Quotidiano | Categorie: Banche

Veneto Banca "deve" votare un nuovo cda, ma Vicenza tollera un cda BPVi che non risponde, neanche ai soci top 999. Qui l'elenco di altri 160: molti attendono la Procura, ma gli altri?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 21 Marzo 2016 alle 23:49 | 0 commenti

ArticleImage

Grazie a uno statuto diverso rispetto a quello della Banca Popolare di Vicenza il cda di Veneto Banca ha dovuto convocare per il prossimo 5 maggio l'assemblea per l'approvazione dei conti del 2015, a cui, sempre stando allo statuto, il board deve arrivare dimissionario per essere rinominato e, quindi, rinnovato almeno in alcuni dei suoi componeneti o nelle deleghe assegnate, tra cui quelle all'Ad Carrus. Ma la differenza con la BPVi, che la vigilia di Pasqua celebrerà un'assemblea, senza il rinnovo del Cda, per approvare un bilancio in profondo rosso ma così sminuita dalla stampa amica che questa sconsiglia addirittura la partecipazione a un passaggio di verifica che in nessuna azienda è banale tanto più che è propedeutico alla richiesta in Borsa di altri 1.763 milioni di euro per sopravvivere, non è solo quella statutaria.

La diversa capacità di aggregazione tra gli azionisti e la loro determinazione a far rispettare i propri, residui, diritti, tra cui quello di decidere chi li gestirà, ha imposto, su pressione anche della associazione "Per Veneto Banca" che raccoglie l'8% delle azioni trevigiane, anche lo stop a possibili alienazioni di beni della Veneto Banca riservandole al Cda da eleggere in assemblea.

A Vicenza, invece, sono state finora sterili le proteste degli "oppositori" in toto delle scelte strategiche della gestione attuale, oltre che, ovviamente, di quella truffaldina passata, e moltre delle proposte degli azionisti, come quegli raccolti in Futura 150 titolare in totale del 5% dei titol, che si sono offerti, per concordare scelte comunque più vicine ai loro desiderata, di affiancare il Cda attuale, ancora full, giova ricordarlo con estrema amarezza, per due terzi di membri" "zoniniani e zigliotteschi".

Mentre quello di Montebelluna, che pure da tempo ha segnato una netta discontinuità col passato, verrà rimesso ai voti il 5 maggio, in Via Btg Framarin l'Ad Francesco Iorio col supporto del presidente Stefano Dolcetta continua tranquillo e imperterrito a non rispondere alle domande che noi facciamo e ripetiamo da tempo alla "nuova e trasparente" banca .

Quelle domande le continuiamo, a  rivolgere a Iorio (vedi a seguire*), anche se appena un pò  aggiornate alla luce delle novità e alleggerite da alcune di quelle meno rilevanti per tutti.

Continuiamo a farle le dieci domande specialmente dopo i fatti di possibile diffusione della cancrena della appurata mala gestio della banca ad altri enti e entità locali, molte di benficenza, tra cui la Fondazione Roi e la Fondazione Maria Teresa Mioni, nei cui Cda siedevano e siedono membri nominati prima dal vecchio Cda zoniniano e tollerati ora dal parzialmente nuovo Cda nonostante scelte che li hanno portati nel passato a favorire acquisti delle azioni della BPVi stessa in apparente e forte conflitto di interessi e generando, ora, mega perdite per onlus che dovevano occuparsi non di speculazioni finanziarie ma di cultura, la Roi, e sanità, la Mioni.

Quelle domande le facciamo, quindi, non certo per nostra curiosità ma per far sì che abbiano più chiari i fatti passati, le decisioni attuali e le prospettive future tutti i soci, piccoli e grandi, tra cui i top 999, di cui ieri abbiamo pubblicato la lista di quelli che "in classifica" per quantità di soldi impegnati, e in grandissima parte persi, viaggiavano tra la posizione 901 e 999.

Mentre vi invito a scrivermi, come già fa fatto qualcuno dei lettori, a [email protected] se avete dubbi e spunti (io e i miei collaboratori li esamineremo con la massima e, se necessaria, riservata cura e la ben nota indipendenza), grazie a questo elenco, che vi proporremo giornalmente a gruppi di un centinaio o poco più, potremo fare, periodicamente e al suo completamento, delle riflessioni su "sfruttati" e "beneficiati".

Oggi, quindi, lo arricchiamo della lista dal 741° investitore fino al 900°: leggetela con attenzione e riflettiamoci, nome dopo nome... 

Ma se sono state sterili i signori del "no comunque" e del "sì a condizione che" noi continuiamo a chiedere perchè i soci sappiano, tutto, da chi, Francesco Iorio, non avrebbe nulla da temere per errori che non sono stati suoi ma di cui potrebbe essere custode "disapprovabile" se non aiuterà a capire, con le sue risposte, gli intrecci di potere intorno a quella fabbrica di interessi (non certo... popolari) che è stata la fu Popolare di Vicenza e su cui esortiamo anche la magistratura, in passato non particolarmente... curiosa, ad accelerare i passi e a non far presagire, come letto e pur capendo la complessità dei fatti da accertare, almeno un altro anno di indagini.

