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La lettera scritta da Gianni Zonin ai soci BPVi il 4 dicembre 2014 riguarda tutti: il Cda di Gianni Mion, il Pm di Antonino Cappelleri, politici come Achille Variati, confindustriali come Giuseppe Zigliotto. E la stampa, letale

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 13 Luglio 2016 alle 15:09 | 1 commenti

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Il 4 dicembre 2014, firmandosi Cavaliere del Lavoro dott. Gianni Zonin, allora presidente di quella che solo un anno dopo divenne chiaro a tutti, anche a quelli che a lui si pronavano, che sarebbe diventata ufficialmente la "fu" Banca Popolare di Vicenza, scrisse una lettera agli allora 110.000 soci di cui si parla anche in "Vicenza. La città sbancata", il nostro libro che raccoglie gli  articoli di denuncia della situazione reale dell'istituto di Via Btg. Framarin che scrivevamo, in solitudine locale, fin dal 13 agosto 2010. Pubblichiamo integralmente di seguito la lettera premettendo due domande al "viticoltore prestato alla finanza" e la terza ai vicentini che "contano" ( loro vantaggi?). La prima: quelle di Zonin non sono evidenti "false comunicazioni sociali" con l'aggravante che non poteva non sapere di cosa stesse parlando a meno che non confessi ora una incapacità a presiedere quel Cda a cui per 7 volte si è fatto eleggere con la complicità "ambientale" del territorio e reale di molti poteri locali tuttora in sella?

La seconda domanda: Gianni Zonin ancora non si vergogna del danno enorme arrecato a tutta quest'area mentre si è subito preoccupato di svuotarsi delle sue proprietà per renderlemeno attaccabili da sequestri cautelari che, se e quando arriveranno, sarranno comunque tardivi?

La terza domanda è ai suoi "paggi di Vicenza":  ancora non si vergogna e non lascia ogni incarico chi nell'area vicentina, in concomitanza con i suoi ultimi mandati da presidente di una BPVi fuori controllo perchè troppo da lui "controllata" e asservita, ha detenuto il potere politico, uno su tutti Achille Variati, e quello imprenditoriale, uno più di tutti Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza e membro del Cda della Banca dal 2003 oltre che amico stimato dal sindaco?

Gianni Mion e Antonino Cappelleri leggete allora, simbolicamente il primo per la "nuova BPVi" ora da risanare e il secondo per la nuova magistratura un tempo debole con Zonin & c., questa lettera e traetene tutte le conseguenze dovute per l'ex presidente, il suo Cda e i suoi dirigentiti.

Lettori, soci truffati dalla vecchia banca e non soci danneggiati, comuqnue, per la crisi correlata che sta colpendo Vicenza, "ripassate" ogni frase della lettera e chiedetevi chi altri oltre a Zonin (se non capevano erano "incapaci" politici, dirigenti associativi e collaboratori della stampa asservita) ha diffuso "false notizie" sulla BPVi, quelle che sta accertando il pool di Cappelleri?

Chiedetevelo, rispondetevi e traetene le conseguenze verso i politici, i dirigenti associativi e la stampa di palazzo.

 

Ecco la lettera (qui il pdf)

Vicenza, 4 dicembre 2014
Egregio socio
qualche settimana fa la Banca Centrale Europea ci ha promosso in Europa fra i primi 13 più importanti gruppi bancari italiani. Per una Banca come la nostra Popolare di Vicenza, che 19 anni fa aveva 100 sportelli e operava essenzialmente nella provincia di Vicenza, questo è un risultato di straordinario valore. Dagli "stress test" a cui la BCE ha sottoposto i nostri bilanci siamo risultati una banca solida e fortemente patrimonializzata e che tale resterebbe anche di fronte a scenari macroeconomici e ancora più avversi degli attuali. La promozione europea ci rende orgogliosi tanto più considerando che i parametri di valutazione adottati dalla BCE riguardano prevalentemente i rischi connessi alla erogazione del credito.

La nostra Banca, anche in questi ultimi sei anni di recessione, ha continuato a sostenere l'economia e le imprese del territorio a ritmi ben più alti della media del sistema bancario italiano. Vorrei quindi dire con orgoglio ai nostri Soci che se "la colpa" della Popolare di Vicenza è stata quella di aiutare le imprese sane a non chiudere, di evitare la perdita di posti di lavoro, e forse perfino di impedire il gesto disperato di qualche imprenditore, noi siamo fieri di questo e proseguiremo anche in futuro nella politica di sostegno creditizio ad aziende, famiglie e tessuto produttivo locale.

