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Scandalo BPVi ma anche Pfas: l'intervista esclusiva di VicenzaPiu.tv al procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 20 Maggio 2016 alle 23:07 | 0 commenti

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Trascriviamo di seguito, per chi preferisse leggere piuttosto che "vedere", l'intervista video esclusiva concessa a VicenzaPiu.Tv il 9 maggio da chi guida la Procura di Vicenza, Antonino Cappelleri, che, scrivevamo nel "lancio" del video, «sta da tempo cercando di far chiarezza sul più grande "scandalo finanziario" del nostro territorio. A rimanerne colpiti, a parte pochi "fortunati" che, utilizzando corsie preferenziali, hanno monetizzato le loro azioni per giunta al loro valore massimo di 62,50 euro, sono stati complessivamente circa 118.000 soci, di cui quasi la metà a Vicenza e nel Veneto, per un valore totale di circa 6.5 miliardi di euro.

Il dr. Cappelleri, sentito nel suo ruolo di capo dei Pm ma anche come uomo di questa società, ha risposto alle nostre domande ... dando elementi concreti per interpretare "da vicino" le sue convinzioni in via di formazione, laddove non poteva essere troppo esplicito». La lettura, e la rilettura, attenta, in questo caso fa percepire anche più del video visto in sequenza naturale.

Dr. Cappelleri, lei sicuramente dedica una parte notevole del suo tempo alle inchieste in corso sul caso BPVi più specificamente sulla vecchia gestione. Forse no mi potrà rispondere ma ci può confermare il nome degli indagati o se tra gli indagati ci sono il Cav. Zonin, il sig. Zigliotto e chi altro?

Sono già circolati dei nomi che non sono stati smentiti, non posso però per motivi ovvi di correttezza enunciare io i nomi degli interessati.

Può almeno dirci quali sono i reati ipotizzati?

I reati ipotizzati al momento, che possono sempre cambiare fino alla conclusione dell’indagine, sono il reato di aggiotaggio, cioè aver determinato in maniera scorretta il valore delle quote dalla banca sul mercato, il reato di ostacolo alla vigilanza ossia aver intralciato la vigilanza di Banca d’Italia, BCE, Consob. E poi, ovviamente, tutto questo si riflette, porta con sé in qualche modo un reato di falsità nelle scritture contabili e per altro aspetto potrebbe forse configurarsi anche qualche ipotesi estorsiva.

Abbiamo letto su qualche giornale che lei ipotizzava anche una possibile associazione per delinquere, questa in questo momento non è concretizzata?

In sé non sarebbe il reato più grave rispetto agli altri e comunque fino alla fine dell’indagine è possibile aggiornare il numero ed il tipo dei reati.

Le farò alcune domande un po’ tecniche, perché chi legge capisca l’ambito in cui ci muoviamo, e qualche domanda me la riserverò, se è d’accordo, su lei sempre come uomo di legge ma anche come uomo di questa società. Per la mia cultura di gestione di piccole società so che tipicamente il CdA è solidalmente responsabile degli atti che vengono approvati. Questa possibilità esiste anche per il vecchio CdA, quello precedente l’attuale, che non sarebbe indagato in questo momento? Può essere coinvolto l’intero Cda per certi fatti  in fase di indagine...?

La responsabilità di tutti quanti i membri di un organo collegiale vale per l’ambito civile. Perché un eventuale comportamento illegittimo si traduca in reato ci vuole qualcosa di più, ci vuole una consapevolezza specifica e quindi non necessariamente tutti quanti i membri del CdA o del collegio dei sindaci devono essere perseguiti penalmente. Dipende dalle situazioni singole.

Uno dei problemi evidenziati sulla stampa ma anche da dichiarazioni di BankItalia, di BCE  è che ci sarebbero state una serie di… alcune per lo meno vendite di azioni nel periodo in cui era difficile liquidizzare le azioni da parte di soci che hanno chiamato preferenziali. Le risulta questo, e se le risulta o non le risulta, è configurabile come reato avere una via preferenziale per cedere azioni che altri non riescono a cedere?

Si tratta delle azioni che la banca riacquista nel momento in cui si avvicina la crisi, c’è qualche momento che sembra accertabile di questo genere da parte di qualche persona che possedeva un numero consistente di quote, quindi questo lo confermo. Che poi questo in sé costituisca reato non è detto, va inquadrato in tutta quella consapevolezza, di cui dicevamo prima, concorrente con gli organi direzionali della banca.

