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La bufala di chi non verifica... La Verità: Cappelleri a Venezia ritroverebbe l'inchiesta BPVi in caso di sua avocazione in laguna? Una bugia in cui casca un "mezzo locale"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 30 Novembre 2016 alle 23:27 | 0 commenti

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La Verità, che nome impegnativo per il giornale di Maurizio Belpietro!, negli ultimi due mesi e per cercarsi una parte dei 10.000 lettori che sono il suo obiettivo nazionale sta ricostruendo col suo Francesco Bonazzi quello che noi abbiamo già scritto a Vicena negli ultimi sei anni e passa (cfr. "Vicenza. La città sbancata"). Oggi un "mezzo" locale riporta l'ipotesi del quotidiano che, sulla possibilissima richiesta di Antonino Cappelleri, procuratore capo della Procura di Vicenza, di concorrere al ben più prestigioso ruolo di capo della Procura di Venezia, riferisce di  «uno scenario paradossale: ci sono alcuni esposti alla Procura generale di Venezia che chiedono l'avocazione dell'inchiesta di Vicenza sulla Popolare per presunta inerzia. Sarebbe comico se fossero accolti e se poi, a gestire il fascicolo migrato in laguna fosse lo stesso Cappelleri».

È grave che La Verità abbia preso una bufala tecnica, ma è un peccato che i nostri colleghi locali ci siano cascati senza neanche verificare la possibilità presso uno dei tanti legali oggi accorsi al capezzale dei soci truffati e a cui spesso danno voce, vedi l'amico Renato Bertelle.

Lo fanno, evidentemente, per fare gossip creando solo caos tra le associazioni a vantaggio della BPVi attuale, quella che non ha creato ma "deve" risolvere, come ha detto Gianni Mion, il problema dei soci azzerati a cui servono "soldi" e non confusione,  chiarezza, trasparenza e competenza e non di polveroni alzati tanto per far vedere che ci si agita. 

Infatti se è probabile che Antonino Cappelleri abbia presentato la domanda di "promozione" ma se è impossibile sapere oggi se gli verrà assegnata, è totalmente certo che, se le indagini fosssero "avocate" a Venezia, lo sarebbero, ha confermato i nostri "dubbi" lo studio legale di Renato e Marco Ellero, non presso l'eventuale "nuova" Procura di Cappelleri ma presso la Procura generale della Corte d'Appello di Venezia, ben altra Procura, di rango superiore e in cui, per giunta, è saldo l'attuale procuratore capo Antonino Condorelli, che è omonimo (ma non... "cognonimo") di Cappelleri e che, usiamo il condizionale non essendo certi della Verità, sarebbe, questo sì, preoccupato per le indagini a Vicenza dove ha appena inviato Paolo Fietta, sostituto procuratore generale della Corte d'Appello...

Che La Verità faccia un errore tecnico e scriva bugie fa, questo sì, notizia, ma che ci caschino sistematicamente, per scelta, per pigrizia o per incompetenza, grandi e piccoli "mezzi" locali è il segno che a Vicenza c'è ancora chi propina ciacole e non verità.


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