la messa in liquidazione coatta amministrativa della sua "ex" BPVi? Difficile crederlo. Piuttosto può essere visto, ce lo suggerisce un lettore, come un ulteriore messaggio a chi potrebbe creargli danni, e in effetti non gliene crea (Istituzioni varie, tra cui Bankitalia?, e magistratura, soprattutto ). "Non ho timori di voi, e state attenti che, se mi succede qualcosa di sgradito, sono vivo e vegeto..." sembrerebbe voler dire quella passeggiata in Via Montenapoleone che non poteva passare inosservata perchè quella è la via dello shopping della gente "in" con tanto di fotografi professionisti appostati a cui ormai si aggiungono tutti i passanti smartphone dotati.

E Gianni Zonin vuoi per la banca, vuoi per i suoi vini non è certo personaggio ignoto ai più (nella foto la condivisione e il like dell'ex ministro Enrico Zanetti sul nostro lancio della notizia, ndr).

E, rimanendo nel tema "vini", le stesse considerazioni, ci suggerisce sempre il lettore, potevano essere fatte due mesi fa con l'anteprima dei bilanci di Zonin SPA.

Il 28 marzo 2017 la Banca Popolare di Vicenza rende pubblico che era stato "definito l'atto di citazione relativo all'azione di responsabilità nei confronti di ex componenti della direzione generale, del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. L'atto verra' depositato nei prossimi giorni" e il 5 aprile quell'atto viene, infatti, depositato.

Ma la casa vinicola anticipava i dati del bilancio 2016 approvati dal cda, col suo miglior risultato in assoluto, proprio tra le due date o addirittura il giorno stesso dell'attivazione del Tribunale di Venezia, perchè, se il comunicato dell'azienda riportava la data del 3 aprile, 5 giorni dopo l'annuncio della BPVi e due prima della presentazione dell'azione di responsabilità, la nota veniva effettivamente trasmessa alla stampa, tra cui VicenzaPiu.com, e veniva pubblicata sul sito dell'azienda proprio  e solo (un post-comunicato?) il 5 aprile, proprio nel momento in cui l'atto di citazione approdava sul tavolo dei giudici civili di Venezia.

Se l'assemblea della Casa Vinicola Zonin spa, alias Zonin 1821, per l'approvazione del bilancio si è poi svolta con la regolare approvazione dei risultati il 26 aprile successivo, al lecitissimo messaggio commerciale di affermare la buona, anzi ottima salute del gruppo mentre la banca prima gestita da Gianni Zonin sprofondava ogni giorno di più, non può non stupire la concomitanza degli annunci nella "narrazione" delle vicende zoniniane, a volte intrecciate tra gestori e sindaci dell'Istituto bancario e quelli delle sue, ex, aziende vinicole e che hanno ancora, a dir poco, molti grigi: da una parte l'azione di responsabilità intentata dalla BPVi contro, anche, il suo ex presidente e dall'altra il comunicato sui successi aziendali scritto il 3 aprile ma reso pubblico solo il 5...

Ecco perchè l'azione di pure pubbliche relazioni aziendali del 5 aprile della Zonin spa potrebbe essere letta anche come un'anteprima ai destinatari del messaggio di forza inviato il 28 giugno da Via Montenapoleone: "Non ho timori di voi, e state attenti, che se mi succede qualcosa di sgradito sono vivo e vegeto...".

Il 23 giugno 2017 è partita l'azione che ha portato alla liquidazione coatta amministrativa di BPVi, sottoposta dl 26 giugno alla guida e al controllo non di nuovi proprietari ma di Banca d'Italia che ne ha nominato i commissari liquidatori, tra cui l'ex ad Fabrizio Viola, che controlleranno le carte e l'operato eccetera eccetera...

Come ha fatto in passato.

Oppure ìIgnazio Visco, governatore uscente ma a caccia di conferma il prossimo novembre nonostante gli sconquassi bancari ad oggi ben poco chiari, e Carmelo Barbagallo, suo braccio destro e responsabile della vigilanza prevetniva sugli sconquassi, approfitteranno dell'occasione per fare chiarezza su tutte, ma proprio tutte le responsabilità senza dare importanza alle interpretazioni dietrologiche, e sicuramente fantasiose, del nostro lettore dei messaggi che l'ex re di banca e casa vinicola avrebbe lanciato, lui che oggi facendo delle spesucce a Milano e osservando soddisfatto i successi imprenditoriali dei figli non fa che godersi, dopo decenni di duro lavoro al servizio dell'azienda e della comunità, una tranquilla vecchiaia?


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