Ci potrebbe essere, nel caso questo fosse verificato, anche una responsabilità del beneficiato (o beneficiario) della cessione o soltanto di chi ha deciso che venissero acquistate o meno certe azioni?

Dal punto di vista teorico può anche esserci il concorso nel reato proprio degli amministratori e di un estraneo.

Fidi baciati: tutti sappiamo cosa sono, riguardano clienti della banca che hanno ricevuto affidamenti, prestiti, mutui in cambio di un investimento di una parte di quel denaro in azioni della banca. Anche qui penso si possa configurare qualche reato e, se sì, soltanto degli organi dirigenti della banca o anche dei funzionari delle singole filiali che hanno portato a queste decisioni?

Queste operazioni erano sicuramente ispirate dalla sede centrale e quindi i funzionari sostanzialmente diventano degli esecutori che probabilmente non hanno molto da scegliere vista la loro veste subordinata. Per quanto, poi, riguarda le cosiddette operazioni baciate (queste) possono essere strutturate e diventare cose diverse, anche opposte a seconda del caso concreto. Perché, per esempio, se qualche investitore che ha acquistato in maniera in qualche modo forzata le quote della banca perché altrimenti non gli veniva riconosciuto il prestito o il maggiore fido ecc., se fosse stato in difficoltà e se fosse stato “ costretto” a questa operazione potrebbe anche essere persona offesa della estorsione.

Perciò lei parlava di un possibile reato in certi casi di estorsione.

Sì certo, questo è in fase di accertamento

Lei esclude che i funzionari possano essere responsabili specialmente nel caso in cui avessero compilato quei famosi moduli Mifid…?

Non lo escludo, ma abbiamo tantissime situazioni e bisogna verificarle una per una a seconda della struttura di ciascuna di esse.

…La Procura non ha ritenuto fino ad oggi che fosse necessario procedere ad una qualunque tipo di restrizione di beni o di libertà di movimento?

Il processo è mastodontico devo dire, molto più che complesso, e quindi ha i suoi tempi e le sue strategie. Se fino ad adesso non abbiamo adottato nessun provvedimento è perché non sembra che il tempo istruttorio sia maturo, se io mi porto avanti senza avere delle basi solide probabilmente casco giù e questo appartiene alla strategia processuale.

Quindi prudenza, diciamo efficienza sì, ma prudenza nel configurare eventuali accuse che siano supportate da prove altrimenti si crea confusione. Rimane il timore da parte dei soci che sono circa 120.000 che, a parte qualche eccezione, sarebbero stati danneggiati in maniera consistente, che hanno perso 6 miliardi di euro a valore di carta e con un danno sull’indotto che non sta a me ricordarle, ecco loro hanno timore (anche parlando con alcuni di loro … in assemblee da giornalista, in una sono stato invitato come relatore sulla libertà di stampa), hanno timore che la complessità dell’indagine, non certo la volontà di questa procura, ma la complessità dell’indagine e la quantità enorme di dati, di riscontri da cercare possano portare come nel passato ad una serie di archiviazioni, sicuramente giuste,  ma il timore è questo. Lettera 43 che è un quotidiano tra i più prestigiosi in Italia a livello web ha elencato le archiviazioni a carico dell’ex presidente della BPVi aggiungendo una frase che fa temere i soci: “in molti casi la Cassazione dopo si è pronunciata sul fatto che i fatti indagati avessero una qualche consistenza che poi è sfociata in archiviazione”. La sua Procura è in grado di dire “andremo avanti in tempi ragionevoli” considerando la complessità?

In questo momento credo che abbiamo circa 1500 persone offese che si sono costituite e che sono quindi potenziai parti civili. Questo dice già la dimensione dell’indagine e poi quella che sarà del processo. Noi non possiamo che mettere tutto l’impegno possibile e secondo qualche calcolo, che però voglio sperare non sia smentito da ostacoli imprevedibili, nel giro di un anno, direi prima dell’estate 2017, ecco questo è l’obbiettivo che ci poniamo per chiudere l’indagine preliminare con qualche richiesta al giudice. Per quanto riguarda il passato queste precedenti indagini che sono state fatte molto prima che io arrivassi le ho viste: probabilmente il fatto che abbiano avuto esito di archiviazione è derivato anche da un approccio investigativo diverso da quello che è stato sviluppato oggi.

