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Gli interrogatori a Gianni Zonin del 22 marzo e a Samuele Sorato del 6 aprile: gli originali senza virgolettati parziali. Perchè la "storia" giudichi anche i cronisti sul flop BPVi

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 30 Luglio 2017 alle 08:55 | 0 commenti

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Pubblicato il 29 luglio alle 20.50, aggiornato con Sorato il 30 luglio alle 8.55. A commento della foto delle insegne che cambiano nella ex sede centrale della ex Banca Popolare di Vicenza leggiamo il commento in prima pagina dell'ex... nerista del GdV, ora diventato "fondista" col nuovo direttore che ha l'arduo compito di far dimenticare le passate, decennali "istigazioni" a comprare e sottoscrivere azioni della BPVi, "le migliori e più sicure del mondo" come dettava la linea del locale quotidiano confindustriale che rispondeva all'ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto, membro eccellente del cda di Gianni Zonin che ha ricevuto la notizia della chiusura delle indagini dai pm Luigi Pipeschi e Gianni Pipeschi.

Cambio insegne della Banca Popolare di VicenzaI due titolari delle indagini, oltre a sindaci e revisori, hanno, comunque, "graziato" un'altra decina di membri del cda tra cui Roberto Zuccato, anche lui per due volte presidente dell'associazione padronale vicentina prima di arrivare al vertice di quella regionaleEbbene, il "collega" scrive, richiamando anche «le teste dei potenti fatte rotolare per mano dei "liberatori"», che «le insegne della BPVi affastellate davanti all'ex sede stringono il cuore a quanti hanno legato le sorti - professionali economiche umane - all'istituto fondato nel 1866... Certificano visivamente il fallimento della finanza vicentina coltivata da Gianni Zonin, che ha tradito chi ha perso molto, se non addirittura tutto: l'idea di "credito facile" a un territorio straordinario, che dopo la Grande Crisi è ritornato locomotiva. Le insegne staccate (e sostituite con quelle del nuovo corso), al di là della facile retorica, parlano con rinnovata forza all'arroganza del superuomo nicciano che si pensa eterno. Un monito per il futuro, oltre che una sentenza inappellabile per il passato. Quella della storia».
Anche se non lo ha firmato, per decenza o per opportunismo del nuovo direttore?, l'imbonitore ufficiale e pluridecennale di Zonin, l'economista di ruolo... marino, questo miscuglio di frasi di circostanza, in cui chi ha governato dal Cda o dal seggio più altro la banca per 36 anni, di cui 20 da presidente, pare colpevole solo di "credito facile" e di arroganza da "superuomo nicciano" (per Treccani: "nicciano, adattamento fonetico, oggi poco comune, di nietzschiano..."), non assolve né il diretto destinatario (dopo quella etica dei soci truffati, ora anche secondo un altro dei "convertiti", Pierpaolo Baretta, lasciamo alla magistratura la sentenza, se mai ci sarà) né l'autore odierno, il cronista di mille inchieste giudiziarie, vere, fasulle o a comando, né tantomeno Il Giornale di Vicenza.
Su questo mezzo, come su politici, imprenditori e rappresentanti di un qualunque potere complice o colluso, pende, leggete per quello che il GdV poteva ma non ha voluto scrivere anche "Vicenza. La città sbancata", una «sentenza inappellabile per il passato. Quella della storia».

Se entro fine anno vi "proporremo" un dossier al riguardo della storia che ci e, peggio, vi hanno propinato oggi cominciamo a pubblicare integralmente e senza commenti le parti fondamentali dei "verbali di interrogatorio" ad esempio di Gianni Zonin e Samuele Sorato e i documenti dell'indagine appena chiusa.
Questi documenti, il 29 luglio abbiamo iniziato col verbale del primo interrogatorio di Gianni Zonin (clicca qui) e il 30 abbiamo inserito quello a Samuele Sorato del 6 aprile 2017 (clicca qui), ci sono arrivati per vie anonime, ma sentiamo il dovere di renderli noti, se non bloccheranno in qualche modo un giornalismo, il nostro, fatto di "integralità" della documentazione o non di estrazione dal contesto, contestabile anche in base alla legge e alle norme deontologiche della nostra professione, di alcune frasi, per giunta virgolettate, per due motivi fondamentali:
1 - perché ne siate informati e formuliate un vostro giudizio sulla vicenda senza le interpretazioni di parte o anche solo parziali anche nsotrev e di altri colleghi, che ora stanno subissando le pagine dei media, oppure confrontando quello che vi proponiamo senza filtri con le valutazioni di terzi, che per essere "professionali" dovrebbero studiarsi un milione e centomila pagine di interrogatori e riscontri documentali e 400 ore di intercettazioni;
2 - perché i lettori e, soprattutto, quelli che hanno perso soldi, i loro risparmi, con le azioni della BPVi, conoscano la verità, per lo meno quella dell'accusa, e possano tutelare i propri interessi azzerati senza doversi tassare singolarmente per una cifra enorme (oltre 70.000 euro) per avere dalla Procura di Vicenza tutto il mare magnum della documentazione o per migliaia di euro per ottenerne le parti fondamentali che l'associazione "Noi che credevamo nella BPVi" sta provando ad avere a favore dei propri associati grazie ad una sottoscrizione proposta ad altre associazioni che, però, a parte quella di don Enrico Torta, pare siano restie ad aderirvi, nel momento in cui scriviamo, con la motivazione che la raccolta di documentazione ottenibile con l'importo inizialmnete "consorziabile" sarebbe minima rispetto a quella totale.
Chiedendoci e chiedendo chi mai, e in quanto tempo, potrà leggere tutto (anche i giudici avranno difficoltà) noi proviamo a fornire da oggi, col primo verbale di interrogatorio di Gianni Zonin (da domani gli altri verbali e non solo...), il nostro "servizio" in trasparenza.
E ci rendiamo, ovviamente, disponibili a pubblicare anche i documenti (documenti ma non chiacchiere di "facile retorica", come scriveva il nostro Ivanhoe senza l'h e senza il cavallo che lo renderebbe cavaliere) a difesa degli indagati.

Ad oggi ancora non imputati, ricordiamo anche questo per onestà intellettuale a Il Giornale di Vicenza, che oggi risponde, è un segno della crisi post Zuccato & Zigliotto, abLuciano Vescovi.

Che è stato, ahi la storia!, vice presidente di Banca Nuova prima di salire sul seggio più alto (oggi in effetti... meno basso) di Confindustria Vicenza.


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