Il fondo Atlante by Cdp salverà BPVi. Fallita la sua ricetta "Unicredito" Iorio convertirà la buona entrata milionaria in buonuscita?
Martedi 12 Aprile 2016 alle 23:03 | 0 commenti
Domani da parte di Atlante, il fondo messo in pista da Cassa Depositi e Prestiti su "sensibilizzazione" del governo, ci potrebbe essere il deposito presso le autorità di vigilanza della "preautorizzazione per acquistare una partecipazione di maggioranza" nella prima delle banche di cui dovrà andare in soccorso, la Banca Popolare di Vicenza seguita a breve da Veneto Banca, la cugina corteggiata ma mai amata anche se con una salute meno cagionevole della Vicentina non avendo mai beneficiato degli "aiutini" di Banca d'Italia. Nel fondo, queste sono le altre notizie "venete", il Banco Popolare (di Verona), Cattolica (l'assicurazione veneta con partecipazioni incrociate con la Popolare di Vicenza) e Cariparo (la Fondazione di Padova e Rovigo) metteranno soldi.
Cosa che non farà , almeno per ora, la Fondazione Cariverona.
Con Biasi ancora di fatto in sella nella Fondazione e da sempre "nemico" dell'ormai apparentemente disarcionato Zonin, la probabile esistenza di leve ancora attive all'interno (e nei dintorni) dell'Istituto di Via Btg. Framarin e fedeli al vignaiolo (senza... vigneti viste le ultime, affrettate cessioni, francescane?, delle sue proprietà ) potrebbe essere il motivo della persistente diffidenza veronese.
Il fondo Atlante, costituito da Quaestio Sgr su input del governo ma con fondi privati, si legge su VeneziePost, depositerà , quindi, "presso Banca d'Italia/Bce l'istanza di preautorizzazione per acquistare una partecipazione di maggioranza nella prima banca target", con un deposito che sarà effettuato "sulla base degli impegni di sottoscrizione dei primi investitori" per il 29 aprile, durante il periodo di aumento di capitale della Popolare di Vicenza.
Traduciamo: nel caso l'aumento di BPVI non trovasse una risposta adeguata o, almeno, sufficiente da parte del mercato, Atlante (cioè Cdp, Unicredit, Intesa e gi altri sottoscrittori del fondo) interverrà a tappare i buchi, non solo simbolici, della Popolare di Vicenza, che rappresenterà il primo investimento dell'ultima ciambella di salvataggio per la Vicentina.
Infatti nella richiesta è scritto, lo riprendiamo sempre da VeneziePost, che "in assenza di un intervento di sistema vi sarebbe un rischio concreto che le operazioni di Bp Vicenza e Veneto Banca non trovino pieno riscontro sul mercato, portando, in caso di mancato intervento dei consorzi di garanzia, all'assoggettamento delle banche interessate a una proceduta regolamentare di resolution e conseguente bail-in..."
"I feedback raccolti in via preliminare da potenziali investitori istituzionali nelle fasi di pre-marketing" degli aumenti di capitale della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca "e la possibilità di non attivare la garanzia da parte dei membri dei consorzi rendono molto probabile che una quota preponderante degli aumenti", del valore complessivo di 2,5 miliardi di euro, "non venga sottoscritta", per cui, si legge ancora sul documento, il progetto Atlante "dovrà essere implementato tempestivamente, anche alla luce degli aumenti di capitale annunciati" da Bpvi e Veneto Banca, allo scopo di "evitare ripercussioni per l'intero sistema finanziario italiano".
Una domanda, a questo punto, sorge spontanea tornando a guardare solo in casa vicentina: l'ad Francesco Iorio, che ha giustificato il suo stipendio e, soprattutto, la sua "buona-entrata" da 1,8 milioni di euro col grande rischio che avrebbe corso nella sua impresa e col successo di questa grazie al coinvolgimento da lui "conquistato" dell'ora in fuga Unicredit, restituirà almeno la sua fiche da 1,8 milioni visto che il problema non l'ha risolto lui, ma Renzi, Padoan e la Cdp?
O, almeno, Iorio convertirà quella ottima entrata nella sua buonuscita visto che la Banca Popolare di Vicenza, gestita da lui, non andrà a fondo solo grazie al Fondo Atlante?
P.S. Ma forse Iorio non rinuncerà a un euro perchè lui mai si era riferito a Unicredit come garante ora in fuga dall'aumento, ma fin dall'8 febbraio e pi il 5 marzo in assemblea lui si affidava a... Unicredito.
Se Unicredito non c'è più dal 2008, in effetti, che colpa ne ha il successore a Vicenza di Samuele Sorato che tra il 2007 e il 2009 era solo vice direttore generale di Ubi a Bergamo e da vice mica poteva sapere tutto quello che succedeva fuori dalle mura orobiche?
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