Cioè?

Probabilmente c’era una minore specificazione di elementi tecnici da parte delle ispezioni bancarie dell’epoca e poi forse c’era anche una qualificazione minore degli organi di polizia che avevano supportato quelle indagini. La Cassazione, poi, non è che abbia smentito nulla, la Cassazione era intervenuta soltanto su un errore di rito ma dal punto di vista di effettività delle cose non aveva interloquito.

Mi riferivo essenzialmente, perdoni l’inesattezza nel porre la domanda, se non ricordo male al fatto che a una associazione di consumatori che si era costituita parte civile le era stato impedito e poi è stata ri-autorizzata con un procedimento che pare …

Non è stata ri-autorizzata, quell’associazione riteneva di avere legittimazione per costituirsi parte civile ma in realtà la stessa Cassazione poi altro non ha fatto che rimandare per una nuova decisione sul punto. La decisione è stata nuovamente negativa e non c’è stata quindi la legittimazione dell’associazione.

Andiamo su un filone collaterale ma molto vicino. Intorno al mondo della Popolare di Vicenza, al di là di chi possa essere indagato o meno, viveva gran parte dell’economia vicentina. Lei è ben consapevole del danno comunque arrecato dal crollo di una banca (non è l’unico crollo, purtroppo aggiungiamo, vicino c’è la Veneto Banca, in altre zone ci sono banche che sono già “risolte”, un termine tecnico per parlare di fallimento). Ci sono dei filoni collaterali almeno dal punto di vista mediatico e ce n’è uno in particolare che ha colpito molto Vicenza. La Fondazione Roi, una fondazione che si occupa essenzialmente di finanziamenti al Museo Chiericati, ha comprato beni mobili e immobili sotto la presidenza di Zonin, che era presidente anche della Popolare di Vicenza. In particolare gli appunti riguardano l’aver fatto acquistare delle azioni della Popolare di cui era presidente da una fondazione di cui era… presidente. C’è un filone dedicato a questo ramo specifico oppure non ci sono attivazioni al riguardo?

Questa è una delle centinaia delle situazioni collaterali che vengono in rilievo rispetto a tutta la vicenda, credo di averle detto con questa quantificazione…

In questi giorni e da un po’ di tempo si sta parlando a livello locale essenzialmente di un problema, quello del Pfas. Fino a qualche tempo fa sul nostro mezzo ne parlavamo ma la richiesta di attenzione pubblica a questo eventuale problema cadeva nel vuoto. Ultimamente c’è stata un’esplosione di attenzione, e ben venga, al Pfas ed anche leggendo la stampa locale si legge di 60.000 persone a rischio tumore, di 250000 avvelenati... Viene un dubbio ad una persona come me che poi fa il giornalista quasi per passione: lanciare messaggi tipo “250000 avvelenati, 60000 a rischio tumori” in questo momento non può essere un classico tentativo di deviare l’attenzione da un problema che oggi comunque sta creando povertà sul territorio su un altro problema che nasce da eventuali infrazioni di leggi esistenti quando la questione Pfas per quanto delicata non aveva ancora dei riferimenti tecnici, legali e scientifici al riguardo? A me viene questo dubbio (ma non solo a noi, ndr).

I numeri di 250.000, 60.000 che lei dice forse corrispondono agli abitanti delle zone interessate, quindi solo in questo senso e in maniera estremamente indiretta possono essere presi come elemento di rischio. Certamente non sarebbe realistico che tutti gli abitanti di una determinata zona patissero danno anche da un eventuale inquinamento pesante.

Ed infatti la mia domanda era in questi termini: siccome non vedo questo rischio per centinaia di migliaia di persone mi sembra un classico sistema per deviare l’attenzione dal problema Banca Popolare di Vicenza.

