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Penati di Quaestio sgr: per BpVi e Veneto Banca la Bce chiede un nuovo aumento a condizioni non specificate e allo stato non sono pensabili ulteriori investimenti

Di Redazione Economica VicenzaPiù Martedi 30 Maggio 2017 alle 23:13 | 1 commenti

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"Non si riscontrano allo stato le condizioni per qualsiasi ulteriore investimento nelle vostre banche (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr) da parte dei fondi da noi gestiti". Questa la conclusione di una missiva (clicca qui per l'originale, ndr) inviata dal presidente di Questio, Alessandro Penati, ai vertici dei due istituti veneti sull'impegno sondato per sottoscrivere un ulteriore aumento di capitale di circa un milardo richiesto dalla Commissione per la Concorrenza della UE per sbloccare la "ricapitalizzazione precauzionale" per 4.7 miliardi almeno a carico dello Stato.

Tra le varie incertezze che spingono Penati a questa decisione, informa Radiocor, viene specificato "l'ulteriore aumento che Bce potrebbe richiedere per approvare la fusione, se non accennare genericamente a un nuovo cospicuo aumento dello srep che sarebbe richiesto".

Nuovi interventi dei fondi Atlante sulle banche venete sono, quindi, problematici sia sul fronte del capitale che degli Npl. Da una parte, infatti, si legge nella lettera, "il Fondo Atlante 1, l'unico che da regolamento puo' investire in strumenti di capitale delle banche, ha disponibilita' residue per meno di 50 milioni". Dall'altra, Atlante 2 "ha gia' impegnato in via preliminare 450 milioni per l'acquisto di junior tranche delle cartolarizzazioni che avete previsto nell'ambito del piano di ristrutturazione e fusione da voi deliberato e da noi sostenuto". La lettera, firmata dal presidente di Quaestio Alessandro Penati, nota quindi che "ogni eventuale ulteriore investimento in Npl delle vostre banche da parte di Atlante 2 sarebbe problematico in quanto le nostre risorse attualmente disponibili appaiono gia' ora insufficienti a soddisfare le domande che cui provengono da altre istituzioni bancarie che necessitano di dismettere i loro portafogli".

La lettera di Quaestio, firmata dal presidente Alessandro Penati, fa riferimento alle missive inviate dai cda delle due banche lo scorso 26 maggio "in cui si chiede una nostra decisione circa l'impegno a sottoscrivere un ulteriore aumento di capitale". La sgr rileva che nella richiesta inviata dalla due banche "non sono specificati" una serie di elementi: "L'ammontare richiesto, in quanto si parla di sottoscrivere in tutto o in parte l'ammontare ulteriore a carico di privati che la Commissione europea - Dg Comp avrebbe richiesto in via ufficiosa (o solo in via verbale); se questo ammontare sia sufficiente a garantire l'accesso delle banche alla ricapitalizzazione precauzionale; se la Dg Comp non intenda avanzare altre richieste oltre al suddetto ulteriore aumento di capitale; quale trattamento la Dg Comp applicherebbe ai nostri precedenti investimenti nel caso autorizzasse l'accesso alla ricapitalizzazione precauzionale; a che prezzo avverrebbe il proposto aumento di capitale e a quale quota del capitale corrisponderebbe; se l'accesso ai fondi precauzionali implichi l'autorizzazione alla fusione delle due banche da parte di Bce; l'ulteriore aumento che Bce potrebbe richiedere per approvare la fusione, se non accennare genericamente a un nuovo cospicuo aumento dello Srep che sarebbe richiesto". "Le tante incertezze di cui ai punti precedenti - spiega Quaestio - impediscono di fatto una decisione per qualunque investitore responsabile". 

Quaestio ricorda d'altra parte che il fondo Atlante 1 "ha gia' effettuato un versamento di 938 milioni in conto futuro aumento di capitale proprio per sostenere il piano di ristrutturazione e fusione deliberato dalle banche il 9 e 10 febbraio ultimo scorso e predisposto in stretto contatto con Bce". 

A fronte di questa posizione al termine dei cda di Popolare di Vicenza e Veneto Banca che si sono svolti oggi a Milano fonti della banche ne riassumono l'esito così: «Stiamo lavorando, ma il boccino rimane nelle mani del governo».

I tempi sono «strettissimi», è stato aggiunto, e comunque, la partita si sta giocando sul sistema bancario nazionale.


Commenti

Inviato Mercoledi 31 Maggio 2017 alle 10:13

BAIL IN e che sia finita.
Tra Alitalia e banche decotte è matematico l'aumento dell'IVA in finanziaria.
Azzerare i vecchi azionisti e le obbligazioni convertibili, haircut dei depositi oltre 100k, par condicio creditorum, rinegoziazione di TUTTI i contratti pendenti con facoltà di recesso e, se serve, revocatoria sulle transazioni.
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