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Bce vuole ricambio Cda di Veneto Banca ma a Vicenza non si procede contro Cda by Zonin

Di Rassegna Stampa Sabato 26 Marzo 2016 alle 23:18 | 0 commenti

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Mentre almeno per oggi i membri dell'era Zonin ancora in carica(e sono i due terzi del totale) hanno scansato l'azione di responsabilità, ben altra durezza mostra la Bce con Veneto banca, come scrive su Il Sole 24 Ore il collega Marco Ferrando.

La Bce torna a farsi viva con Veneto Banca. Più o meno com'era accaduto a dicembre alla vigilia della ("auspicata") trasformazione in spa, con una lettera inviata nei giorni scorsi a Montebelluna lancia un messaggio chiaro in vista dell'assemblea che il 5 maggio sarà chiamata a rinnovare il cda: Francoforte si aspetta una conferma dei vertici di nomina più recente - almeno presidente e ceo - ma anche un forte ricambio nel resto del cda, per proseguire in quel percorso di rinnovamento che la banca ha avviato ormai due anni fa.

Diversamente, scrive la Bce, si riserverà di utilizzare le facoltà a sua disposizione, dal potere di rimuovere gli amministratori ritenuti non idonei all'avvio di una procedura di risoluzione (che contempla il bail-in come extrema ratio).

Da Veneto Banca nessun commento. Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, però, la lettera sarebbe stata discussa l'altroieri nel corso dell'ultima seduta del cda. In cui, peraltro, i consiglieri uscenti hanno approvato la pubblicazione dell'autovalutazione e del documento sul profilo qualitativo e quantitativo ideale del prossimo board, uno dei passaggi preliminari in vista dell'assemblea di rinnovo.
Un rinnovo su cui, a quanto pare, Francoforte ha le idee chiare. La priorità, avrebbe scritto la Vigilanza, è il buon esito del lungo percorso avviato negli anni scorsi con le verifiche sul capitale e sui crediti, proseguito a dicembre con la trasformazione in Spa ma tuttora a metà del guado: finora in Bce è stato "tollerato" il suo Cet1 ratio al 7,23%, da mesi sotto la soglia minima di capitale richiesta, ma resta fondamentale e urgente l'aumento da un miliardo messo in cantiere e pregarantito da Banca Imi. E altrettanto importante, per Francoforte, è la quotazione in Borsa, condizione per consentire l'uscita dei soci che intendono farlo ma di fatto sono intrappolati ormai da due anni. Di qui, appunto, l'attenzione per il prossimo consiglio, chiamato a non mettere in discussione la road map concordata con la Vigilanza, ma al tempo stesso a proseguire nel rinnovamento e ad archiviare definitivamente gli anni della mala gestio.
La nuova road map
Inizialmente l'approvazione del bilancio e il contestuale rinnovamento del consiglio erano previsti per giugno, cioè dopo Ipo e aumento: in pratica, Veneto Banca si sarebbe presentata al mercato senza aver ottenuto l'ok dei soci sul bilancio in virtù di una deroga che - in base ai contatti di fine 2015 - avrebbe dovuto essere concessa da Consob e Borsa Italiana. Ma da allora il tempo sui mercati è profondamente cambiato, soprattutto per le banche, e così per motivi di trasparenza a Montebelluna si sarebbe chiesto di cambiare l'ordine delle tappe, anteponendo all'Ipo l'approvazione del bilancio, e con essa la nomina del nuovo board. La nuova agenda porta con sè uno slittamento dell'aumento da metà aprile a metà maggio, autorizzato da Bce; ma al tempo stesso, visto che aumento e Ipo avverranno sotto un nuovo cda, la Vigilanza ha ritenuto di dover intervenire chiarendo che eventuali sorprese non saranno gradite. Nella missiva nomi non se ne fanno; ma se è vero che si auspica un consiglio di eleveto standing, con un mix di competenze diverse, professionalità e ad alto tasso di rinnovamento, viene da sè immaginare che sia ritenuta importante la conferma dei componenti più freschi di nomina, che sono tra l'altro gli artefici del piano Spa-ipo-aumento: il presidente, Pierluigi Bolla, in carica dal 30 ottobre. Cristiano Carrus, entrato in consiglio come ceo il 13 ottobre dopo l'approdo in banca nel 2014, il presidente del comitato esecutivo (dal 2015), Maurizio Benvenuto.
Verso il "listone"
E ora? Veneto Banca, e con essa i suoi 600mila clienti e 70mila affidati, si trova di nuovo a un bivio: seguire le indicazioni della vigilanza, sfruttando i (pur limitati) spazi di manovra, oppure sfidarla e andare incontro a esiti non prevedibili e dunque rischiosi. Il tutto mentre tra i soci il malcontento per le svalutazioni del titolo rimane.
A tentare una sintesi che accontenti tutti sarà il consiglio uscente, che negli ultimi giorni avrebbe contattato una società di head hunting proprio in vista della composizione della lista di maggioranza, da depositarsi entro il 10 aprile. Che, oltre a Bolla e Carrus, potrebbe anche comprendere alcuni soci di peso - tra cui i grandi azionisti dell'associazione "Per Veneto Banca", che nei mesi passati hanno più richiesto una rappresentanza in consiglio. Un consiglio, però, che potrebbe avere una vita anche molto breve: l'aumento, infatti, è destinato a rimescolare pesantemente le carte nell'azionariato, e non è escluso che i nuovi azionisti possano chiedere un nuovo board.

di Marco Ferrando, da Il Sole 24 Ore


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