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Il giudice di Venezia boccia i finanziamenti baciati della BPVi. E l'ineffabile foglio locale piange. Non di gioia per i vecchi soci tutelati ma per i piani intralciati dei nuovi "affaristi"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 19 Giugno 2016 alle 16:49 | 0 commenti

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In merito alle cause intentate contro la validità dei finanziamenti concessi dalla Banca Popolare di Vicenza dei tempi di Gianni Zonin & c. ai clienti perchè a fronte di un "prestito" maggiore del richiesto comprassero a 62,50 euro azioni poi diventate carta straccia, registriamo l'intervento "diabolicamente perseverante" di un'altra carta, quella stampata vicentina, che "piange" la sentenza di un giudice di Venezia che dà ragione ai clienti, dopo aver supportato per anni gli inviti truffaldini a sottoscrivere fatti e diffusi dal Cda di cui faceva parte dal 2003 il rappresentante della sua proprietà, quel Giuseppe Zigliotto presidente di Confindustria ora indagato insieme al presidente di tutti i presidenti vicentini, Gianni Zonin.

Contro quei clienti, col meccanismo appena ricordato, sarebbe stata compiuta una vera e propria "estorsione" come sta verificando a Vicenza il Procuratore capo della Repubblica, Antonino Cappelleri, che con quel possibile reato ha identificato, nell'intervista concessaci per primi a Vicenza e in esclusiva il 9 maggio scorso, il comportamento appena "bocciato" dal giudice veneziano.

«Il giudice Anna Maria Marra del tribunale delle imprese di Venezia - racconta scrupolosamente il cronista di giudiziaria Ivano Tolettini che riferisce del caso "seguito" dall'avvocato vicentino ed ex Pm Tonino De Silvestri - ha accolto il ricorso d'urgenza di un imprenditore che ha chiesto di dichiarare nullo il contratto di fido in relazione alla sottoscrizione dell'aumento di capitale correlato. Quello che in gergo è chiamato "finanziamento baciato".Di conseguenza ha ordinato di congelare il rimborso delle rate del prestito di 9,3 milioni di euro a fronte dell'acquisto di azioni il cui valore è stato praticamente azzerato essendo crollato da 62,5 euro a 0,1...».

Ma non finisce qui e il collega sottolinea giustamente: «L'ordinanza Marra se per adesso riguarda coloro che hanno acquistato azioni in virtù di "finanziamenti baciati puri", cioè quanti si sono sentiti rivolgere dalla banca l'offerta di partecipare all'aumento di capitale nel biennio 2013-14, con presidente Gianni Zonin e direttore generale Samuele Sorato, in apparenza blindato dal fido messo a disposizione dallo stesso istituto, potrebbe avere ricadute per quanti hanno avuto "finanziamenti baciati parziali", vale a dire privati e ditte che a fronte di prestiti hanno acquistato azioni per importi residuali, in genere nell'ordine del 20-30%, perché altrimenti la banca non avrebbe finanziato il mutuo. O più semplicemente perché così la banca avrebbe dato il via libera senza tentennamenti al prestito».

Tutto giusto il racconto e il giudice apre così uno spiraglio reale di speranze per tutti o per una parte almeno dei clienti sottoiscritori per forza degli aumenti di capitale fittizi della BPVi.

Ma se il cronista racconta, Marino Smiderle, l'esperto di finanza del foglio confindustriale formatosi alla scuola della stessa Banca di cui è stato dipendente, interpreta e, riconoscente forse per gli insegnamenti ricevuti,  "piange".

Ma non di gioia per chi potrà non "restituire" finanziamenti che favorivano solo chi i titoli li emetteva e non daca chance a chi li comprava, ma di "dolore" per la BPVi, che quei soldi dovrà non chiederli complicando, così scrive l'esperto, «i piani».

Dei nuovi soci che hanno comprato ai saldi e non dei 118.000 soci a cui sono stati estorti, complice la cattiva e interessata informazione, cifre complessivamente miliardarie la cui sparizione dalle loro tasche per confluire in altre sta già massacrando questo territorio con un effetto strike.

Sulla logicità di Smiderle ci era, a onor del vero ed inizialmente, venito un dubbio: se per lui «è difficile pensare (se lo augura?, ndr) che l'ordinanza del giudice di Venezia Anna Maria Marra, anche in caso di conferma al grado successivo, possa essere applicata a tutti» l'esperto di scuola BPVi ci assicura, subito, che «in ogni caso, gli accantonamenti disposti dalla banca (304,5 milioni di filtro, 316,5 milioni a fondo rischi, 465,9 milioni a rettifiche di crediti) coprono l'intero importo».

Allora perchè, ci chiedevamo, preoccuparsi per la Banca e i suoi piani, visto che il rischio, ora sancito per la prima volta dal giudice Marra, è coperto?

Perchè asserire che il suo pronunciamento «complica i piani»?

Ma lo Smiderle ci toglie ogni dubbio con la sua chiusura ammirata per il suo nuovo idolo di Via BTG. Framarin, che sembra amare come e più del precedente: «Iorio confidava però di riportarne a casa una buona parte.»

E sì, perchè se Zonin e Sorato avevano prestato una miliardata di euro agli ultimi malcapitati riprendensosa subito con la vendita di carta virtuale, ora Iorio e Dolcetta, i nuovi idoli locali, quella miliardata la volevano indietro sulla carta filigranata della BCE con lo slogan: ridate a Cesare quel che è di Cesare.

Tanto della carta, non filigranata, si possono fare vari usi...


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