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Intesa punta 1 euro e fa bingo: acquista asset BPVi e Veneto Banca ma senza impatto su capitale e cedola e a prezzo simbolico: Mion attende Mef, Guzzetti approva, Fabi spera

Di Redazione Economica VicenzaPiù Mercoledi 21 Giugno 2017 alle 17:18 | 0 commenti

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Il punto alle 17.18. Intesa Sanpaolo è disposta a rilevare per 'un corrispettivo simbolico' alcuni asset delle due banche venete in difficoltà, ma a patto che questo non incida sulla sua forza patrimoniale, sulla sua politica di dividendo ed escluda quindi la necessità di aumenti di capitale. È inoltre escluso l'acquisto di crediti deteriorati, in bonis ma a rischio oppure di bond subordinati. Come indica una nota, il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo nella sua riunione odierna 'ha deliberato con voto unanime la disponibilità all'acquisto di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, purché a condizioni e termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell'operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo. La disponibilità di Intesa Sanpaolo all'operazione esclude pertanto aumenti di capitale'.

"L'unico commento che posso fare è che non sono in grado di valutare" l'offerta di Intesa Sanpaolo su alcuni asset della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Così, in un colloquio con Radiocor Plus, il presidente dell'istituto vicentino, Gianni Mion. "Noi aspettiamo le indicazioni del ministero dell'Economia", ha ribadito Mion.
'Esprimiamo forte apprezzamento e sostegno all'offerta che Intesa Sanpaolo ha avanzato nei confronti delle banche venete, anche alla luce dell'attenzione alle persone, alla sostenibilità sociale nonché alla cura delle relazioni sindacali che il Gruppo ha espresso in questi ultimi anni, di concerto con tutte le organizzazioni sindacali dell'istituto'. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. 'Siamo convinti che sia la giusta soluzione per risolvere un gravoso problema che incombe sull'intero settore bancario e sulla stessa economia italiana. Se questo progetto si concretizzerà, dovremo garantire insieme un futuro alle lavoratrici e ai lavoratori delle due banche e alla stessa clientela'.
"Sono totalmente d'accordo con Carlo Messina, come del resto sono sempre stato in questi anni anche perché è un bravissimo amministratore delegato". Così, in un colloquio con Radiocor Plus, Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, azionista storico di Intesa Sanpaolo, commenta la disponibilità dell'istituto a rilevare parte degli asset della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Guzzetti apprezza naturalmente i paletti fissati da Intesa su capitale e cedola: "Questi paletti Messina li ha messi anche quando stava esaminando Trieste (Generali, ndr), figuriamoci ora - sottolinea - Del resto perché dovremmo metterci in casa situazioni problematiche visto che la banca va bene? Questa è la bussola di Intesa Sanpaolo". Ma allora perché intervenire sulle banche venete? "Intesa non è la banca del Paese, ma è una banca responsabile, che ha già dimostrato in passato di farsi carico di alcuni problemi della collettività".
Rapida accelerazione in Borsa per Intesa Sanpaolo, quindi, dopo che la banca si è detta disponibile a un intervento sulle banche venete solo se questo esclude aumenti di capitale e non ha alcun impatto sui dividendi. Inoltre, la banca si è detta aperta all'acquisto di asset solo se l'operazione fosse neutrale per il Cet1. Il titolo sale ora del 2% con un top a 2,59 euro in un mercato che sale dello 0,75%.
In un report di questa mattina, una primaria sim milanese sottolineava che il consolidamento delle attività delle banche venete porterebbe a un leggero calo del Cet1 ratio, discorso diverso se le sofferenze verranno veicolate con uno spin off prima dell'acquisto e se le banche saranno preventivamente ricapitalizzate dal Governo. I termini dell'eventuale ricapitalizzazione preventiva, mettono in evidenza gli esperti, "possono cambiare l'impatto per Intesa Sanpaolo che nel caso in cui dovesse comprare per 1 euro le due banche ricapitalizzate potrebbe beneficiare sia del reversal del badwill che di Dta nei prossimi anni, che potrebbe rendere l'operazione sostenibile dal punto di vista finanziario senza impattare la capacità di Intesa Sanpaolo di pagare l'attuale livello di dividendi".
La disponibilità di Intesa Sanpaolo - precisa la nota - riguarda l'acquisizione di un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), i crediti in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate emesse, nonchè partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all'acquisizione. In particolare, la banca considera necessaria per la conclusione e l'efficacia dell'operazione una cornice legislativa, approvata e definitiva, che assicuri le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi della totale neutralità dell'operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del gruppo, la copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisizione e la sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni comunque avanzati nei confronti di Intesa Sanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite. L'operazione è subordinata all'incondizionato placet di ogni Autorità competente, anche con riferimento alla relativa cornice legislativa e regolamentare. Il trasferimento delle attività e passività, ove perfezionato - conclude la nota - avverrà a fronte di un corrispettivo simbolico.


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