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Visco, Panetta, Saccomanni, Angeloni o chi vi pare al vertice della fu Banca centrale, ma impediamo a Carmelo Barbagallo & c. di farsi gabbare dagli uomini degli Zonin di turno!

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 26 Ottobre 2017 alle 12:07 | 0 commenti

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Dietro allo scontro politico e di sistema sulla riconferma o meno di Ignazio Visco al vertice di Banca d'Italia, scontro sia interno, vedi gli attacchi palesi di Matteo Renzi, che europeo, immagina le pressioni silenziose di Mario Draghi, si appalesa sempre di più un fatto oggettivo: si accumulano sui tavoli di procuratori della Repubblica, media e, dove si spera che almeno vengano letti, anche della Commissione d'inchiesta sulle banche documenti sul malfunzionamento, doloso o tecnico non possiamo deciderlo noi, della Vigilanza di Banca d'Italia. I nomi di Carmelo Barbagallo e dei suoi ispettori compaiono sempre e comunque su un elenco sempre più numeroso di "errori" commessi da quel settore.

Barbagallo & c. dovevano vigilare a tutela della credibiltà delle banche e dei soldi di chi glieli affidava e non lo hanno fatto o lo hanno fatto male per almeno più di dieci banche, partendo da Mps, passando per le 4 bad bank e arrivando alle "nostre" defunte eccellenti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Possiamo passare ore e giorni nei salotti buoni, magari anche con garbati profumi massonici, per  discutere se sia meglio dare ascolto al presidente Sergio Mattarella e "tenersi" Visco, il "governatore" di tante sviste, tutte a sua insaputa e a furia di frequentare amichevomente quell'altro "disaccorto" di Gianni Zonin, o sostiturlo con Fabio Panetta, nome buttato lì dal potente Carlo Messina, o anche promuovere il "renziano" Fabrizio Saccomanni, che pure ha sulla coscienza il peccato originale di Mps per l'acquisto di Antonveneta da lui approvato come direttore generale di Bankitalia poi scavalcato nella nomina a successore di Draghi proprio da Visco. 

In questo discutere salottiero potremmo anche salvarci in calcio d'angolo con l'ormai madre di tutte le soluzioni , il "ce lo chiede l'Europa", issando al suo vertice nessuno dei predetti aspiranti governatori di una Banca d'Italia, comunque da ridefinire visto che gran parte dei suoi poteri precedenti sono ora in mano alla BCE, e fare scopa, in tuti i sensi anche di "pulizia" (o polizia" ambientale con Ignazio Angeloni, ex alto dirigente di palazzo Koch e dal 2014 membro del Consiglio del Meccanismo di Vigilanza unico della Bce e considerato molto vicino a Mario Draghi.

Possiamo scommettere e puntare su uno qualunque di questi nomi ma a una condizione: che vadano a casa i veri artefici, per dolo o incompetenza, del disastro dei mancati o inefficaci controlli della Vigilanza.

Tanto per capirci con un esempio basato sulla nostra casa diroccata e visto che Gianni Zonin, presidente della ora fu BPVi, si difende dicendo che era tutta colpa dei suoi dirigenti oggi voi affidereste la sua ricostruzione a lui o a un altro che non prendesse l'impegno preventivo di mandare a casa tutti i subalterni che hanno, avrebbero, scavalcato o messo in difficoltà il "capo"?

E, quindi, un qualunque governatore della Banca, anche se non più, Centrale sarebbe credibile se mantenesse al loro posto Carmelo Barbagallo e i suoi ispettori che si sarebbero sempre fatti gabbare, a Vicenza e in molte altre banche, dagli uomini degli Zonin di turno senza mai scoprirlo?


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