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Gianni Zonin, la bella storia di un successo imprenditoriale. Con alcune domande dei 118.000 soci traditi della BPVi

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 5 Settembre 2016 alle 09:25 | 0 commenti

Il video che vi mostriamo ("A Family Business, A Business of Families", 10 aprile 2013) lo abbiamo pubblicato ieri, domenica 4 settembre, alle 17.51, ma, visto, l'enorme successo che sta riscuotendo lo ripubblichiamo ora in cima al nostro portale di informazione per raccontare in 13 minuti, con le sue stesse parole e con le imamgini da lui scelte, l'indubbio successo imprenditoriale di Gianni Zonin e della sua famiglia. È di sicuro una bella storia quella che la "Casa Vinicola Zonin - Vintners since 1821" mostra al mercato Usa, dove, in Virginia, dal 1976 è targata Zonin la Barboursville Vineyards, la tenuta che fu di Thomas Jefferson, utilizzando come testimonial il famoso gambellarese, enologo a 19 anni mentre la mamma lo voleva "avvocato" e che ora da poco meno di un anno ha ceduto, prudentemente, proprietà e bastone di comando di aziende e possedimenti vari proprio alla sua famiglia a causa delle vicende che l'hanno coinvolto come presidente ventennale della Banca Popolare di Vicenza nel cui Cda è stato per ben 36 anni.

Guardando il video, dopo il comprensibile moto di orgoglio che da italiani proviamo per questo esempio italiano di imprenditoria vincente mostrato proprio alla patria occidentale del business, ci vengono in mente, però, tre domande da fare.

Eccole.

1 - nell'escalation di acquisti di tenute e di sviluppo dell'impero italiano del vino ha pesato e in che modo la BPVi?

2 - perchè l'affermazione di Gianni Zonin,  che come "vintner, vinaio" a base del successo internazionale della sua azienda (quella in cui ha rischiato soldi suoi) ha posto la sua filosofia di dare al cliente il miglior rapporto qualità-prezzo, non ha trovato riscontro per i 118.000 soci, clienti della banca che, con i loro soldi, ha gestito gabellando un valore delle azioni salito fino a 62,50 euro a fronte di una "qualità" patrimoniale della BPVi che, appena messa alla prova di investitori "bene informati", come il Fondo Atlante, si è tradotta in un prezzo di 10 centesimi che pure oggi pare ancora ottimistico?

3 - se da buon figlio di... mamma Gianni Zonin chiude il video dichiarando che alla fine, nell'età matura, ha fatto contenta proprio la madre laureandosi in legge, e visto che nè l'Università di Urbino nè quella di Camerino, in cui, in alternativa, i suoi biografi suggeriscono si sia laureato, ci hanno ancora risposto giriamo a lui le relative domande: "Nell'ambito delle nostre attività giornalistiche e per la nuova edizione del nostro volume "Vicenza. La città sbancata" vi chiediamo conferma o meno se il sig. Gianni Zonin, già presidente della Banca Popolare di Vicenza, nato a Gambellara (Vicenza) il 15 gennaio 1938, abbia conseguito la laurea in Giurisprudenza presso la Vostra Università e se sì in quale data, discutendo quale tesi con quale relatore e con quali voti...".

Perchè facciamo anche queste ultime domande?

Per amore di tutte le mamme, non solo la sua ma tutte quelle che hanno perso soldi direttamente o tramite figli e parenti, e per dare a tutte loro almeno una certezza, visto che il Cavaliere del lavoro di Gambellara ha dichiarato anche che quello che apprezza degli Usa è la "certezza del diritto" che vige in quella terra.

Per smentire la favola in base alla quale, richiesto un giorno di quale fosse l'argomento della sua tesi di laurea, abbia risposto, quando era ben più giovane di oggi, di "non ricordarlo" alimentando le dicerie delle male lingue che allora insinuavano che la tesi gliela avesse scritta un noto magistrato amico.

E per zittire ora alcune di quelle altre malelingue che, dopo aver riconosciuto la sua competenza giuridica nel far ricadere la materializzazione di eventuali reati a Vicenza, come per la BPVi, e non a Roma, come per la Veneto Banca di Vincenzo Consoli,  "insinuano" addirittura che tra "colleghi" laureati in legge (lui e tutto l'ambiente legale locale) non ci si azzanni poi più di tanto...

Allora ci beva su (di vino ne ha abbastanza) e risponda a tutte le domande, nostre, delle malelingue e degli inquirenti del dr. Antonino Cappelleri.

Se è nel giusto, perchè temere tanto più che, lo ricordi, "in vino veritas"?


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