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Pro Vescovi i reduci di Zonin, ex Roi Soleil: in Confindustria continuità col passato, nella Fondazione Roi i bilanci non chiariscono, anzi

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 14 Marzo 2016 alle 23:13 | 0 commenti

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A Vicenza la giunta indica come presidente di Confindustria Luciano Vescovi, l'attuale tesoriere e delegato alla finanza, che siede nel cda di Banca Nuova, controllatata al 100% dalla Popolare di Vicenza nel cui Cda ha dato il meglio di sè il presidente uscente dell'associazione degli indutriuali vicentini. Sicuramente è una brava persona Luciano Vescovi, ma è così "buono" da non capire che rappresenta la continuità con un passato che ha fatto a Vicenza del gran male, in buona parte ancora non "misurato" nella sua enormità?

Oppure il braccio destro prima di Zuccato, con cui ho avuro modo di incontrarlo, e poi di Zigliotto sa di essere stato scelto per quella continuità e allora... W Vicenza città di Vescovi, di cui siamo già pronti a leggere le lodi mediatiche del suo stesso giornale.

Intanto sempre a Vicenza ha fatto uno scoop, da noi atteso e desiderato, la stampa locale amica oltre che di Confindustria Vicenza, a cui appartiene, anche della BPVi, che, lo ricordiamo, ha avuto la coppia Zuccato & Zigliotto, soci fra di loro anche in Ares Line, come catena di trasmissione ideale dei voleri di Gianni Zonin.

Dopo il caso da noi fatto deflagrare sulla Fondazione Roi, presieduta dal 2009 dal Roi Soleil di Gambellara che, da Re sole della Banca Popolare di Vicenza, si beveva negli stessi anni in un "bicer de vin" 118.000 soci e i loro risparmi di una vita, il quotidiano "unico" locale ha reso pubblici sabato 12 marzo i prima inaccessibili bilanci della fondazione lasciata ricca dal marchese Giuseppe Roi perchè alimentasse la cultura vicentina e ora rimasta senza un cent di liquidità, tutta o in gran parte "indirizzata" dal Cda a trazione BPVi verso la banca stessa o chissà chi...

Speravamo nello scoop perchè, non riuscendo ad averli noi, i cattivi, quei dati pubblicati dal collega buono del quotidiano locale sono utilissimi a fare chiarezza purchè letti e, soprattutto, raccontati con attenzione. Perciò li abbiamo girati, come esercizio, a due nostri giovani collaboratori, tra cui un tirocinante, perchè li rendessero domani, martedì, più comprensibili e sfacciatamente chiari a chi si è perso sabato tra le giustificazioni dei conti poco o "punto" commentati ed esaminati sul come siano risultati il frutto di una gestione che di tutto sa piuttosto che di cura da "buon padre di famiglia", come prescrive la legge anche nelle normali società di capitale, e sul perchè ci sia in quei conti un dato che spicca su tutti: la cassa all'arrivo di Zonin era piena di 18 milioni di euro, al 31 dicembre 2015 ammontava a zero euro, zero centesimi, zero tutto...

Lo stesso giornale dà fiato alle trombe del prof. Enrico Ambrosetti, avvocato di fiducia anche dell'ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, che sarebbe indagato anche per associazione a delinquere, come ha detto il procuratore capo Cappelleri, e riferisce del mandato da lui ricevuto di «presentare querela in sede civile per il risarcimento del danno nei confronti di chi ha fatto dichiarazioni diffamatorie relativamente alla gestione della Fondazione».

Eppure noi, che non facciamo dichiarazioni ma raccogliamo documenti, una dichiarazione la stiamo ancora attendendo dall'Ad della Popolare Spa, Francesco Iorio, a cui abbiamo fatto, invano, dieci domande tra cui una a cui potrebbe rispondere ora proprio l'avvocato Ambrosetti a cui la proponiamo cortesemente come avevamo fatto a chi sta portando in Borsa la banca promettendo "ogni altro giorno" trasparenza e chiarezza:

«vuole chiarire le decisioni, tra cui quelle sulla gestione di 29.000.000 di euro di azioni della Popolare di Vicenza e sull'acquisto dell'ex Cinema Corso, prese dal Cda della Fondazione Roi i cui membri di maggioranza, incluso il presidenze Gianni Zonin, sono nominati dalla BPVi?».

Egregio avvocato la parte che ci pare più "urgente" e più "dovuta" ai lettori, molti dei quali azionisti derubati dalla Banca (fu) Popolare di Vicenza dei loro risparmi ma anche dalla Fondazione Roi dei loro desideri di cultura, è quella sulla gestione dei milioni di euro investiti completamente in azioni proprio della BPVi di cui Zonin era presidente e contro la più elementare regola che detterebbe anche un consulente finanziario da strapazzo: nessun investimento va concentrato in un solo titolo, per giunta illiquido...
Perchè, avvocato, quei milioni di euro, leggiamo 29, sono stati tutti investiti in azioni e obbligazioni di cui il presidente della Fondazione non poteva non conoscere, da presidente della Banca, il grado di rischio? E da quale precedente possessore e quando sono stati acquistati i titoli BPVi non provenienti dai 2 milioni di euro di azioni "lasciate" dal marchese Roi e non derivanti da adesioni, anche queste "fatte in casa", ad aumenti di capitale?

Avvocato Ambrosetti, ci rilasci lei una dichiarazione al riguardo, chiara e netta, che di sicuro e subito pubblicheremo con la massima evidenza e tranquillità sicuri come siamo che non sarà certo lei a rilasciarne una non vera per poi auto querelarsi...

Se Vicenza è tradizionalmente città di Vescovi, che ora tutti benedicono ancora più di prima, sta ora a lei, quotato professore di diritto penale, ridare luce all'ex Roi Soleil.

Se può.

Altrimenti le sue querele appaiono fin d'ora minacce querule.


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