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Pino Dato e l'ex Banca Popolare di Vicenza: fallita moralmente la classe dirigente vicentina dell'ultimo ventennio

Di Pino Dato Giovedi 21 Aprile 2016 alle 15:55 | 1 commenti

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Da oggi ospitiamo una firma prestigiosa di Vicenza, quella del collega Pino Dato, direttore di Quaderni Vicentini che dal numero1 del 2016 in edicola concede uno spazio anche a me, che sono onorato di poter collaborare con un mezzo di cui apprezzo l'indipendenza oltre che la qualità giornalistica. Pino Dato (qui il suo profilo) ha collaborato per anni con Paese Sera, Il Secolo XIX, Il Mattino di Padova e, prima ancora di Quaderni Vicentini, ha fondato e diretto dal 1964 al 2002 Il sospiro del tifoso, periodico di sport e cultura, ha dato alle stampe 12 volumi ed è assurto a notorietà nazionale grazie al ritrovamento degli scritti originali de Gli americani a Vicenza di Goffredo Parise.

Poter scambiare, con immaginabile calore reciproco, idee e scritti tra VicenzaPiù e Quaderni Vicentini oltre che un valore aggiunto per i nostri reciproci lettori, che speriamo diventino, se già in parte non lo sono, comuni alle nostre testate, vuole essere una rottura del fronte monolitico dei media locali e un contributo di apertura a una cultura giornalistica che non è propensa a guardare fuori dagli orti di casa. Buona lettura, anzi da oggi in poi "buone letture".

Giovanni Coviello, Direttore di VicenzaPiù

 

Ex Banca Popolare di Vicenza: fallita moralmente la classe dirigente vicentina dell'ultimo ventennio

di Pino Dato

Cari vicentini, vi siete stupiti che il prezzo delle azioni da optare in borsa sia indicato a tali infimi livelli da questo famoso Atlante che sostituisce l'Unicredit? Zero virgola dieci euro ad azione? Strano. Ci siamo stupiti anche noi. Questo deve aver pensato il redattore del massimo giornale della città, posseduto dagli industriali vicentini, il cui capo è indagato e non è più capo (Zigliotto) e ne è venuto fuori, nella giornata del 20 aprile, un titolo che è fra il raccapriccio e la protesta. Come dire: non vi sembra di esagerare? Tutte cose che si sapevano. Tranne il GdV: che per mesi ha indicato ai vicentini la via della pazienza, della sudditanza e della "ragionevolezza". Ovvero: la solita via della soccombenza totale nei confronti dei poteri costituiti (che sono anche quelli che costituiscono se stesso).
Un errore madornale, improvvido, assurdo, al limite della demenza. Come si può consigliare i propri lettori, che sono anche soci fottuti (da anni) della banca di ricomprare azioni della banca? Come si può dire che in fondo poi il mercato farà il dover suo? Come si può evitare in modo così scomposto di mettere in stato di accusa etica e morale i responsabili-irresponsabili e sciocchi di questo disastro?
Come si può evitare di puntare il dito accusatore non solo su Zonin, come è ovvio, ma anche (in qualche caso, soprattutto) sulla coorte di pavidi mestieranti della politica e dell'"economia" vicentine che hanno fatto da scudo alle imprese del vignaiolo di Gambellara "prestato" alla banca (parole sue)?
Che cosa ha fatto Breganze Marino, vicepresidente, perché questo corso - niente affatto inesorabile - fosse fermato? Che cosa ha fatto in tutti questi anni, parcelle a parte, un avvocato come lui che la "città" (tra virgolette) nomina perfino a capo dell'Accademia Olimpica (non ce ne sono altri?)? Che cosa ha fatto Zamberlan, capo dei sindaci da un ventennio, quando leggeva i bilanci presentati per l'approvazione da Zonin? C'è qualche verbale di messa in riga? No, non c'è. Che cosa ha fatto l'altro professionista sommo, Giacomo Cavalieri, nei molti anni nei quali ha controllato i conti di Zonin e della banca?
Questo tracollo, questo fallimento, è il tracollo, il fallimento di un'intera classe dirigente, politici compresi.
Quante alleanze sono state consumate fra Variati e Zonin all'ombra del potere (finanziario) di quest'ultimo? Chi, tra i politici, ha fermato un corso che è sempre apparso stolto ed eccessivo: la presenza della Banca Popolare in ogni iniziativa, più o meno fervida, dalla più infima alla più importante, della politica della città.
Nessuno attacca Zonin, fra questa "povera" gente. Per forza, l'ha dovuto incensare e ringraziare da vent'anni.
Arrivati a questo punto, ovvero al tracollo certificato, la città di Vicenza, impoverita drammaticamente da queste colpevoli vicende, dovrebbe trovare la forza di imporre un cambio di uomini e di passo. Lo farà? Ci sono soluzioni accettabili?
Se anche il maggiore quotidiano della città, quello che obtorto collo tutti leggono, ha tenuto, come è certificato abbondantemente, un atteggiamento di assoluta sudditanza a questa colpevole, inetta e interessata classe dirigente, non c'è molto da sperare.
Il triangolo pseudo-magico costituito da Variati - Zonin - Associazione industriali ha miseramente fallito il suo compito. La città è allo stremo. Dopo aver rimpinzato per anni le solite pance non sono in vista soluzioni alternative. Dopo il drammatico impoverimento è questa la notizia peggiore. Le responsabilità di chi sappiamo, con nomi e cognomi, stanno diventando storia. Pavidi, incapaci, futili, furbi, sornioni, hanno immobilizzato e tenuto sotto scacco, la città di Vicenza. Almeno alla storia ne risponderanno. Magra consolazione, lo ammetto.


Commenti

Inviato Venerdi 22 Aprile 2016 alle 08:20

Soprattutto quella degli ultimi anni a guida Variati, o ce ne dimentichiamo che è espressione della sinistra?
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