Oggi contiamo su 700 punti vendita sul territorio nazionale e siamo un punto di riferimento bancario indiscusso per il Veneto, il Nord Est e per tutti i territori, dal Nord Ovest al Sud Italia, in cui operiamo e dove contiamo di rendere presto ancora più incisiva la nostra presenza.

Stiamo crescendo non solo in dimensione ma anche in qualità ed ampiezza di servizi. Rientra in quest'ottica il rafforzamento della nostra partecipazione in Cattolica Assicurazioni, una delle più importanti compagnie assicurative italiane, di cui oggi siamo primo azionista. Grazie anche alla comune vocazione popolare e cooperativa, le nostre reciproche sinergie nel campo della banca­ assicurazione costituiscono un vero valore aggiunto non solo per i clienti ma anche per tutta l'economia reale.

A chi si preoccupa della flessione registrata dal valore delle azioni Cattolica Assicurazioni, vorrei evidenziare che questo è l'andamento che caratterizza purtroppo tutto il mercato borsistico, e che il valore di una società quotata non si misura mai né al top dei valori di borsa e neanche ai suoi minimi.

Anche una decina di anni fa qualcuno aveva guardato con preoccupazione un altro nostro investimento importante e strategico: quello che ci portò a divenire il primo azionista italiano di Banca Nazionale del Lavoro, investimento da cui la Banca è uscita con una plusvalenza di quasi 300 milioni di euro.

Abbiamo sempre fatto il nostro dovere di banca al servizio del territorio nell'interesse dei nostri Soci e dei nostri Clienti, ma per continuare lungo questa direttrice non dobbiamo farci distrarre né da chiacchiere né da pettegolezzi.
Abbiamo bisogno solo di due cose.
La prima riguarda il nostro Paese, ed è l'attuazione più veloce possibile di politiche di governo, nazionali e comunitarie, che, a dispetto dell'austerità ostinatamente propugnata da qualcuno, facciano ripartire al più presto la nostra economia, mettendola sulla scia virtuosa di quelle che, come negli Stati Uniti, Canada o Regno Unito, hanno già ricominciato a correre.

La seconda cosa, altrettanto importante, è la fiducia dei Soci in questa Banca che vuole aiutarli a proteggere i loro investimenti. Abbiamo tutelato in questi anni il valore dell'azione Banca Popolare di Vicenza, evitando la quotazione in borsa del nostro titolo anche quando tanti lo consideravano conveniente. Ora, dopo che negli ultimi dieci anni i titoli delle banche quotate hanno perso in media il 60% del loro valore mentre quello della nostra azione è cresciuto del 33%, sappiamo che abbiamo avuto ragione e che i nostri 110.000 Soci ce ne sono grati.

Mi ha detto di recente un conoscente: "Nel 2007 avevo investito 100.000 euro in titoli quotati di una banca e oggi mi ritrovo con 25.000 euro in mano. Se, pur di riavere intatto il mio capitale iniziale, qualcuno mi proponesse di aspettare due anni per vendere, gli risponderei che ne aspetto volentieri anche cinque".

So che qualche Socio lamenta che i tempi di vendita delle nostre azioni si sono allungati. E' vero, come è vero che, con la crisi, tutti i mercati sono rallentati e la domanda è debole in ogni settore, perfino quello immobiliare; a Cortina, per fare un esempio, fino a qualche anno fa un appartamento restava sul mercato solo poche ore, oggi ci sono centinaia di abitazioni in vendita, e i prezzi sono tutti in discesa.

Gli scenari economici che abbiamo davanti non sono ancora incoraggianti ma siamo una banca forte e sana e non ci fermeremo nel nostro percorso di crescita. Entro il primo trimestre del 2015 sarà operativo un nuovo piano industriale triennale che avrà come obiettivo l'ulteriore sviluppo dell'Istituto e la produzione di una buona redditività che, ne sono certo, sarà di soddisfazione per tutti Voi.

Cari Soci, dobbiamo essere non solo fiduciosi nella Popolare di Vicenza ma anche orgogliosi di , questa banca che fra poco compirà 150 anni perché la sua presenza rappresenta un valore straordinario che va a vantaggio di tutti.

L'economia italiana e il Nord Est non sarebbero mai decollati se non ci fossero state banche come la nostra che hanno dato aiuto, credito e fiducia alle aziende del territorio.

Con questo pensiero rivolgo a tutti Voi ed alle Vostre famiglie un cordiale augurio di buon Natale e di serene festività.

Il Presidente
Cav. Lav. Dott. Gianni Zonin


Commenti

Inviato Mercoledi 13 Luglio 2016 alle 15:51

Apperò che impostore questo Zonin.
Francesco Lovo
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