Hera pronta a fare da aggregatore di multiutility locali: con un mol oltre un miliardo punta a nord est. E all'energia pulita
Domenica 29 Gennaio 2017 alle 10:47 | 0 commenti
«Continueremo a crescere facendo leva sul nostro ruolo di soggetto aggregatore nei territori di riferimento». Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del Gruppo Hera, persegue la linea di espansione a piccoli e medi passi della multiutility, controllata da un plotone di 200 soci pubblici, di cui 118 vincolati da patti parasociali che blindano il 51,3% del capitale. Il gruppo, che negli ultimi anni si è allargato a macchia d'olio, dal baricentro emiliano verso un'ampia area del nord est per poi proseguire anche lungo la costa adriatica nelle Marche e in Abruzzo, ha appena elaborato un ambizioso piano industriale al 2020 che rivede al rialzo gli obiettivi finanziari, riproponendo la sua formula vincente, fatta di un mix di crescita organica e per linee esterne, con il supporto di ben 2,5 miliardi di investimenti.
L'azienda di Bologna punta a raggiungere un margine operativo lordo (Mol) di 1.080 milioni entro il 2020, partendo dagli 884 milioni del 2015 e dai 905 milioni stimati per il 2016, sopra le attese.
«Il Piano conferma un percorso di crescita - ha affermato Tommasi - sostenuto dalle tradizionali leve di efficientamento e sviluppo per linee esterne e rafforzato dall'utilizzo di nuove tecnologie. Il miglioramento della nostra solidità finanziaria - ha aggiunto - ci consente da un lato di riconfermare e migliorare ulteriormente la politica dei dividendi perseguita negli ultimi anni, dall'altro di considerare la profonda trasformazione in atto nel settore come un'ulteriore opportunità di sviluppo anche in termini di possibili M&A (merge & acquisition), come già sperimentato nel passato».
Infatti, sul fronte delle acquisizioni è recente l'operazione Aliplast (società trevigiana attiva nel riciclo di materie plastiche) e a breve il gruppo potrebbe annunciare altre operazioni nel business ambiente & energia, mentre sul fronte del merger allunga un occhio interessato verso nord est (dove opera la "nostra Aim", ndr), anche a quel ‘bocconcino' di Ascopiave, che per ora non sembra aprire a corteggiamenti finalizzati al matrimonio.
Ma le opportunità per Hera non mancheranno, vista la costellazione di piccole società che operano negli stessi settori della multiutility emiliana. Hera punta infatti a incrementare il suo parco clienti nell'energy, al ritmo di circa 50 mila all'anno, portando il portafoglio dagli attuali 2,2 milioni a 2,4 milioni nel 2020. Il Piano quinquennale prevede un progressivo miglioramento dei ritorni finanziari sul capitale investito (Roi) e sull'equity (Roe), un utile per azione in crescita di circa il 5% medio annuo e una politica dei dividendi in ascesa rispetto al trend storico. La stima fornita per il 2017 proietta una cedola in aumento a 9,5 centesimi e, a partire dal 2019, a 10 centesimi (+11%). Ma il perno dello sviluppo in ottica industriale si innesta nell'area reti del gruppo, con la trasformazione dell'infrastruttura in reti intelligenti (smart grid). La filiera reti assorbirà circa il 70% degli investimenti 2016-2020, compresi circa 350 milioni dedicati alle gare gas e altri importanti interventi di ammodernamento delle infrastrutture, come la sostituzione dei contatori con apparecchi elettronici (già avviata) o il completamento del piano di salvaguardia della balneazione di Rimini e del depuratore di Servola.
Si avvicina poi l'importante appuntamento con le gare gas e il gruppo punta a riconfermarsi nei territori già presidiati per incrementare la propria rete gas di circa 290.000 punti di riconsegna. Alla filiera reti saranno destinati investimenti per quasi 1,7 miliardi di euro nell'arco del piano. Anche il rapporto tra posizione finanziaria netta e Mol è atteso in miglioramento al 2020, scendendo a 2,8 volte da un rapporto di 3 volte nel 2015. Uno degli obiettivi del Piano è infatti anche il mantenimento dei rating creditizi assegnati da Standard&Poor's e Moody's, già oggi tra i migliori del settore. Infine, la sfida già in atto per il gruppo di Bologna è quella di puntare tutto sull'energia elettrica pulita e da quest'anno per tutte le attività sul territorio emiliano-romagnolo impiegherà soltanto energia proveniente da fonti rinnovabili. Un passo fondamentale verso il "carbon footprint zero", che colloca il gruppo Hera in una posizione di eccellenza in fatto di risparmio delle risorse energetiche e di contrasto al cambiamento climatico, in grado di anticipare gli indirizzi fissati dalla Strategia Energetica Nazionale, da Bruxelles con il "Pacchetto Clima-Energia" e dall'Onu con l'Agenda al 2030 per lo sviluppo sostenibile.
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