Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

Cdm ha approvato DL per "regalare" a Intesa il buono di BPVi e Veneto Banca senza fare accenni ai soci che non hanno transato. Un Paese normale si sarebbe rivalso su eventuali responsabilità di vecchi cda e/o di Bankitalia & c.

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 25 Giugno 2017 alle 18:08 | 1 commenti

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Il Consiglio dei minstri ha appena approvato il decreto per il "salvataggio" di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca in una riunione lampo. Il DL, scrive l'Ansa, crea la cornice normativa per la 'liquidazione ordinata' (liquidazione coatta amministrativa) delle due ex Popolari venete, con il conseguente passaggio della parte sana delle due venete a Intesa Sanpaolo. Il varo del decreto, ha detto il premier, Paolo Gentiloni, in una conferenza stampa al termine del CdM, "è una decisione molto importante, molto urgente, e necessaria e io confido che questa decisione avrà in Parlamento il sostegno che merita, cioè il più ampio possibile". La crisi delle banche venete, ha detto ancora Gentiloni, risale a prima della crisi economica (tornero su questo condivisibile e importante passaggio così come sull'assenza di ogni riferimento alle decine di migliaia di soci che non hanno aderito all'Offerta Pubblica di Transazione e che hanno in corso azioni di rivalsa) e "ha raggiunto livelli che hanno reso necessario un intervento di salvataggio, per evitare i rischi evidenti a tutti di un fallimento disordinato".

Il governo, prosegue la nota Ansa, con il decreto "mobilizza risorse fino a 17 miliardi", ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, spiegando che le risorse aggiuntive servono "per la copertura del rischio di una retrocessione di crediti che non risultino in bonis al termine della due diligence, per un ammontare massimo 6 miliardi e 300 milioni". L'altra voce è una "garanzia fino a 4 miliardi per crediti attualmente in bonis ma ad alto rischio". Il ministro ha spiegato, comunque, che "l'esborso effettivo dello Stato" per le banche venete "sarà di circa 5 miliardi: cifre che non impattano sull'indebitamento".

Padoan ha tenuto a precisare, conclude il primo lancio Ansa, che il salvataggio avviene nel pieno rispetto delle regole Ue, "sfruttando nel migliore modo possibile tutti i margini" consentiti al loro interno e ha respinto le critiche che vogliono il governo "troppo debole con le istituzioni europee perché ne ha subito le regole o troppo indisciplinato perché non le ha seguite. Il governo ha utilizzato le regole rispettandole appieno".

Lasciando "depositare" le prime reazioni a caldo, ne esplicitiamo alcune che abbiamo maturato nel tempo e che esponiamo facendo riferiemtno alla nota illuminante e forbita dell'esperta di Finanza nonchè coraggiosa assessora Elena Donazzan, forte con i magrebini ladri di biciclette e i giornalisti quando osano criticarla per le sue dichiarate ideologie di razza ma ossequiosa con i potenti alla Giancarlo Galan e alla Gianni Zonin e "richiedente aiuto politico" ai suoi dirigenti per "diffidare" in gruppi (clan?) da dodici gli stessi giornalisti che la mettano in discussione anche e soprattutto per il caso dei fondi milionari della formazione in Veneto assegnati da anni con qualche spiccata "preferenza" per i soliti noti. Ricordiamo, poi, alla polilica di Pove che da un decennio la paghiamo perchè almeno impari le regole e legga la Costituzione (un suo Bignami, vai) oltre che nei passagggi in cui parla di diritto di asilo anche in quelli in cui proclama l'indipendenza della Magistratura.

Detto, quindi, che, per il caso dell'indubbio regalo di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca a Intesa Sanpaolo, non può certo richiamarsi al "Governo nazionale, che ha poteri di indirizzo sulla magistratura attraverso il Ministero della Giustizia", proviamo, però a seguirla, seriamente, nel suo discorso in parte condivisibile sui due euro che vorrebbe provocatoriamente far offrire alla Regione e ai veneti per esercitare un diritto di prelazione per l'acquisto delle deu abnceh e sulla lentezza della magistratura (un'ottima lamentela magari anche per casi che potrebbero riguardarla...).

Suggeriamo, però e intanto, alla nostra assessora all'istruzione (FedeliLike?) a cui un po' di cultura, anche solo, finanziaria non farebbe male, che ai due euro offerti si dovrebbe affiancare una struttura di gestione che, indubbiamente, Intesa Sanpaolo ha ma che dalle sue parti (palazzi regionali o amici imprenditori) non vediamo allignare molto, anche se dovesse rivolgersi al suo Santo Romano, a Cà Balbi, o alla Irigem che tutti e su tutto "forma" con i soldi della Regione, e con le sue tv tutti e di tutto informa.

