Quotidiano | Categorie: trasporti

Tac/Tav a Vicenza, Confindustria: "massima accessibilità alla zona industriale". Cciaa: "82% dei treni fermeranno"

Di Edoardo Pepe Martedi 19 Aprile 2016 alle 18:01 | 0 commenti

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Confindustria Vicenza e la Camera di Commercio di Vicenza intervengono sul passaggio dell'Alta caspacitò/velocità ferroviaria a Vicenza, tema decisivo per lo sviluppo del territorio, tornato sulle pagine dei quotidiani locali a fronte delle nuove ipotesi di tracciato avanzate da RFI. Le categorie economiche, chiedono di "dare alla provincia uno sbocco su rotaia che porti un valore aggiunto sul fronte della competitività dei distretti e delle eccellenze, manifatturiere e non, del territorio".

Di seguito le dichiarazioni del  presidente della Camera di Commercio berica Paolo Mariani e di Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle infrastrutture:

“Insieme con il sindaco di Vicenza Achille Variati – spiega Paolo Mariani -, ebbi modo di chiedere già nell'agosto 2015 a RFI un'analisi comparativa tra i possibili scenari del passaggio e della fermata dell'Alta velocità a Vicenza. L'analisi arrivata nei giorni scorsi - nonostante individui alcune criticità di ordine tecnico, economico e cantieristico riguardo alla soluzione a suo tempo proposta da Comune e Camera di Commercio - sostiene la soluzione che vede nella stazione di viale Roma il luogo di fermata dell'Alta velocità oltre che del servizio regionale. Il documento chiarisce espressamente che per Vicenza l'Alta velocità a lunga percorrenza avrà a regime 90 treni giornalieri di cui 16 con “servizio no-stop”; dunque, i treni a lunga percorrenza che faranno fermata nel capoluogo saranno 74. Questo punto dell'analisi di RFI è nodale perché mette nero su bianco che secondo RFI l'82% dei treni ad Alta velocità fermeranno a Vicenza. I 16 treni che non fermeranno a Vicenza sono i cosiddetti no-stop, treni che nascono senza alcuna fermata intermedia. La stessa cosa accade, per fare un esempio, al treno no-stop Padova-Roma delle 6.32, che non ferma né a Bologna né a Firenze, senza che queste due città metropolitane ben più grandi di Vicenza se ne siano mai lamentate. Ci sono ovunque convogli Tav che partono e arrivano senza fare alcuna fermata.
Non si tratta dunque di rimettere nuovamente in discussione tutto il progetto - prosegue Mariani -. Quello che oggi siamo tutti chiamati a fare, invece, è concorrere a individuare una soluzione efficiente, funzionale e sostenibile dal punto di vista urbanistico, ambientale ed economico. Non si può non tener conto della differenza tra i costi stimati da RFI per la realizzazione della soluzione imperniata sulla stazione Fiera e quelli per le due soluzioni con fermata principale nella stazione di viale Roma. Naturalmente non si può transigere sul fatto che l'accessibilità alla stazione attuale deve essere assicurata in qualsiasi caso attraverso percorsi in grado di garantire tempi comparabili con quelli offerti da una stazione in zona Fiera. Analoga accessibilità dovrà avere anche chi proviene dalla zona di Vicenza Est, sia con il mezzo pubblico attraverso il previsto progetto del filobus, sia con il mezzo privato grazie al prolungamento di Viale Martiri delle Foibe”.
“A una prima analisi della documentazione prodotta da RFI per il passaggio della Tav nel Vicentino – osserva Gaetano Marangoni di Confindustria Vicenza - va preso atto che la soluzione prospettata nel 2014 dal Comune di Vicenza e dalla Camera di Commercio, anche a nome delle categorie economiche e che prevedeva la stazione Tav in Fiera, ha costi notevolmente superiori alle sue alternative; non possiamo esimerci, a questo punto, dall'esaminare e valutare senza pregiudizi le altre ipotesi in campo. Ogni alternativa alla stazione in Fiera deve in ogni caso assicurare la massima accessibilità a chi vuole prendere il treno veloce e, nel contempo, deve offrire un servizio pubblico adeguato a quanti lavorano e operano in zona industriale. Questo aspetto sarà al centro della nostra attenzione nell'analisi tecnica più approfondita dei documenti presentati da RFI.
Inoltre, considerato che c'è progetto nuovo che vede un ridimensionato dei costi, è importante capire con la Camera di Commercio e il sindaco di Vicenza come poter valutare altri investimenti a compensazione per il territorio vicentino; penso in particolare al potenziamento della linea ferroviaria per Schio e all'eliminazione del passaggio a livello all'Anconetta. Sottolineo infine - prosegue Marangoni - che dal dopoguerra a oggi la provincia di Vicenza non ha mai visto programmare interventi infrastrutturali di importo così rilevante: oltre 2 miliardi di euro da Montebello a Grisignano di Zocco. Questo vuol dire che l'aver condiviso, come istituzioni e forze economiche, un obiettivo comune in merito al progetto Tav è una scelta che sta dando i suoi risultati”.
“Come presidente di un ente che rappresenta il sistema economico vicentino – conclude Mariani -, ritengo che nelle prossime decisioni che dovremo assumere debba essere tenuta in debito conto la capacità delle soluzioni progettuali in campo di assicurare il più efficiente servizio merci per le aziende raccordate con la linea ferroviaria (acciaierie, Officine Grandi Riparazioni, Terminal Messina). Qualsiasi sia la soluzione relativa alla stazione principale, dovrà essere assicurata una fermata in zona Fiera, che, oltre a garantire un servizio alle manifestazioni fieristiche, metta stabilmente a disposizione un servizio metropolitano a beneficio delle attività produttive della zona industriale di Vicenza ovest e delle loro maestranze".
Più in generale, per Mariani si tratta ora di riaffermare "un aspetto che sta a monte di qualsiasi progetto e proposta: in tema di Alta velocità le istituzioni, le forze economiche e sociali e la comunità vicentina tutta sono chiamate oggi a fare una scelta da cui dipendono in modo rilevante le prospettive di sviluppo della nostra provincia e la qualità delle relazioni con le altre aree più dinamiche e avanzate del paese e dell'Europa. Non dobbiamo perdere anche questa occasione: il nostro territorio ne ha già perse troppe. Abbiamo la responsabilità di capirlo e di agire di conseguenza".


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