Per la Banca Etruria, ad oggi colpita da fatti ben più gravi di quegli vicentini per i quali è stata comunque ipotizzata dalla Procura l'associazione per delinquere, quella toscana sembra più reattiva. 

Solo perchè c'è una maggiore pressione mediatica a operare?

Non ci vogliamo credere che a Vicenza serva la spinta mediatica, perchè il procuratore capo, il dr. Antonino Cappelleri, ha un curriculum di tutto rispetto come già sostenemmo a cavallo della sua scelta a capo della Procura di Vicenza al posto di chi eccelleva per... prudenza  (leggi qui prima del "ballottaggio" e poi qui nell'intervista al prof. Renato Ellero all'atto della scelta di Cappelleri, ndr) .

Non ci vogliamo credere, dr. Cappelleri, che a Vicenza serva una maggiore spinta mediatica perchè altrimenti non ci sarebbe speranza che lei trovi supporto, morale, in certi media che, lecitamente, sono controllati da chi illecitamente avrebbe operato.

 

Ecco le dieci domande (aggiornate) di VicenzaPiù
1 - Gianni Zonin e i suoi "possedimenti" non sono ancora "aggrediti" dalla Popolare di Vicenza per gli affidamenti concessi e garantiti dalle sue proprietà, che svanirebbero se dovesse con quelle risarcire i danni?
2 - nei documenti camerali visionati risultano partecipazioni o quote assunte in pegno di società apparentemente riconducibili ad ambienti vicini al dr. Matteo Marzotto, membro del Cda della BPVi, come ad esempio il 9,8% posseduto della Marzotto Società di intermediazione mobiliare spa (Marzotto SIM) e il 30% in pegno della Zignago Holding spa. Sono partecipazioni e pegni per finanziamenti compatibili con i sacrifici chiesti ai soci che in quelle partecipazioni e in quei pegni potrebbero vedere operazioni non esenti da conflitti di interessi?.
3 - per la chiusura delle filiali preventivate nel piano industriale quale era il valore patrimoniale iscritto a bilancio per le stesse filiali o, se non il dato non è disponibile o calcolabile, o mediamente il valore patrimoniale iscritto a bilancio per singola filiale di proprietà?
4 - destano preoccupazione i pegni al 100% di quote ad esempio di Grotto spa, Boscolo Hotels spa, Stroili Spa, Pittarosso, che, in molti casi, hanno conferito le loro quote in pegno anche ad altra primaria popolare veneta?
5 - Sono di sicuro attenzionate situazioni di quote in pegno di società in amministrazione straordinaria o in liquidazione che lascerebbero presumere difficoltà di recupero dei relativi crediti. Le chiediamo anche al riguardo se tali situazioni destano preoccupazione
6 - dopo la condanna in primo grado di Matteo Marzotto a 10 mesi per il caso di mega "evasione fiscale" per la cessione di Valentino Fashion Group al fondo Permira il presidente di Fiera di Vicenza e Cuoa rimarrà ancora tra i membri del Cda della banca, ai quali, oltre alla competenza specifica richiesta dalle nuove norme, è richiesto il possesso di "requisiti di onorabilità"?
7 - vuole chiarire le decisioni, tra cui quelle sulla gestione di 29.000.000 di euro di azioni della Popolare di Vicenza e sull'acquisto dell'ex Cinema Corso, prese dal Cda della Fondazione Roi i cui membri di maggioranza, incluso il presidenze Gianni Zonin, sono nominati dalla BPVi?

8 - vuole chiarire perchè il vice presidente della BPVi Marino Breganze, presidente del Cda della Fondazione Maria Teresa Mioni in cui è presente come membro indicato dalla BPVi stessa, abbia consentito che fossero "in pancia" alla piccola "Mioni" ben 1.449.375 € di azioni della Popolare, calcolati sempre al valore di 62,50 euro?

9 - dalla lettura che già avrà fatto dell'elenco dei soci  top 999, prima che noi l'avreo pubblicato ed esaminato per intero, appaiono altri casi simili di acquisto di titoli BPVi in possibile conflitto di interessi?

10 - l'attuale Cda della Banca Popolare di Vicenza cosa intende fare per questi casi di apparente imprudenza di gestione finanziaria di Onlus di fatto amministrate dai vertici della banca stessa, alcuni dei quali ancora presenti nel Cda stesso? 


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Lunedi 26 Novembre 2018 alle 10:21 da Luciano Parolin (Luciano)
In Per Colombara troppi supermercati in apertura a Vicenza: ad approvarli fu l'amministrazione di cui faceva parte

Sabato 17 Novembre 2018 alle 00:12 da Kaiser
In IEG, dimissioni anticipate di Matteo Marzotto: scoperta la rappresentanza sia pur minima di Vicenza a Rimini a poco da sbarco in Borsa

Martedi 13 Novembre 2018 alle 23:55 da Kaiser
In Fare i conti con l’Europa o per l’Europa, l'ex ministro Padoan a Vicenza: "l'Italia è un paese bancocentrico e ha un problema di credibilità"
Gli altri siti del nostro network