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Le vergogne di Vicenza: dalla BPVi di Zonin e Zigliotto a Borgo Berga e alle tolleranze di Variati pro Marzotto, Rosini, Bortoli & c. Uno squarcio di luce con l'Aim di Colla e Vianello?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 28 Giugno 2016 alle 23:14 | 0 commenti

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Da sempre il compito delle testate VicenzaPiù è quello di fare da cani da guardia del potere e molti lettori, sempre di... più ci incoraggiano a proseguire su questa strada e ci ringraziano anche se non ci sembra di dover essere lodati per fare quello che dovrebbe fare tutta la stampa, se libera. È particolarmente significativo al riguardo Il successo di "Vicenza. La città sbancata", il nostro libro che è di denuncia ma soprattutto è la testimonianza di come si può fare giornalismo senza padroni raccontando dal 13 agosto 2010 quello che stava accadendo nelle stanze del potere e dei poteri locali, la Banca Popolare di Vicenza e le sue succursali a Palazzo Bonin Longare, a Palazzo Trissino e in tutti i palazzi del potere.

Noi abbiamo scritto tutto quello che avreste dovuto sapere, "da sempre" urliamo nel nostro titolo del libro raccolta di articoli, ma che di sicuro sapevano, da sempre, quelli che il potere lo esercitavano e continuano ad esercitarlo, magari grazie a dei cloni, dopo che oltre 118.000 soci sono stati dilaniati da una bomba finanziaria che ha privato loro di oltre sei miliardi e che ha creato danni sull'indotto del territorio che oggi la Repubblica valutava in più del triplo.

Le vergogne della città sono note a tutti, i più, meno che a quelli, i pochi, che, esercitando il potere e sfruttando i loro poteri, si coprono prima gli occhi per non vedere la città in fiamme, poi si tappano le orecchie per non rischiare di sentire le urla di dolore silenziose dei troppo buoni vicentini e, infine, mettono le mani in tasca per evitare di toccare le piaghe dei cittadini, che mai hanno trattato da concittadini.

Nato quando al potere c'era quello che si chiamava il centro destra poi sostituito dal primo partito unico d'Italia, dopo la guerra, quello di Achille Variati, Il mostro ambientale ed ecologico di Borgo Berga è una delle vergogne più visibili di Vicenza dopo l'insulto atroce alla brava e operosa gente della BPVi di Gianni Zonin, Giuseppe Zigliotto & c., tra l'altro di certo non lontani dai cuori e dagli interessi dei Maltauro, che quell'obbrobrio hanno costruito sfruttando la necessità di dover edificare un tribunale, i cui abitanti fino a poco tempo fa erano inermi.

Alla "pigrizia" dei vecchi inquirenti, già segnalatisi per non "toccare" l'ex presidente della Banca, ora finalmente indagato insieme agli altri boss a lui sottoposti, sta provando a dare una scossa, che pure non riteniamo ancora sufficiente, il nuovo procuratore capo Antonino Cappelleri e i nuovi pm si stanno svegliando mettendo sotto accusa non solo il dg variatiano Antonio Bortoli, che rimane lì al suo posto, ma anche Lorella Bressanello, moglie di Enrico Hüllweck e stratega del cemento del passato, che mai ha trovato ruspe nel presente.

Ma le vergogne di Vicenza, eclatanti nell'immaginario collettivo a Borgo Berga, dove l'amministrazione attuale non esita a celebrare feste ed eventi promozionali (per giunta di un'area parzialmente sotto sequesto ma che forse lo sarebbe stata tutta senza la pigrizia di cui abbiamo parlato), e rivoltanti in Via Btg. Framarin, ai cui voleri nessuno si è mai ribellato, come ha denunciato in Sala Bernarda, per poi venire subito zittito, solo il vice sindaco Jacopo Bulgarini d'Elci, galleggiano e prosperano in un lago di melma: i comportamenti tolleranti di Achille Variati con i Matteo Marzotto, i Cristiano Rosini, gli Antonio Bortoli e altri ancora, tra cui autisti e dipendenti)...

Il sindaco e presidente della provincia di Vicenza nonchè presidente dell'Unione delle Province d'Italia e da poco "premiato" anche con la carica di membro del Cda di Cassa Depositi e Prestiti (quella che, gestendo i soldi dei risparmiatori delle Poste, fa da sostegno anche al Fondo Atlante) non può più nascondersi dietro un coacervo di "non sapevo".

E, soprattutto, deve prendere posizione e, soprattutto, operare per fare pulizia nel suo mondo per dimostrare di voler uscire dall'ignoranza e dalla codardia, che se ci fossero state mai dovevano esserci in un politico che ricopre mille cariche.

Se così non farà Achille Variati verrà ricordato non per le mille cose che diceva di voler fare ma per averne realizzate una buona parte per interessi che condannava, almeno a parole, ma tempo fa e molto meno ora, quando la sua voce dovrebbe tuonare davanti all'evidenza dei misfatti, pratici e comportamentali, compiuti contro la città e il territorio che dice di rappresentare.

Misfatti che il sistema di potere che si sta palesando dopo l'abdicazione (formale?) delle Z dure o sibilanti (Zonin e Zigliotto) non è di certo quello più adatto per combatterli, visto che ne è stato spettatore e complice (vero, uno per tutti, Luciano Vescovi?).

Variati abbia un sussulto e si smarchi, con parole e fatti, dall'essere anche lui uno spettatore, complice e colpevole degli antefatti di una crisi da cui Vicenza si potrà risollevare, anche se con tempi lunghi e a fatica, ma solo se sarà capace di ritrovare i valori che dal 1950 in poi l'hanno fatta crescere e che negli anni 2000 ha imparato a dimenticare.

Per la felicità di molto pochi e il dolore di tanti di più.

P.S. Oggi abbiamo presenziato alla conferenza stampa (qui il video integrale) in cui il gruppo Aim presentava il suo bilancio: al di là dei numeri incoraggianti abbiamo respirato, e lo diciamo noi notoriamente critici in passato con certi comportamenti di Contrà Pedemuro s. Biagio, un'aria che col l'amministratore unico Paolo Colla e il direttore generale Dario Vianello, sapeva di manager e di programmatori, attenti ai valori, economici ma anche socio econimici.

Uno squarcio di luce?

Sì, lo pensiamo o, forse e soprattuto, lo speriamo, perchè a qualcosa di positivo dobbiamo pure aggrapparci per pensare a costruire il futuro.

E a Vicenza oggi è rimasto ben poco, dopo l'AIM.


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