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Liquidazione coatta amministrativa di BPVi, e non solo, tra incostituzionalità del Dl, nomina di Viola a commissario, revocatorie per soci e Intesa. Tutto per salvare Bankitalia e Consob

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 30 Giugno 2017 alle 09:39 | 0 commenti

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La liquidazione coatta amministrativa delle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, è se non altro del tutto anomala per cui abbiamo chiesto lumi a un esperto, un professionista che preferisce non farsi pubblicità per un dranma infinito come quello in atto per cui ne omettiamo il nome ma della cui competenza ci assumiamo la responsabilità totale nel pubblicare il suo parere, "propedeutico" a un'intervisa video che oggi faremo al prof. Renato Ellero sugli aspetti più propriamemte legislativi e giuridici del caso. «Lasciamo stare la questione della già eccepita incostituzionalità del dl 992017, che in una paginetta manda in soffitta disposizioni cogenti in materia di diritto civile, processuale e tributario - esordice quindi il nostro esperto -, ma ci sono delle anomalie difficilmente superabili. La prima in assoluto è la incompatibilità del commissario Viola: mai visto un ex amministratore nominato commissario. Dove sta la terzietà?». 

E poi quale altra anomalia riscontra?

«La seconda è che non si capisce bene, almeno al momento, chi siano i creditori che subiscono il danno. Non i correntisti con depositi, ma allora chi ha dei crediti verso la banca? Solo una manciata di fornitori dell'ultimo periodo, decisamente poca cosa, e gli obbligazionisti subordinati professionali, visto che quelli retail, almeno quelli che hanno comprato le obbligazioni direttamente dalla banca, anni fa, saranno rimborsati. Come debiti ci saranno gli esiti delle cause promosse dai soci, che peraltro pare dovranno essere riassunte. Nella liquidazione coatta amministrativa restano gli npl, non si sa per quanti quattrini, e basta, sembra. Ma allora, sarà una lca che si chiuderà in attivo, in forte attivo?».

Tutto qui o c'è di peggio visto che per ogni liquidazione scattano le cosiddette azioni revocatorie per evitare che ci siano disparità di trattamento tra creditori eventualemente soddisfatti nell'ultimo periodo e quelli che vantino crediti ancora da rifondere?

«Sicuramente, in via di diritto, azioni revocatorie dovrebbero essere intraprese verso quei poveretti dei soci che hanno accettato i 9 euro transattivamente. Ma forse ragioni di equità sconsiglieranno, non si sa, però, quanto legalmente, azioni di tal fatta. Ma anche la cessione a 1 euro ad Intesa Sanpaolo dovrà essere esaminata: nessuno conosce, ad oggi, i dettagli del patrimonio passato ad Intesa, ma il prezzo è definito. Come hanno fatto? E siamo sicuri che sia un prezzo valido? in molti, borsa compresa, pensano che sia un bel regalo ad Intesa. Ed allora, atto revocabile. Si dovrà iniziare una azione per poi magari transarla. Nella cessione ci sono i debiti verso depositanti e i crediti in bonis verso clienti, tutte le partecipazioni, eccetto due o tre, e gli immobili e le attrezzature. Avviamento zero. Sarà sicuramente interessante poter visionare l'atto di cessione».
In definitiva sembra un grande, enorme pateracchio come tutta la gestione di queste problematiche bancarie, e, aggiunge il nostro il nostro interlocutore senza che noi possiamo obietatre alcunché, «tutto per salvare Ignazio Visco e compagnia bella di Banca d'Italia e Consob, corresponsabili del disastro, se non altro per mancata vigilanza, ove non potesse essere provato che c'era anche di più».
E intanto il bravo Francesco Iorio, che nulla ha fatto in banca, se non accettare la lauta offerta fattagli allora personalmente da Gianni Zonin, si gode i suoi quasi 6 milioni, magari, però, non trattenendoli tutti facendo shopping con lui e rispettive signore in Via Montenapoleone.

In questo caso è il nostro esperto a non accennare a repliche...


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