Quotidiano | Categorie: Lavoro

Osservatorio INPS sul precariato" relativo al 2016: da gennaio a dicembre dati preoccupanti

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 25 Febbraio 2017 alle 23:41 | 0 commenti

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Col nostro "esperto" del lavoro Giorgio Langella, che è anche segretario regionale PCI, ha collaborato Dennis Klapwijk, segretario  della FGCI Veneto

È appena stato pubblicato da INPS il documento "osservatorio sul precariato" relativo al 2016 (da gennaio a dicembre). Da una prima lettura le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono in costante calo (rispetto al 2015 c'è un crollo vertiginoso da oltre 2.000.000 a poco più di 1.250.000) mentre crescono i nuovi contratti a termine. Le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato sono quasi 1.650.000. I voucher, nel 2016, sono oltre 133 milioni (erano meno di 108 milioni nel 2015). Per quanto riguarda i voucher viene riportato anche il dato di gennaio 2017 che rileva una crescita di oltre 300.000 rispetto agennaio 2016 e di oltre 2 milioni rispetto a gennaio 2015.

Sono numeri, questi, che smentiscono la notizia governativa di qualche settimana fa secondo la quale c'era una diminuzione dell'uso dei voucher grazie alle nuove normative.

In pratica il lavoro "stabile" (è comunque quello a tutele crescenti, senza articolo 18 quindi anch'esso sostanzialmente "instabile" e precario) è in drammatico calo, il lavoro a termine cresce, i voucher sono in drammatico aumento comunque e sempre.

Aumenta il precariato e il lavoro "servile" (anche se sarebbe giusto definirlo "tossico" perché insicuro e malpagato) che non riesce a garantire una vita dignitosa.

Intanto i morti per infortunio sul lavoro da inizio anno sono oltre 90 (e oltre 200 considerando i deceduti in itinere o sulle strade)..

In questa situazione, diventano necessarie scelte in controtendenza. Bisogna andare ostinatamente in direzione contraria rispetto a quella intrapresa seguendo liberismo, precarietà, privatizzazioni.

Il ruolo dello Stato non può essere quello di spettatore della miseria crescente, né quello di garante del profitto del padrone. Deve essere quello determinante, di protagonista e produttore di ricchezza distribuita e benessere collettivo.

A 100 anni dalla rivoluzione sovietica si può ben affermare che una rivoluzione, oggi, sarebbe (è) necessaria.


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