Dopo rinvio cambi Cda controllate BPVi Salvatore Bragantini annuncia tagli, futuri, agli sprechi e un fondo, mini, da 2 mln per i clienti in crisi. Lo aiuteremo con dati e suggerimenti
Sabato 30 Luglio 2016 alle 23:35 | 0 commenti
Il vicepresidente vicario della Banca Popolare di Vicenza, Salvatore Bragantini, il braccio destro del presidente Gianni Mion in Cda (o più semplicemnte la sua mente con Francesco Iorio a fare il bravo braccio operativo) ha annunciato tramite i soliti canali preferenziali il cosiddetto "nuovo corso" dell'Istituto consistente nell'accelerazione, affidata all'Ad, della cessione dei crediti deteriorati (un macigno sotto io quale anche il Fondo Atlante vacilla) e nel taglio degli sprechi (grazie al rinnovo e alla riduzione dei costi dei Cda delle controllate, stranamente, però, rinviato, a quando non si sa...) con l'aggiunta di un gesto "contingente": l'istituzione di «un fondo di due milioni per sostenere i clienti in particolare situazione di disagio».
Se, nel frattempo, l'organo collegiale, leggiamo sulla stampa, quella selettivamente bene informata dal "nuovo" Bragantini come facevano i suoi "vecchi" predecessori, «ha anche approvato le prime attività operative dello studio legale, già incaricato di verificare la fattibilità dell'azione di responsabilità » (tradotto: "come per i nuovi Cda prendiamo tempo..."), soffermiamoci un momento sul fondo di 2 milioni di euro, che è simbolicamente positivo ma praticamente inconsistente se nasce per i clienti (quindi anche una parte dei soci-clienti, si pensa ma non si sa) «in particolare situazione di disagio».
Positivo perchè dà un messaggio di attenzione, ma negativo due volte, però, se si fanno alcune semplic riflessioni.
Se, infatti, la nuova gestione stesse ancora giocando col mini fondo sulla pelle di Vicenza mentre anche il Procuratore capo Antonino Cappelleri ha appena esortato ad azioni concrete per tacitare le posizioni contestate, non certo da 2 milioni di euro complessivi, pena la necessità in alternativa e «in maniera fatale di decidere di adottare o no delle misure di cautela reale (verso la BPVi, ndr)», il messaggio che arriva in Procura è allarmante, tanto più che il resto è rinviato a dopo le immancabili ferie italiane.
Ma il messaggio del mini fondo sarebbe ancor più negativo, eccome, se non nascesse dal continuare a deridere i clienti-soci ma dalla mancanza fisica di soldi per fare di più che mettere sul tavolo 2 milioni di euro per decine di migliaia di situazioni delicate in un territorio distrutto dal flop da 6,3 miliardi delle azioni, dai prestiti da restituire e avuti in cambio dell'acquisto di azioni oggi azzerate, dalle crisi innescate da bilanci personali e aziendali in cui l'attivo dei titoli in "musina" andrà cancellato e, soprattutto, dall'effetto domino del blocco delle attività economiche e commerciali che non avranno più il volano assicurato dai 6,3 miliardi oggi non spariti ma finiti "in altre tasche".
Aumenta, perciò, il timore concreto che a breve il Fondo Atlante 1 non potrà limitarsi a comprare a circa il 30% del nominale, come farà il Fondo Atlante 2 per MPS, i famosi NPL ma dovrà iniettare altro, e non poco, capitale anche per coprire le perdite derivanti dal mezzo miliardo di euro di svalutazione a bilancio dei crediti in sofferenza, oggi iscritti nei conti al 41%, che determinerà il loro stesso acquisto, sia pur benevolo rispetto a quotazioni di mercato intorno al 20%.
È, quindi, incomprensibile, in base alle informazioni attuali, il rinvio dei primi tagli, monetari ed etici, quelli ottenibili dal rinnovo dei Cda tra cui, ad esempio, quello di Banca Nuova, di cui rimane ancora presidente Marino Breganze, il fedele braccio destro di Gianni Zonin "gratificato" da uno stipendio pari a un quarto del fondo per migliaia di "disagiati", e la permanenza di costi interni che solo un cieco non potrebbe vedere e che Francesco Iorio, dopo un anno di permanenza ben retribuita a Vicenza non può non aver individuato e, quindi, suggerito ai nuovi membri del Cda da "nuovo corso"..
Già da noi, genericamente e modestamente, indicati certi tagli da soli darebbero un messaggio simbolico di serietà ben maggiore dell'istituzione del fondo da 2 milioni e da soli consentirebbero di rimpinguare questa risibile dotazione da poche centinaia di euro per migliaia di clienti in condizioni di disagio che poi sarebbe di pochi decine di euro se i destinatari fossero addirittura le decine di migliaia di piccoli soci ridotti in miseria.
Iorio non conosce o non ama far sapere quali sarebbero i tagli da affrontare ancor prima di calare la inevitabile scure sui dipendenti da 1.500 - 2.000 euro al mese?
Allora lo aiuteremo noi insieme a chi vorrà fornirci altri dati oltre a quelli in nostro documenato possesso sui primi dei quali l'ufficio legale della BPVi, dopo che li avevamo chiesti al vice dg Iacopo de Francisco, ha così risposto:
«Egregio Direttore,
con la presente siamo a comunicarLe di non poter dare seguito alla richiesta di informazioni di cui alla Sua cortese mail del 26 scorso.
Fermo il carattere riservato delle medesime, corre l'obbligo di ricordare che la divulgazione delle informazioni da Lei richieste non potrebbe prescindere - tra l'altro - dal preventivo consenso dei soggetti interessati.
L'occasione è gradita per porgere i più cordiali saluti.
Marco Tagliaferri
Responsabile Direzione Affari Legali
Banca Popolare di Vicenza"
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