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Zonin prima di lasciarla cerca soldi per la Fondazione Roi. Chiedendoli agli amici... giornalisti? Ma no, a quelli indipendenti come noi e in tribunale. Le prove? Gli scritti amici

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 29 Aprile 2016 alle 11:20 | 0 commenti

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Oggi abbiamo la prova provata, ci tocca scriverlo, che sia un uomo di parola e soprattutto di cuore Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza ed ancora presidente della Fondazione Roi, da cui l'ha invitato a dimettersi anche l'Ad Francesco Iorio, da lui stesso "messo sotto contratto", alcuni dicono ricco, prima di cedergli (?) il bastone del comando. Ha promesso, per bocca dello studio Ambrosetti, di citare in giudizio i giornalisti che hanno evidenziato lo stato critico, a dir poco, della Fondazione Roi, che ha lasciato sul campo qualche decina di milioni in euro di azioni BPVi azzerate grazie all'opera del Cda e del management di Zonin, che nello stesso tempo era presidente dell'azionista Fondazione Roi e della banca emittente, la BPVi... Ha promesso e l'uomo di parola, sbrigando le ultime pratiche prima di dimettersi,  l'ha fatto e fa apparire il suo assunto Iorio sempre più come un uomo di parole.

Gianni Zonin in centro a Vicenza con borsa prima dell'assemblea BPVi del 26 marzoMa Gianni Zonin, che ultimamente per bontà verso moglie e figli, ha ceduto a loro beni mobili e immobili, si legge anche sulla stampa amica, non solo è di parola ma ha anche un cuore grande così.

Infatti si sta dannando l'anima per far incassare soldi alla Fondazione Roi prima, magari, di dimettersi.

E allora un milionciono di euro l'ha chiesto come contributo ai giornalisti. 

Agli amici con una colletta, penserete? E no, a quegli indipendenti in tribunale.

Oggi infatti un ufficiale giudiziario sta rompendosi le gambe per consegnare un pacco voluminoso di "Atti di citazione" a firma del'avvocato Enrico Mario Ambrosetti e che, da una rapida lettura, atterrisce almeno noi, poi giornalisti di paese, perchè tra le prove addotte, ullalà, ci sono bilanci e dati certi?

Ma no, peggio.

Ci sono, oltre a una serie di affermazioni a dir poco avventate almeno per quanto ci riguarda, anche le interviste al suddetto avvocato sulla stampa amica. 

Della serie: "io dico qualcosa, qualcuno me la pubblica, ecco la prova che chi ha scritto diversamente è bugiardo".

Leggeremo meglio, prenderemo un avvocato che sappia leggere almeno come Ambrosetti scrive, ma ci viene un dubbio ulteriore sulla Vicenza che non cambia anche nei suoi centri di potere che provano a sopravvivere a se stessi per raccattare gli ultimi spiccioli a spese di un popolo a cui sono stati tolti miliardi di euro.

Il tribunale di Vicenza accanto a filiale di Banca Popoalre di VicenzaLia Sartori, poi finita ai domiciliari e ora sotto processo, diceva, lo ha riportato Renzo Mazzaro sul suo  "I padroni del Veneto", che per chiudere la bocca e stoppare i tasti dei giornalisti non amici bastava citarli in giudizio (civile, per danni, e non penale, per eticità) costringendoli a spendere soldi che non hanno, a differenza di chi li ha, magari dopo essesserli procurati per vie traverse.

Ringraziamo ora per allora Mazzaro per averlo scritto e noi stessi per averlo provato sulla nostra pelle (anche con lo stesso studio) perchè ora possiamo esibire a chi ci cita (che strana ominimia con la Cita che obbedisce a Tarzan) due assicurazioni.

La prima è la solita e per noi la più forte: il supporto dei nostri lettori.

La seconda è quella che da tempo abbiamo sottoscritto con una poderosa compagnia di assicurazioni a tutela nostra e dei nostri collaboratori.

La Cattolica? No, quella fa parte degli amici che hanno impedito l'azione di responsabilità contro Zonin & c. col no o con l'astensione, come ha fatto la compagnia assicuratrice che ha azioni della banca che a sua volta ha azioni della Cattolica...

W allora il povero e bistrattato Gianni Zonin, quasi senza beni anche lui ma con le spalle dritte a cercare soldi per la Fondazione del suo amico, il defunto marchese Roi, nella cui tomba i soliti cattivi avrebbero notato sommovimenti.

Lui, il Cav. Zonin, è di parola e fa vedere ai soci che l'hanno graziato come si attivino azioni di responsabilità contro i giornalisti che a Vicenza e fuori osano scrivere senza dettature.

L'autografo di Gianni ZoninIn ogni cosa c'è sempre un lato positivo, però.

Finalmente abbiamo un documento a noi dedicato con la firma autografa di Gianni Zonin, che quando "disegnammo" su VicenzaPiù la mappa dei poteri di Vicenza ci fece cancellare, pur dovendola poi pagare (un presagio per questa storia di oggi?), una campagna pubblicitaria commissionataci e che dal 2010, quando per primi cominciammo a lanciare da soli, ripetiamo da soli, warning sempre più accorati sulla situazione fallimentare della banca da lui presieduta, ci rifiutò qualunque richiesta di intervista.

Ora grazie alla sua citazione potremo, magari, farlo controintervistare (si dice interrogare?) in Tribunale su tante cose, piccole e grandi, che continueremo a  pubblicare scrivendole con le nostre mani e la nostra piccola testa. A scuola prendevamo "zero" in dettatura, ma talvolta "nove +" nei temi.

Grazie Zonin.

In attesa di giudizio noi affermiamo (e lo pubblichiamo noi stessi, AmbrosettiLike, così è dimostrato che è... vero) che per noi vale l'Articolo 1 della Carta dei doveri dell'Ordine dei Giornalisti:

"Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile".

Così abbiamo fatto, così sempre faremo.

 


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