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Il marchio "Vicenza" e la battaglia contro i giubbotti scozzesi nel mondo. O le felpe di Salvini per le pance ruttanti?

Di Edoardo Andrein Giovedi 3 Dicembre 2015 alle 23:25 | 1 commenti

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A Vicenza c'è preoccupazione per "una minaccia all'economia e al territorio": a lanciare l'allarme il giornale locale e il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci. Un'azienda scozzese di giubbotti in pelle ha chiesto la registrazione europea del marchio “Vicenza” a scopo commerciale. Un'emergenza per la quale il Comune di Vicenza ha subito "intavolato una trattativa con la società britannica e una parallela richiesta all'ente europeo di negare la registrazione del marchio per l’abbigliamento". 

Ora il Comune si attiverà per la registrazione del marchio “Vicenza” per 18 classi di prodotti e servizi, fa sapere Bulgarini. Un moto di orgoglio vicentino che magari porterà, per rientrare dell'investimento, un banchetto a palazzo Trissino con cappellini e altri prodotti della città marchiati... "Vicenza". 
Tutto questo per non far sfruttare ora il nome "Vicenza" da giubbotti scozzesi prodotti (mah, Cina docet) e disegnati (mah, dov'è il design italiano?) nei possedimenti di Sua Maestà Regina Elisabetta, già affascinata dalla città berica durante la visita negli anni '80, al suo arrivo in piazza delle Erbe, scelta al posto del salotto di piazza dei Signori, per un desiderio di minore visibilità. 
Visibilità che, invece, cerca al massimo, durante le sue visite alle città, alle contee e alle contrade italiane, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. Attraverso anche le sue felpe verdi sulle quali compaiono a caratteri cubitali i nomi di regioni e città.
Per quell'utilizzo del "marchio" della città nessuno, finora, ha mai pensato di alzare un dito...
I giubbotti col marchio Vicenza in giro per il mondo danneggerebbero la vicentinità, le felpe con quel marchio sulla pancia di Salvini, che parla alle pance più gassose d'Italia, invece esalterebbero la cultura palladiana e la storia della Repubblica di Venezia.
Fatta di cultura e globalizzazione ante litteram, non di ignoranza delle vere radici del popolo veneto che sotto i Dogi e con Marco Polo andava verso il mondo.
Quei veneti erano pronti a farsi conquistare dalle sue, diverse, bellezze e magari a farle proprie ma non solo con le armi.
Quei veneti navigavano, scoprivano, commerciavano e interagivano col mondo e non  esaltavano la chiusura nei ghetti dell'ignoranza e la mondofobia che i seguaci di Salvini proclamano così tanto e solo per le pance votanti che stasera Marco Travaglio, a Otto e mezzo su La7, non ha potuto non farlo notare costringendosi, addirittura, ad elogiare al confronto le radici culturali di Giorgia Meloni...


Commenti

Inviato Venerdi 4 Dicembre 2015 alle 12:50

E il Vicenza calcio s.p.a.? Deve alla città 500 mila euro, utilizza un patrimonio comunale che è lo stadio, senza sbosare una lira, utilizza il nome di Vicenza senza portare alcun utile, non ha nessun interesse per i Giovani Vicentini, perché non Paga? Il Vicenza Calcio è una s.p.a. società per azioni, non è un'opera pia, allora paghi il dovuto alla Città!
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