Il fatto dell’inquinamento derivante dal materiale di scarico di questa azienda (la Miteni, dr) costituisce di per sé un gravissimo episodio di inquinamento perché in sostanza l’inquinamento interessa sia acque superficiali sia la falda per una zona che si è andata estremamente dilatando. C’è una specie di corridoio sostanzialmente, che gira intorno ai monti berici e poi devia verso l’Adriatico, che registra la presenza di queste sostanze. Quindi in sé è un fatto di inquinamento estremamente grave ed estremamente vasto, ma non sembra in questo momento accertato che ci sia e che ci sia stato o che ci possa essere un danno effettivo alla salute di chi consuma questa acqua in maniera diretta o in maniera mediata. Ovviamente le autorità hanno preso già una serie di precauzioni. Per esempio i pozzi che fornivano l’acquedotto hanno dovuto essere chiusi, l’acqua per la potabilità ha dovuto essere prelevata da diverse zone. Questo significa che la struttura pubblica ha sopportato dei costi monetari importanti. Quindi  non è che il fatto sia trascurabile, l’importante è non fare allarmismo quale è quello che possono portare con sé queste cifre che in sé non hanno un vero riferimento.

Mi ha risposto in maniera compiuta, mi rendo conto che non può esprimere giudizi definitivi su sensazioni ma questa conferma che mi dà, che non c’è ancora una evidenza di corrispondenza tra un danno alla saluta possibile e un danno riscontrato in decine di migliaia di persone, può lasciare aperta una ipotesi di manipolazione mediatica di un fenomeno ma questo non lo sto mettendo in bocca a lei sto facendo una mia valutazione su quello che ha detto.

Può essere una manipolazione, può essere una ingenuità, può essere una cattiva ricezione della notizia.

O può essere magari un’attenzione maggiore ad un problema fino a poco tempo fa trascurato…

Un’ultima domanda sul territorio in cui viviamo, dimenticando per un momento i fatti specifici. Vicenza … nel tempo sta perdendo la sua importanza. Le parlo dal punto di vista economico, dal punto di vista industriale. Una parte può essere legata alla crisi economica in corso ma io parlo di perdita percentuale, sta perdendo secondo alcuni osservatori il peso specifico che ha rispetto ad altre aree del Veneto e quindi dell’Italia. L’impoverimento legato alla vicenda della Popolare di Vicenza è particolarmente pesante in questa area, in cui c’era molta finanza e molta economia legata alla Popolare di Vicenza mentre in altre aree c’è una minore dipendenza da banche locali... La magistratura, i magistrati, oggi sono sempre sotto tiro. Oppure sono loro stessi provocatori ma non voglio andare su questo filone. Possono, e se sì in che modo, svolgere un ruolo che non è soltanto di giusta repressione dei reati quando vengono commessi? Possono anche essere in qualche modo, con le loro armi processuali e di indagine, propositivi rispetto ad un territorio che, registrando fatti crescenti di malaffare (concia, banca ecc.), sta perdendo la sua capacità di produrre reddito e forse sta perdendo anche la capacità di individuare dove finisce l’illecito e dove comincia l’etica. Uso un termine un po’ forte, ma io che che “vivo” anche vicende di indagine, sento molto questo problema.

Io non sono e non mi illudo di essere un economista, non saprei nemmeno dire se questa sua analisi sulla perdita di capacità economica sia effettiva o sia collegata a un fenomeno generale. Certamente la risposta della magistratura non può essere una risposta di politica economica né mai dovrebbe esserlo. Noi dobbiamo essere strumento della legge: se la legge vieta determinati comportamenti dobbiamo impegnarci a rendere effettivo questo contrasto. E qui torniamo al discorso dei mezzi, siamo una procura medio piccola

L’arrivo del nuovo procuratore il dott. Severi è sufficiente o comunque…

Qui il discorso diventerebbe più generale. Uno studio del ministero di un paio di anni fa, ancora dell’ultimo ministero Severino aveva detto che rispetto all’attuale organico, anche se al completo, la Procura di Vicenza avrebbe dovuto avere altri quatto magistrati in più.

Prima ancora che avvenisse questo fatto abbastanza imprevedibile e consistente.

Prima che avvenisse questo fatto. E io aggiungo che è inutile avere magistrati in più se poi non ho “cancelleria” in più perché altrimenti i magistrati non hanno come operare. Questa è una questione che ovviamente passa sopra la testa di noi che operiamo sul territorio e appartiene agli organi centrali.

Quindi non è vero che lavorate poco, alcuni politici dicono che dovreste lavorare di più.

Credo per la verità di no, faccia solo conto che ciascun sostituto ha un carico annuo di 1700 indagini contro imputati noti e veda che è sostanzialmente impossibile portarle avanti tutte.

Grazie


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