Gli eredi di Gianni Zonin, a cui il padre tutto ha donato sia pure ora sub judice, aprono a nuovi soci, come si legge su Economia del Corriere della Sera di oggi, di cui pubblichiamo l'articolo a seguire. Vi si parla di un valore della società sui 400500 milioni ma le cose, intanto, non tornano. Innanzitutto la Zonin SPA è prevalentemente una socieà commerciale, che acquista il vino dalle circa 10 società agricole della famiglia che, a quanto ci risulta, non c'entrano oggi con la SPA e sulle quali o su parte delle quali potrebbe, comuqnue, pendere la spada di Damocle dei sequestri per le vicende della BPVi di papà Gianni.
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Continue pressioni da parte dei dirigenti della Popolare di Vicenza per indurre il proprio personale a piazzare ai clienti le azioni della banca; clienti obbligati ad accettare per non perdere mutui e finanziamenti; dipendenti minacciati di rimozione o licenziamento nel caso di minima obiezione in merito alla irregolarità delle operazioni che erano spinti a concludere. È grazie a centinaia di email, acquisite nel corso delle indagini assieme alle testimonianze di numerosi funzionari, che la Consob ha "incastrato" i vertici della Bpvi, e ora sono quelle stesse comunicazioni di lavoro, inviate in via telematica tra il 2013 e il 2015, ad aver convinto la Corte d'appello di Venezia a confermare le sanzioni inflitte dell'organismo di vigilanza della Borsa.
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Ex popolari, Sga prepara un'offerta ai Confidi per disinnescare il rischio sulle micro-imprese. Adesso che c'è anche l'evidenza dei dati, diventa chiaro il rischio che sta di fronte alla spa del Tesoro nella gestione delle imprese con i crediti incagliati provenienti da Bpvi e Veneto Banca. Aziende, per semplificare, in difficoltà nella restituzione dei prestiti concessi a suo tempo, ma dove gli affidamenti sono ancora attivi e quindi con una possibilità di tornare in bonis. Così, dopo il primo incontro di dieci giorni fa in Veneto Sviluppo, Marina Natale, amministratore delegato della società nata per gestire la liquidazione del Banco di Napoli e che ora deve gestire il portafoglio di 18 miliardi di crediti deteriorati e sofferenze delle Venete, punta a rivedere i Confidi nel giro di un paio di settimane, per avanzare un'offerta concreta.
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Pubblicato alle 19.28, aggiornato, alle 21.26. Il bilancio 2017 di Bankitalia si chiude, proprio nell'anno ad oggi più tragico per le banche sottoposte al suo controllo tra cui la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, con un utile netto di 3,9 miliardi di euro. Si tratta, fonte Citywire.it, del "risultato più elevato mai raggiunto dall'Istituto", ha commentato il governatore, Ignazio Visco, durante l'assemblea ordinaria della banca centrale. Sono 124 i soggetti che detengono quote di partecipazione nel capitale della banca centrale.
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Nell'incontro di ieri organizzato a Schio dalla Casa del Consumatore e di cui vi abbiamo riferito pubblicando anche il video integrale della parte con le domande uffficiali di Elena Bertorelli alla fine uno dei presenti ha fatto una domanda riassuntiva sui rimborsi attesi dai soci BPVi ai quattro relatori:Â Giovanni Coviello, Coordinatore cittadino del Psi di Vicenza e Candidato al Senato Veneto 2 (Vicenza, Padova e Verona), i due candidati alla Camera Luca Canale per M5SÂ e Luca Rosini per 10 Volte Meglio oltre a Massimiliano Dandrea, non candidato larResponsabile della Consulta "Tutela del risparmio" della Lega.
Veneto Sviluppo vuole un fondo da 200 milioni con Gianni Mion per salvare le imprese in «ostaggio» dei crediti in difficoltà delle ex popolari. Il conto l'ha fatto ieri il presidente della finanziaria regionale, Fabrizio Spagna, con i dati di Kpmg, consulenti delle liquidazioni Bpvi e Veneto Banca nella due diligente che farà transitare i crediti in difficoltà alla Sga: «Sono mille le imprese venete, con ricavi tra 10 e 100 milioni, con prestiti incagliati». Aziende vive, con prestiti aperti e non revocati, da luglio nel limbo, visto che di fatto nessuno le sta gestendo e che ancora non si sa bene come lo potrà fare la Sga, che non essendo banca non potrà garantire nuovo credito.
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BPVi, dopo le revocatorie sui beni dei vertici, la liquidazione stringe sulla vendite delle partecipate. A sei mesi dal decreto su Bpvi e Veneto Banca, pare vicina a passaggi decisivi la gestione delle liquidazioni. In Bpvi, da un lato, il primo fronte sono le revocatorie sui beni trasferiti ai parenti dagli ex presidente Gianni Zonin e dai consiglieri Giuseppe Zigliotto e Maria Carla Macola, nel procedimento civile per l'azione di responsabilità aperta dal fondo Atlante e continuata dai commissari. Le difese ora affilano le armi. A partire dai legali di Zonin. La linea sarà che il patto di famiglia con i figli era operazione tutt'altro che nascosta, era iniziata, e già in sostanza definita, ben prima che la crisi della banca si avvitasse. Sull'altro fronte c'è la gestione dei beni delle liquidazioni.
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Si è tornato a parlare approfonditamente dei criteri di accesso, delle modalità di erogazione e dell'entità dei rimborsi del Fondo di ristoro per le vittime dei reati bancari sabato sera al Teatro S. Marco di Vicenza (qui il nostro video integrale in esclusiva) in un incontro con soci e aministratori dei rappresentanti delle associazioni "Unite per il Fondo", un coordinamento al quale aderiscono Adiconsum, Adusbef, Adoc, Casa del Consumatore, Codacons, Ezzelino da Onara, Federconsumatori Veneto, Lega Consumatori e Unione Nazionale Consumatori.Â
Sulle richieste di costituzione di parte civile da parte delle associazioni rappresentative di interessi collettivi che il crac della Banca Popolare di Vicenza avrebbe leso si è sviluppata la battaglia giudiziaria nella nuova seduta dell'udienza preliminare di oggi. Solo una metà delle oltre cinque mila totali è stata presa in considerazione oggi, mentre per la parte restante si dovrà attendere il nuovo appuntamento di sabato prossimo 27 gennaio. Subito dopo il giudice Roberto Venditti potrà sciogliere la riserva e pronunciarsi sull'ammissione.
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