Ma, e qui siamo con Elena, ricordiamo, poi, a tutti che la Commissione Europea aveva chiesto 1.2 miliardi a un privato (e circa 3,4 allo Stato) per evitare la liquidazione coatta amministrativa attuale delle due banche, presupposto degli euro veri o provocatori offerti per impossessarsi della carne rimasta attaccato introno agli ossi già spolpati delle due ex Popolari Venete e del costo di circa 12 miliardi che, è il primo calcolo, dovrà sopportare lo Stato rimanendo per giunta alal fine con uno "zero" in mano invece che con le deu banche, "magari" risanate, investendo "solo" 3.4 miliardi di euro.

Il "magari" e il "solo" sono d'obbligo per uno Stato... approssimativo in ambito giudiziario e giuridico  come quello italiano, la cui "apprrossimazione"  ci costringe, ahi ahi, ad essere d'accordo se non nel modo ma nella sostanza col rimbrotto fatto da Donazana agli organi giudiziari.

Ritardi a parte nell'avvio delle azioni di responsabilità di BPVi e Veneto Banca contro i loro precedenti amministratori (ma al riguardo chieda lumi sull'ambito dei ritardi ad alcuni suoi amici imprenditori oltre che a suo partner politici come Luca Zaia o avversari come Achille Variati) in un paese normale si sarebbe proceduto rapidamente nel verificare se i danni chiesti dalle due abnceh una volta diventate di Atlantte a Gianni Zonin & c. su un fronte (2 miliardi circa) e a Vincenzo Consoli &, altri c.sull'altro (2.3 milairdi).

Se quei danni o parte di essi fossero stati verificati come reali (a carico di Zonin e/o di Consoli e/o dei loro collaboratori e/o membri di cda e/o sindaci e/o società di revisione) ecco che nelle casse delle due Popolari sarebbero entrati soldi freschi, quel miliardo o di più necessario a renderne possibile il salvataggio con uno Statoimpegnato a tirar fuori meno soldi e per giunta con una prospettiva di recupero oltre che con la possibilità di guidare in funzione del Nord Est le dinamiche delle due banche risanate e magari fuse. 

E se quei danni non fossero stati verificati o fossero stati provati e sanzionati solo in parte ecco che siamo costretti a dare di nuovo ragione a Donazzan: altre responsabilità sarebbero da addebitare ai Francesco Iorio, e noi aggiungiamo ai Cristiano Carrus, che hanno guidato, male, o erano inadeguati a  guidare i due Istituti, dopo gli errori, alcuni comunque certi, dei loro predecessori ingrandendone e a dismisura la portata.

Ma ancora, se tutti o in parte i danni "originali" fossero, come sono, riconosciuti (poco importa in questa sede che fossero quelli causati da Zonin privilegiato nei confronti di Consoli, come stiamo verificando e come, nel caso, vi diremo in futuro, o che la misura fosse confrontabile), dove era Bankitalia e la sua Vigilanza? Dov'era Ignazio Visco, oggi tra i princiali sponsor dell'appropriazione (in)debita di Intesa forse per ottenere la sua riconferma là da dove non ha controllato o dove ha indirizzato a suo giudizio i controlli insieme a Carmelo Barbagallo?

E, infine, Donazzan forse ha ragione nel suo "j'accuse" generalizzato senza dati ma solo per scelta politica (ecco l'improduttiva incultura finanziaria), dov'era il potere politico di indirizzo?

Dov'era il potere politico, tutto compromesso perchè tutto ignorante e/o silente e/o complice, ma non quello che vorrebbe indirizzare la magistratura, già spesso troppo "indirizzata" o "frenata" o "accelarata" di suo, ma quello che dovrebbe governare l'economia, la finanza e la socialità dello Stato?

Dove era?

Dove è ora. Laggiù, in basso, a prendere ordini dall'economia e dalla finanza.
Per giunta con ritardi epocali nelle decisioni che hanno aumentato a dismisura (17 miliardi di risorse da "movimentare", ci gabella Padoan) i danni originali, quelli a cui giustamente fa riferimento Gentiloni, che, infatti se ne è accorto... solo ora.

Inteso, cara Donazzan?

P.S. Assessora, "Inteso" non è il marito di Intesa...


Commenti

Inviato Domenica 25 Giugno 2017 alle 21:02

Questo è quello che succede a voler fare i furbetti e aggirare le regole. Bisognava fare BAIL IN quando hanno azzerato azioni. Azionisti e obbligazionisti vanno AZZERATI altro che cause e transazioni. I dipendenti si TAGLIANO così come i rami improduttivi.
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