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Lavoro: un declino inarrestabile e i “favolosi risultati” del capitalismo trionfante

Di Giorgio Langella Sabato 4 Marzo 2017 alle 21:21 | 1 commenti

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Da metà 2008 a oggi si sono susseguiti, nel nostro paese, governi di centrodestra, tecnici, di grandi intese, a maggioranza PD. Quelli che si sono succeduti in questi anni sono comunque governi che hanno fatto gli interessi del capitale e che hanno messo in pratica quanto veniva loro “suggerito” dalla UE e dai grandi potentati economico-finanziari nazionali e globali. La corruzione, intanto, dilaga a qualsiasi livello. Talmente tanto che è diventata qualcosa di normale e ovvio. Gli scandali delle banche hanno evidenziato l'assoluta mancanza di regole e controlli che garantiscano i cittadini. Le privatizzazioni dei servizi, dei beni collettivi e dei settori produttivi strategici hanno aumentato la crisi. La cancellazione del finanziamento pubblico dei partiti e la sua sostituzione con le “elargizioni volontarie” ha portato a una progressiva privatizzazione della politica, al suo controllo da parte di chi detiene la ricchezza del paese e la trasformazione di fatto dei partiti in comitati d’affari.

L’esistenza di intermediari e di fondazioni create allo scopo di ottenere finanziamenti privati ha aumentato il tasso di corruzione a livelli intollerabili. L’attuale indagine sulla Consip evidenzia questo stato di fatto. L'assenza dei comunisti e di una seria (e severa) opposizione in Parlamento ha contribuito a questo degrado politico e morale nel quale sta annegando il paese. La volontà di cancellare dalle istituzioni qualsiasi voce contraria al sistema capitalista ha ottenuto il risultato di un adeguamento al pensiero unico trionfante con una divisione di ruoli (direzione effettiva del paese e scelte strategiche da parte di chi detiene il potere economico e finanziario, amministrazione utile a “lorsignori” assegnata alle forze politiche presenti nelle istituzioni) che ha lasciato inalterati rapporti di forza ed ha aumentato le condizioni di sudditanza esistenti. Così le politiche sul lavoro si sono rivolte esclusivamente e in maniera crescente agli interessi delle imprese e ai profitti individuali di capitalisti e padroni della finanza. Il risultato raggiunto è, a dir poco, drammatico. I dati e la realtà (che, chi vive del proprio lavoro è costretto a subire ogni giorno), anche se vengono raccontati in maniera edulcorata da una informazione compiacente, sono lo specchio di un fallimento totale. Oggi, su molti giornali, si possono leggere articoli che riportano la notizia di un aumento dell’occupazione. Dato incontrovertibile, dicono. Ma è proprio così?

I dati su occupazione e disoccupazione, diffusi recentemente dall’ISTAT sono riportati in tabella.

 

 

Gennaio 2009

Gennaio 2016

Gennaio 2017

Forza lavoro

24.620.779

25.590.358

25.953.658

Occupati

22.841.768

22.619.839

22.856.950

Disoccupati

1.779.011

2.970.519

3.096.708

Inattivi

14.606.038

13.861.934

13.400.718

 

E questa è la loro suddivisione in fasce d’età.

 

Fasce d’età

 

Gennaio 2009

Gennaio 2016

Gennaio 2017

15 – 24

Occupati

1.336.046

944.133

970.771

Disoccupati

413.840

597.192

592.530

25 – 34

Occupati

5.332.558

4.097.390

4.071.532

Disoccupati

553.658

853.692

894.477

35 – 49

Occupati

10.542.505

9.988.817

9.857.271

Disoccupati

600.246

1.006.806

1.077.422

50 e oltre

Occupati

5.630.659

7.589.498

7.956.376

Disoccupati

211.266

512.829

532.279

 

Si leggano questi pochi dati e li si confronti con quelli diffusi recentemente da Oxfam che rivelano come, anche nel nostro paese, la crisi venga pagata dalle fasce più deboli, dall'assenza di lavoro e da una povertà crescente mentre i profitti non vengono intaccati. In Italia i 7 miliardari più ricchi, secondo la classifica Forbes, possiedono una ricchezza pari a quella del 30% dei concittadini più poveri. Nel 2016, l'1% degli italiani più facoltosi possiede poco meno di 2.500 miliardi di dollari pari al 25% della ricchezza nazionale netta (che si è assestata a 9.973 miliardi di dollari). In un anno hanno visto accrescere la loro ricchezza di circa 200 miliardi di dollari. Il 20% più ricco possiede più del 69% della ricchezza totale. Una cifra pari a circa 6.900 miliardi di dollari.  

I dati sono là a raccontarci quello che è vermente successo e quello che sta succedendo. Questi dati di progressivo aumento della disuguaglianza sono il riassunto di cosa sia realmente il capitalismo. Un sistema che fa della ricchezza di pochi e della povertà di molti, della mancanza di solidarietà e dello sfruttamento, della trasformazione in merce del lavoro e della vita stessa, la propria religione.

Il capitalismo è un sistema spaventoso che sarebbe igienico abbattere.

Non fosse altro che per la corruzione e la sperequazione che ha generato.


Commenti

Inviato Domenica 5 Marzo 2017 alle 07:19

Diceva l'anarcosindacalista Sorel: come mai dopo cinquanta'anni, oggi più di duecento, il capitalismo doveva crollare - diceva Marx - ed invece è sempre presente e nonostante la crisi più forte?
Il comunismo invece non ha durato neanche un anno, visto che Lenin ha subito provveduto a costruire il totalitarismo perfezionato nello statalismo economico e fallimentare di Stalin.
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