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Fa scandalo mancata azione di responsabilità contro il cda di Zonin: ci scrivono gli azionisti, ne scrive anche Il Sole 24 Ore

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 28 Marzo 2016 alle 12:24 | 0 commenti

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Sono numerose le reazioni (e gli spunti di riflessione) che stiamo raccogliendo sia sugli elenchi dei "soci top 999 della BPVi", che noi stiamo pubblicando dal 20 marzo, che altri scopiazzano insieme ai nostri "warning" e che solo domenica 27 marzo la stampa amica, dopo che ha ha parlato il 26 anche Il Corriere della Sera, ha scoperto che esistono citando, però, solo ben pochi casi, come quelli relativi al mondo della Diocesi, ma non i nomi e i dubbi sulle azioni (intese come titoli ma anche come comportamenti) dei "vecchi amici". Dopo il week end pasquale, in cui ci siamo uniformati alla papale "misericordia", riprenderemo le pubblicazioni della lista con i 199 nomi mancanti del cuore dell'azionariato truffato (ma, ve ne accorgerete, in parte "truffante") ma, intanto, tra le varie mail pervenuteci, pubblicheremo di seguito quella, firmata, col commento sulla mancata (rinviata?) azione di responsabilità contro Zonin e il suo Cda.

È stato proprio questo l'argomento dell'assemblea del 26 marzo che più ha tenuto banco sui quotidiani nazionali che hanno raccolto le reazioni "esterrefatte" come quella del vice ministro dell'Economia, il veneto Enrico Zanetti, riportata, ieri 27 marzo, da Il Corriere della Sera di ieri, 27 marzo, il giudizio sorpreso del Il Fatto Quotidiano, che evidenzia le responsabilità anche della Banca d'Italia,  la disapprovazione di La Repubblica e de Il Sole 24 Ore di cui riportiamo a seguire il relativo articolo a firma Katy Mandurino.

Ma, prima della nota di Mandurino, ecco, una per tutte, la mail del lettore socio sull'argomento dell'azione di responsabilità bocciata però solo dal 18,64% grazie al 43,29% delle astensioni mentre a favore hanno votato il 38,05%.

 

Egregio direttore, è evidente che Zonin comanda ancora, e che i dipendenti sono dei cagasotto (Oscar Giannino su Radio 24 li ha definti "vicentini baciaculo, ndr); hanno paura di esporsi, dando il proprio nome (obbligatorio per statuto per chi votava sì alla richiesta, ndr), e hanno preferito non votare l'azione di responsabilità. Non si sa che percentuale rappresentassero, ma sicuramente hanno influito molto. Non si rendono conto che il posto di lavoro è già perso, come pure la banca. Entro tre anni addio anche alle insegne. Certo anche i dipendenti hanno dato un esempio poco encomiabile. Quanto alla prossima possibile azione di responsabilità, è ben vero che ex art 2393 bis cc stabilisce che può essere esercitata dal 2,5% del capitale sociale, ma in sede di assemblea convocata grazie a quel preventivo coaugulo di soci che chiedano l'esercizio dell'azione.

Lettera firmata

 

L'assise. La rabbia degli azionisti ma molte astensioni - L'azione contro la passata gestione sarà inserita nell'odg di una prossima assise. I soci bocciano l'azione di responsabilità

di Katy Mandurino, da Il Sole 24 Ore

 

Da mesi, formalmente e informalmente, da tutte le associazioni dei risparmiatori (e con più forza durante gli interventi di ieri in assemblea), l'azione di responsabilità è stata la richiesta più "accorata" e insistente rivolta al consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza. La valenza è considerata duplice: non solo è necessaria per senso di giustizia e per smarcare la banca dalla gestione del passato, ma serve a resuscitare tra i soci la fiducia persa e la speranza di un nuovo corso di crescita della banca.
I numerosi appelli hanno, per un (solo) momento, trovato ieri soddisfazione: dopo aver precisato che non potevano essere accolte più delibere sullo stesso argomento, il presidente Stefano Dolcetta, visti i numerosi interventi sullo stesso tema, a metà assemblea ha stilato una proposta di voto sull'azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori dell'istituto. Ma la proposta prevedeva che l'assemblea deliberasse non solo di «autorizzare l'azione di responsabilità» verso amministratori, direttori generali e sindaci «in carica nel momento in cui si sono realizzati eventuali fatti illeciti che si sono riflessi nel bilancio» 2015 esclusi quegli amministratori «che hanno assunto la prima carica dopo il gennaio 2015», ma anche «di dare conseguentemente mandato» al cda che «sarà eletto dall'assemblea da convocarsi entro il 30 giugno 2016 di istruire e, una volta analizzate le condotte» che rappresentano una «violazione di legge e statuto» con riflessi nel bilancio 2015, di promuovere l'azione di responsabilità verso quegli amministratori che «fossero ritenuti eventualmente individualmente responsabili». La mozione autorizzava infine, «qualora ne sussistano i presupposti, la costituzione di parte civile verso amministratori, sindaci e direttori generali oggetto delle azioni penali ora in corso».
Tutto demandato al prossimo cda, dunque. Un segnale politico, di presa di distanza dal vecchio management, ma anche la volontà di non mettere troppa carne al fuoco in questo momento di transizione. La proposta, messa ai voti, ha registrato un numero consistente di astensioni, il 47,2% dei votanti, rappresentativi del 43,2% dei titoli, e non è passata (hanno votato no il 5,8%, ovvero il 18,6% dei titoli, e sì il 46,8%, il 38% dei titoli).
Lo stesso presidente, prima della votazione, aveva invitato i soci a valutare con attenzione l'opportunità di promuovere l'azione di responsabilità, facendo intendere che sarebbe meglio aspettare l'assemblea che rinnoverà il consiglio a giugno, una volta conclusi l'aumento di capitale e la quotazione in Borsa. «La banca sta attraversando un momento delicato, ha davanti progetti e passi difficili, deve poter raccogliere sul mercato una gran quantità di capitale», aveva precisato Dolcetta, sottolineando che occorre che «la banca possa lavorare nella massima serenità possibile». «Inoltre - aveva aggiunto - basterà solo il 2,5% del capitale per chiedere che l'azione di responsabilità sia inserita nell'ordine del giorno di una prossima assemblea». Dure le reazioni dei soci: «Nonostante questo voto negativo andremo avanti fino all'accertamento dei reati che sono stati commessi», ha detto l'avvocato Renato Bertelle, presidente dell'associazione nazionale azionisti della Popolare di Vicenza.


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